Cruccio di molte donne è la grande difficoltà a ridurre i famigerati “punti critici”, cioè le adiposità localizzate che si riscontrano principalmente attorno all’ombelico, a livello dei fianchi, della zona gluteo-femorale e lungo tutta la parte interna delle cosce e delle gambe fino alle caviglie.
Dottore, come mai quando si segue una dieta ipocalorica bilanciata è la parte superiore del corpo la prima a ridursi?
Perché il grasso corporeo non è tutto uguale nelle diverse sedi anatomiche, e risponde in maniera diversa agli stimoli ormonali.
Quali sono le “armi” in nostro possesso per ridurre questi fastidiosi cuscinetti?
C’è la possibilità di affrontare queste problematiche tramite un “trattamento dietetico” e non una terapia dietetica, perché se la “dieta” è stile di vita (alimentazione, sport, buone abitudini, ecc.), la liposuzione alimentare è quella che definisco una “parentesi” nella vita di una persona, anche per la limitata durata temporale, proprio come un intervento chirurgico.
In cosa consiste la liposuzione alimentare?
Questo protocollo dietetico prevede la riduzione dei carboidrati che attiva la chetosi, un processo fisiologico per mezzo del quale il nostro organismo inizia ad alimentarsi bruciando i grassi in eccesso. In questo modo andiamo a rimodellare la nostra figura eliminando l'adipe dai fianchi, dalla pancia e da tutte le zone dove tipicamente accumuliamo i grassi.
Un tempo e tutt’ora, purtroppo anche grazie a Internet, si trovano varie informazioni che suggeriscono di indurre la chetosi assumendo solo prodotti o alimenti ricchi in proteine e grassi. Questo però, se non gestito con estrema attenzione e da personale medico qualificato, può portare ad un sovraccarico dei sistemi renale ed epatico con conseguenti problematiche per la salute. Attualmente invece c’è la possibilità di utilizzare alimenti funzionali che, se ben gestiti, minimizzano al massimo queste problematiche e rendono il trattamento a basso contenuto di grassi e normoproteico.