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Ipertrofia Prostatica Benigna

Ipertrofia Prostatica Benigna

Sintomi, cause e terapia di una patologia diffusa tra gli uomini oltre i 50 anni di età, caratterizzata da un aumento di volume della prostata.

Dott. Domenico Battaglia

La prostata è un organo maschile con funzioni sessuali localizzato a livello del bacino al di sotto della vescica, ha normalmente la forma di una castagna e si sviluppa attorno al canale di fuoriuscita delle urine e del liquido seminale: l’uretra


Incidenza sulla popolazione dell'ipertrofia della prostata

Nell’ambito della popolazione maschile l’ipertrofia prostatica benigna interessa moltissimi uomini a partire dai 50 anni di età infatti inizia un progressivo graduale aumento di volume, in maniera del tutto silente fino al manifestarsi di alcuni sintomi che possono interessare fino all’80% della popolazione maschile fra i 70 e gli 80 anni.


Sintomatologia dell'ipertrofia prostatica benigna

Ecco alcuni fra i più frequenti segni clinici:
- difficoltà ad iniziare la minzione;
- aumento della frequenza minzionale sia diurna che notturna;
- riduzione del mitto urinario;
- deficit di erezione peniena;
- sgocciolamento urinario;
- sensazione di incompleto svuotamento vescicale;
- bruciore durante la minzione;
- infezioni ricorrenti del basso apparato urinario.
 

Quali sono le cause?

Le cause dell’ingrossamento prostatico sono ancora tutte da chiarire ma vi sono alcuni elementi che oggi possono far ricondurre la cosiddetta ipertrofia a variazioni ormonali dell’individuo che si manifestano con l’avanzare dell’età, ad una dieta con un elevato contenuto di grassi specialmente di origine animale ed industriale e povera di fibre. Svolgono inoltre un ruolo significativo le carenze nutrizionali come quella di zinco e licopene; si è visto che anche i pesticidi ed i trattamenti chimici che vengono usati sui vegetali nell’agricoltura cosiddetta commerciale possono svolgere un ruolo negativo sulla prostata.
 

La diagnosi di ipertrofia prostatica

La diagnosi di ipertrofia prostatica solitamente si può gia intuire conducendo una buona anamnesi del paziente inoltre possono essere eseguiti alcuni esami diagnostici di facile realizzazione che possono dirimere ogni dubbio, tra cui:
- esame urine: esclude possibili infezioni;
- ecografia renale e vescico-prostatica: ci da una visione d’insieme dell’apparato urinario con misurazioni funzionali per esempio nel pre e post minzione;
- ecografia trans-rettale della prostata: esame principe per la misurazione dei diametri prostatici;
- uroflussometria: ci da indicazioni funzionali riguardo alla capacita e la modalità di espulsione delle urine;
- esame del PSA: un suo innalzamento può essere correlato anche ad aumentato volume della prostata in senso benigno.
 

La terapia

Le terapie per questo problema possono essere di vario genere: 
    •    Farmacologiche: miglioramento dei sintomi minzionali e della disfunzione erettile (se presente).
    •    Fitoterapiche: miglioramento dello stato infiammatorio prostatico.
    •    Endoscopico-chirurgiche: in passato si ricorreva più spesso alla chirurgia “a cielo aperto” oggi le modernissime tecnologie laser (Holep) ci consentono di risolvere la maggior parte dei problemi per via endoscopica cioè senza taglio chirurgico accedendo dalla via naturale uretrale, senza dolore post- operatorio e con degenze molto ridotte (24-48 ore). Questa tipologia d’intervento ripristina il calibro del canale uretrale laddove esso risulti ostruito da un volume prostatico aumentato, facendo in modo da ridare al paziente una capacità espulsiva urinaria regolare senza ulteriori ausili farmacologici.
 

7 segnali a cui prestare attenzione

Di seguito alcune domande che potrebbero indicare al paziente di avere un problema di ipertrofia prostatica:
1. Senso di incompleto vuotamento vescicale negli ultimi tempi?
2. Minzione in più tempi?
3. Intervallo fra una minzione e l’altra inferiore a 2 ore?
4. Difficoltà a ritardare la minzione?
5. Il getto urinario ultimamente sembra essere più debole?
6. Si sforza per iniziare ad urinare?
7. Si alza di notte per urinare?

Non necessariamente l’aver risposto in modo affermativo ad alcune delle domande ci deve far porre diagnosi ma di sicuro deve orientare il paziente verso una migliore osservazione di sé ed eventualmente proporsi di approfondire l’argomento con uno specialista in modo da poter meglio definire l’eventuale diagnosi e gli eventuali possibili rimedi.

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