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Malessere generalizzato? Potrebbe dipendere dalla sindrome da ipersensibilità ai campi elettromagnetici

Malessere generalizzato? Potrebbe dipendere dalla sindrome da ipersensibilità ai campi elettromagnetici

Disturbi del sonno, irritabilità, mal di testa, dolori diffusi spesso sembrano non avere alcuna causa specifica. La recente esperienza del Dott. Gasparoni l’ha portato a ipotizzare che questi malesseri dipendano dalla sindrome da ipersensibilità ai campi

Dott. Pietro Gasparoni

Può capitare di non riuscire a riposare bene, avere mal di testa, dolori diffusi ed altri malesseri senza riuscire ad individuarne la causa. La recente esperienza del Dott. Gasparoni l’ha portato a diagnosticare che potesse dipendere dalla sindrome da ipersensibilità ai campi elettromagnetici.

Dottore, possiamo dire che siamo “circondati” dai campi elettromagnetici?

Sì, i CEM sono presenti ovunque nel nostro ambiente di vita, anche se invisibili all’occhio umano.
Ne sono esempi l’accumulo locale di cariche nell’atmosfera in occasione di temporali ed il campo magnetico terrestre. Ci sono poi sorgenti artificiali, ad esempio i raggi X, l’elettricità fornita da una qualunque presa di corrente a bassa frequenza, diversi tipi di radioonde ad alta frequenza utilizzati per trasmettere informazioni, come antenne televisive, impianti radiofonici o stazioni radio base per telefonia mobile. Molto attuale è anche il problema delle antenne per il 5G. E noi ne siamo immersi, corpo e cervello.

Riguarda anche gli elettrodomestici?

Sì, pensiamo ad un forno a microonde: il riscaldamento e la conseguente cottura sono dovuti al fatto che le microonde causano un aumento dell'energia rotazionale delle molecole di alcune sostanze, e in particolare dell'acqua, che hanno un momento di dipolo elettrico che ha la stessa frequenza angolare delle microonde. Dato che la materia organica è composta in prevalenza di acqua, il cibo può essere cotto facilmente con questa tecnica. E noi siamo fatti al 70/80% di acqua!

È oggi ipotizzabile una sindrome clinica da esposizione ai CEM?

Non vi è condivisione sulla sindrome da ipersensibilità ai campi elettromagnetici. Alcune società medico-scientifiche la definiscono come una serie di manifestazioni biologi-cosanitarie conseguenti ad una eccessiva e prolungata esposizione ai CEM in soggetti predisposti. Solitamente i segni e sintomi sono simili, seppur di diverso livello di gravità, e regrediscono con l’allontanamento dai CEM, per ripresentarsi immancabilmente ad una successiva esposizione (verifica sperimentale di una possibile dannosità).

Si possono verificare anche danni gravi?

Le dimostrazioni su danni organici severi sono incerte, anche se si ipotizza il rischio di tumori del sistema nervoso, situazione però dimostrata a livello sperimentale da ricercatori italiani nei topi, animale che dal punto di vista del genoma più si avvicina all’uomo.

Quali sono i sintomi più frequenti?

Cefalee, aumento della temperatura corporea, insonnia o sonno non ristoratore, debolezza e facile esauribilità fisica, riduzione della memoria e deficit di concentrazione, dolori localizzati o diffusi tipici di una sindrome similinfluenzale, eruzioni cutanee, disturbi uditivi, visivi e dell’equilibrio, alterazione del tono dell’umore e del carattere, aggressività o apatia, instabilità pressoria, palpitazioni cardiache che simulano uno stato d’ansia o inquietudine. Nei bambini si ipotizza che i CEM siano responsabili di alcuni disturbi di apprendimento (dislalia, disgrafia, dislessia, etc.). Attualmente si discute sulla possibilità che i 5G possano ridurre le difese immunologiche delle persone e che abbiano un ruolo specifico nel favorire l'ingresso nella cellula di virus, come il COVID-19.

Qual è la sua esperienza clinica?

Recentemente l’ho diagnosticata ad una ragazza trentenne, addetta al marketing, che lavora 8 ore al giorno al computer, in smart-working anche di più. Da 2 anni ha febbricola persistente serale fino a 37.8 °C, astenia, alternanza del tono dell'umore, quantità infinita di accertamenti e valutazioni specialistiche inconcludenti, stress e suggerimento di terapia psicofarmacologiche. Aveva però notato che la situazione era nettamente migliorata in una settimana di vacanza, cosa che aveva avvalorato per i medici l'idea che tutto dipendesse dallo stress. È arrivata nel mio ambulatorio per un ultimo sospetto, un problema di tiroide. Tutto perfetto dal punto di vista endocrinologico ed internistico. Avevo da poco letto della sindrome da ipersensibilità ai campi elettromagnetici ed ho azzardato la mia prima diagnosi. Abbiamo guardato insieme su Internet, i sintomi corrispondevano. Abbiamo anche trovato la terapia: il posizionamento di quarzi rosa o pietre di shungite (il solo minerale organico che contiene in sé la totalità degli elementi naturali della tavola di Mendeleev) vicino al computer, o anche braccialetti o pendagli di collane di questa pietra antichissima nera che interrompe i campi elettromagnetici. Qualche settimana dopo la paziente mi ha telefonato affermando di stare bene.

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