In questo video la Dott.ssa Chiara Orsetti, Biologa Nutrizionista, parla di microbiota intestinale, delle relazioni tra flora batterica, benessere dell'intestino e infiammazione cronica che porta allo sviluppo di patologie autoimmuni e neurodegenerative.
Nei mesi di lockdown e limitazioni, le persone hanno passato molto tempo ai fornelli impegnati nella preparazione di pizze, pane e focacce. Hanno fatto scorta di alimenti molto golosi, bevande alcoliche e zuccherate, come se il cibo fosse un anestetico al senso di disorientamento vissuto.
La fame è influenzata da molti fattori, tra cui quello emotivo che porta a mangiare in modo eccessivo o a rifiutare il cibo. Dipende anche dall'alimento: un piatto di soli carboidrati aumenta la sensazione di fame, se invece si aggiungono le fibre si ottiene un maggiore senso di sazietà.
Un ruolo importante nel controllo del peso e dei chili in eccesso è dato dal microbiota intestinale, un insieme di batteri, miliardi, che vivono all'interno dell'apparato digerente e servono a proteggere le mucose e favorire il benessere dell'intestino.
La presenza di questi batteri, numerosi alla nascita, diminuisce con il passare degli anni a causa di molti fattori: alimentazione, mancanza di attività fisica, alcol, fumo, l'uso di farmaci, in particolare gli antibiotici. Questo porta a una condizione di disbiosi intestinale, con conseguente infiammazione e tutti i sintomi che ne conseguono: gonfiore, problemi di alvo irregolare, dolori intestinali.
Le problematiche non sono solo legate all'apparato digerente, ma c'è una correlazione tra disbiosi e malattie sistemiche come dismetabolismo, matattie autoimmuni e neurodegenerative.