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La rottura del menisco nel ginocchio: miti da sfatare e possibili soluzioni

La rottura del menisco nel ginocchio: miti da sfatare e possibili soluzioni

Facciamo chiarezza sul tema rottura/lesione del menisco insieme al Dott. Davide Ranaldo

I menischi possono essere considerati come un ammortizzatore fra le superfici articolari del femore e della tibia. Sono due: il menisco mediale (interno) e il menisco laterale(esterno).
 

I tipi di lesione al menisco e le loro cause

Ci sono due tipi di lesione, differenti per origine e per trattamento: le lesioni degenerative e le lesioni traumatiche.

  • Lesioni Degenerative: la normale usura nel tempo è responsabile della degenerazione del menisco che inizia a livello del corno posteriore, che ne è la parte più sollecitata. Le lesioni degenerative sono responsabili di un dolore progressivo, che spesso si associa ad un versamento articolare (ginocchio gonfio). Si verificano per lo più negli adulti oltre i 35 anni di età con un ginocchio varo o valgo e che hanno sfruttato molto le loro gambe in ambito sportivo e lavorativo.
     
  • Lesioni Traumatiche: le lesioni traumatiche sono meno frequenti e si verificano generalmente nei pazienti giovani, sportivi, nel corso di un’attività intensa. Il meccanismo che porta alla lesione in genere è la torsione (distorsione del ginocchio) oppure un eccessivo movimento rispetto a quelli normalmente consentiti). Molto spesso sono associate lesione del legamento crociato anteriore, più raramente quello posteriore. Il dolore è importante e molto spesso si verificano anche versamenti e blocchi articolari.
     

La diagnosi della lesione al menisco

In un primo momento la diagnosi si basa sull’anamnesi (cioè la storia del paziente abilmente ricostruita dal medico con domande mirate) e sull’esame obiettivo (la valutazione con test che, se positivi, indirizzano il medico verso quella diagnosi).
La RMN (risonanza magnetica) permette di confermare la diagnosi ma andrebbe eseguita sempre dopo alcune settimane se il ginocchio è gonfio, in quanto il liquido può impedire una corretta visione dei menischi e dei legamenti.

È importante eseguire anche delle radiografie per riconoscere anche lo spazio articolare ed eventuali altre anomalie. Le lesioni degenerative del menisco sono infatti frequentemente associate a lesioni cartilaginee. Inoltre in base al tipo di lesione (manico di secchio, longitudinale, ecc) è possibile stabilire se ci sarà un recupero completo o parziale.
 

Il trattamento delle lesioni meniscali

Il dolore dato dalle lesioni degenerative è spesso alleviato dal trattamento medico (antinfiammatori, infiltrazioni), che ha l’obiettivo di far riassorbire il versamento trattando l’infiammazione.
I sintomi possono migliorare anche impiegando delle stampelle per diminuire il carico sul comparto lesionato. In molti casi può aiutare il fisioterapista abbinando terapie fisiche (es. TECAR) a manipolazioni e drenaggio manuale. Solo nel caso di persistenza del dolore dopo un trattamento medico e riabilitativo adeguato si potrà proporre un intervento artroscopico. Visto che alle lesioni degenerative si associano lesioni cartilaginee è possibile che il dolore dato dell’usura della cartilagine persista dopo l’intervento, perché attualmente non siamo in grado di garantire la ricostruzione della cartilagine, a meno che non si esegua un trattamento con cellule staminali (es. Lipogens) abbinato al trattamento del menisco. È importante informare il paziente di questa eventualità, al fine di non deludere le sue aspettative.


 

Le lesioni traumatiche necessitano di un intervento chirurgico. In artroscopia, il frammento leso potrà essere riparato o asportato. La scelta verrà fatta in base al potenziale di guarigione della lesione. Le attuali tecniche ci permettono di trattare in modo mininvasivo il menisco, cioè di non toglierlo più completamente ma di rimuoverne solo la parte lesa. In questo modo si preserva parte dell’ammortizzatore per l’avvenire dell’articolazione.

L’intervento, fatto in regime di day hospital, consiste nel rimuovere il frammento leso con l’aiuto di una mini telecamera intrarticolare e di pinze miniaturizzate. Queste vengono introdotte tramite due piccole incisioni di 1 cm fatte davanti al ginocchio. 
L’anestesia riguarda solo l’arto da operare ovvero mediante tecnica spinale; si recupera l’uso dell’arto dopo poche ore e si evita il primo dolore post operatorio. Il paziente viene dimesso qualche ora dopo l’intervento con una medicazione sterile.

È fondamentale mantenere l’arto sollevato applicando ghiaccio localmente più volte al giorno. Può camminare da subito con carico a tolleranza (in base al dolore provato) e con l’ausilio di due stampelle solo a protezione, che impiegherà fino alla rimozione dei punti (circa due settimane dopo).
Si possono riprendere le attività quotidiane ed il lavoro tre/quattro settimane dopo l’intervento.

La fisiokinesiterapia può velocizzare il recupero sia muscolare che del movimento del ginocchio ed è sempre consigliato eseguire almeno 1 ciclo. Si può riprendere l’attività sportiva ad un tempo variabile in base al tipo di sport praticato, che può andare da 15 giorni per l’attività in acqua a circa 2 mesi per sport come calcio, volley o basket.

Il risultato di questo tipo di intervento dipende dal problema d’origine: in caso di lesioni cartilaginee associate, il risultato è meno buono e permangono dolore, versamenti e limitazione del movimento. Questi danni cartilaginei si verificano soprattutto se la lesione del menisco è trascurata, in quanto viene meno la sua capacità di ammortizzare il contatto tra femore e tibia quando si cammina o si pratica attività sportiva.

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