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Una nuova cultura dello sport

Una nuova cultura dello sport

Il doping è un problema molto diffuso ai nostri giorni, originato da una competitività fuori controllo


Cosa intendiamo quando parliamo di doping


Il doping nasceva, in origine, per ridurre lo sforzo degli atleti durante la competizione, ma nella iper competitiva società odierna non ha tardato a trasformarsi in un'eccessiva ricerca di miglioramento della prestazione sportiva. Il doping, in pratica, consiste nell'impiego di una sostanza o pratica medica non a scopo terapeutico ma per non avvertire il dolore e/o la fatica e permettere all'atleta di gareggiare al meglio o addirittura al di sopra delle sue possibilità.

La “Lista di sostanze e metodi proibiti” è stilata e aggiornata annualmente dall'Agenzia Mondiale Anti Doping WADA. Migliorare il rendimento nel presente per andare incontro a problemi gravissimi in futuro: quali sono i danni dimostrati sul lungo periodo? I danni sono enormi, non solo a lungo termine: l'atleta dopato può essere soggetto a episodi cardiovascolari o infortuni e lesioni muscolari anche durante l'attività fisica, quando il corpo non è pronto a sostenere uno sforzo superiore alle sue potenzialità. I rischi nel lungo periodo sono innumerevoli, principalmente legati all'elevata concentrazione ormonale nelle sostanze dopanti. Un organismo “bombardato” da dosi eccessive di ormoni ha maggiori probabilità di sviluppare, ad esempio, tumori endocrini, patologie dell'apparato cardiovascolare e del sistema nervoso.


Ci viene da pensare che una persona consapevole dei rischi non metterebbe a repentaglio la sua salute. Potrebbe non essere l'atleta il problema?


È anche un problema “culturale”: competitività e aspirazione a prevalere sugli altri sono valori sbagliati. Occorre rivedere il sistema di valori, soprattutto nello sport che per sua natura dovrebbe avere ben altri scopi: la tutela della salute, in primis, e un orientamento al divertimento invece che alla vittoria a tutti i costi. La competizione è l'ultimo degli obiettivi in un sistema sano di educazione allo sport. Anche la responsabilità degli adulti è enorme: dai genitori agli educatori agli allenatori, tutti devono comprendere che sport significa salute, mentre doping equivale al suo esatto contrario.


Come si sradica un problema così diffuso?


Andrebbero limitate le fonti di approvvigionamento di sostanze “particolari”: è possibile che un atleta in un dato periodo possa aver bisogno di un medicinale o altra terapia medica, ma la somministrazione dovrebbe avvenire sotto il rigoroso controllo del medico o comunque su prescrizione medica. Questo non vale, ovviamente, solo per i giovani: anche per gli adulti, è bene ricordare che lo sport fa bene se proporzionato alla propria condizione fisica, età e stato di salute. Troppo spesso, vediamo atleti “maturi” che usano sostanze per migliorare la propria performance in una corsa al superamento dei propri limiti che ha dell'innaturale. Il mio consiglio è: non fatelo, rispettate il vostro corpo e le sue possibilità. Solo così, lo sport potrà darvi benefici e non danni. 

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