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New Penta: perdere peso per vivere più a lungo e meglio

New Penta: perdere peso per vivere più a lungo e meglio

Molti sono convinti che perdere peso sia solo una questione di estetica, ma si sbagliano. Restare in forma aiuta soprattutto a vivere più a lungo e meglio.

Sovrappeso, obesità e diabete sono spesso conseguenze di uno stile di vita a lungo scorretto, caratterizzato da sedentarietà ed eccesso di alimentazione. L’obesità purtroppo è una malattia cronica, la cui guarigione è rara, il calo di peso lento, la recidiva comune ed il cui trattamento è spesso più frustrante e stressante della malattia di base.

Qual è l’approccio dietetico ottimale per un calo ponderale?

L’abbiamo chiesto al Dottor Paolo Favretto, Specialista di Dietologia nonché responsabile dell’équipe di Dietologia Clinica del Centro di medicina Conegliano dove si occupa anche di nutrigenetica e nutrigenomica.

Di recente è stata accreditata una vera alternativa dietetica per il trattamento dell’obesità con un piano alimentare basato sulle diete ad apporto calorico molto basso (Very Low Calorie Diet, VLCD). Queste diete, strutturate anche con un apporto di carboidrati (glucidi) molto basso, sono le cosiddette Very Low Calory Ketogenic Diet (VLCKD). Le VLCKD sono l'evoluzione delle diete chetogeniche nate negli anni Trenta per trattare le epilessie infantili resistenti ai farmaci, ma che a differenza di queste (che dovevano comunque essere normo o ipercaloriche), sono ipocaloriche ed offrono una quantità normale di proteine, adatta al fisico del paziente, ciò consente di non perdere la massa magra, mantenendo inoltre un apporto calibrato di grassi prevalentemente insaturi e polinsaturi, quindi più salubri.

Le VLCKD sono protocolli terapeutici intensivi che devono essere somministrati sotto la supervisione del medico. Il vero punto di attacco di queste è la ridotta quantità di carboidrati che consente al corpo di innescare un meccanismo naturale: la Chetosi.

Dottore in cosa consiste la chetosi?

La chetosi è un meccanismo fisiologico che viene indotto dall’utilizzo dei grassi di deposito, in sostituzione degli zuccheri, come base per produrre energia nell’organismo, mantenendo inalterata la massa magra muscolare. Le diete classiche (ipocaloriche, bilanciate) comportano una lenta perdita di peso e soprattutto un conseguente abbassamento del metabolismo basale che si oppone al dimagrimento compromettendo il mantenimento della massa magra.
Risultano inoltre molto difficili da seguire poiché sono caratterizzate dal perdurare del senso di fame che è invece fortemente attenuato dal meccanismo della chetosi.

L'assunzione giornaliera di proteine e degli altri macro e micro nutrienti è in linea con quanto stabilito dall'EFSA (European Food Safety Authorithy) in uno specifico documento. Un’enorme mole di letteratura scientifica, soprattutto negli ultimi 5 anni, supporta questo protocollo.
In uno studio eseguito dal Dipartimento di Medicina Sperimentale, Sezione di Fisiopatologia Medica ed Endocrinologia, Università di Roma "La Sapienza", Policlinico Umberto I a Roma, pubblicato su una rivista di rilevante importanza internazionale: Endocrine 2015, si pone in risalto come il paziente ottenga un miglioramento generale dei valori biochimici di partenza e tutto questo accompagnato da un senso di benessere ed energia durante tutto il programma nutrizionale.

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