La preservazione sociale della fertilità
Con la metodica della criopreservazione si può spostare la gravidanza negli anni, limitando le patologie genetiche e le difficoltà di concepimento.
Col passare degli anni nel patrimonio follicolare femminile avviene un’importante riduzione della qualità e quantità dei follicoli con una fisiologica diminuzione delle possibilità che, anche con le più sofisticate tecniche di riproduzione assistita, a 40 anni non superano il 15 %, secondo l’ultimo rapporto del Ministro della Salute del 30/06/2014.
Ecco perché, in previsione di ritardare la ricerca di un figlio, la donna oggi ha la possibilità di preservare la propria fertilità congelando i propri ovociti (cioè il patrimonio genetico) in giovane età – quindi al massimo della propria capacità riproduttiva – per poi utilizzarli anni dopo, ma con i risultati in termini di gravidanza riferibili all’epoca del congelamento.


Francesco Tomei
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