Poco dopo la scoperta dei raggi x avvenuta nel 1895, nasce la radiologia: uno strumento diagnostico fondamentale che continua ad evolversi assieme alla tecnologia.
Com’è cambiata la Radiologia nel corso degli anni?
Per anni la Radiologia ha utilizzato un’unica tecnica di imaging diagnostico, la cosiddetta radiologia tradizionale, e il ruolo del medico radiologo era molto limitato e confinato a quella che veniva definita “interpretazione delle ombre”. L’avvento del digitale e il passaggio ad una radiologia che ha a disposizione più tecniche di imaging (Ecografia, Tomografia Computerizzata, Risonanza magnetica), hanno ampliato il ricorso all’imaging radiologico e di conseguenza allargato gli orizzonti diagnostici del medico radiologo. Pensiamo ad esempio all’utilizzo della Tomografia Computerizzata nello studio delle arterie coronarie (arterie del cuore) e all’utilizzo della Risonanza Magnetica per la diagnosi di molte patologie del cuore, alcune delle quali importanti per coloro che svolgono attività sportive agonistiche.
Com’è cambiata la tecnologia?
La moderna tecnologia mette a disposizione del medico radiologo varie e nuove tecniche di imaging. Queste consentono di ottenere immagini del corpo umano di elevato dettaglio anatomico che, se analizzate da un occhio (“interpretativo”) esperto e se opportunamente utilizzate, consentono di differenziare il normale dal patologico e distinguere un soggetto sano da uno malato. Nello stesso tempo si è rivolta una maggiore attenzione alla riduzione dei livelli di dose per quelle indagini che utilizzano le radiazioni ionizzanti (i cosiddetti “raggi x”). Questo passaggio è particolarmente importante soprattutto se pensiamo al sempre maggiore utilizzo nei bambini e nei giovani adulti della Tomografia Computerizzata; i sistemi di riduzione delle dosi consentono una diminuzione della dose dei “raggi” superiore al 50%, per lo studio di particolari distretti come ad esempio le arterie del cuore o il polmone, la dose raggiunge livelli dell’80% inferiori rispetto alla tecnologia precedente. Non vanno dimenticate infine le possibilità offerte dal passaggio dall’immagine radiologica intesa come pellicola (la cosiddetta “lastra”), all’immagine digitale visualizzabile su di un qualsiasi computer e anche a distanza.
Come possiamo prevedere il futuro della radiologia?
Avere a disposizione queste moderne e sempre più evolute tecniche di imaging porterà il medico radiologo ad interfacciarsi in maniera costante e continua con le altre figure mediche specialistiche, questa maggiore integrazione farà sì che il radiologo da “diagnosta generalista” diventi specialista di organo e/o apparato (ad esempio Cardioradiologo, Oncoradiologo, ecc), in modo da riuscire a personalizzare l’iter diagnostico in base a quelle che sono le necessità cliniche e rendere appropriato il ricorso all’imaging radiologico.
Tratto dal magazine Medicina Moderna n. 1 edizione Padova ©Medicina Moderna