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Tumore al seno, oltre la diagnosi precoce

Tumore al seno, oltre la diagnosi precoce

Oggi, vincere il tumore al seno è possibile. La diagnosi precoce e la molteplicità delle cure, chirurgiche ed oncologiche, allungano la vita.

L’incidenza del tumore al seno è la più elevata fra tutte le forme di neoplasia ed è la prima causa di morte nelle donne di età inferiore ai 50 anni. In Veneto, 1 donna su 9 incontra il tumore al seno nel corso della vita, il 20%, sono giovani donne, in età fertile. In provincia di Treviso si registrano complessivamente 500 nuovi casi/anno.

“Questi dati fanno riflettere e sottolineano quanto sia importante la diagnosi precoce – spiega la dottoressa Laura Dapporto – oggi però possiamo e dobbiamo fare di più.

Una diagnosi accurata, una cura efficace restano incomplete, senza una riabilitazione corporea e psicologica. Se è necessario togliere una mammella, il seno va ricostruito, perché occupa un ruolo centrale nell’immagine che una donna ha di sé, nella sua autostima, nella sua sessualità, nella sua sicurezza verso le relazioni sociali".
 

Qual è la strategia che ritiene vincente?

Diagnosi, cura, riabilitazione richiedono l’intervento di diverse figure professionali, radiologi, chirurghi, patologi, oncologi, radioterapisti.
La collaborazione stretta, la sinergia fra professionisti dedicati alla diagnosi, cura e riabilitazione del tumore al seno garantiscono maggiori probabilità di successo nello sconfiggere il male.
 

Come affronta il problema la chirurgia odierna?

L’evoluzione della chirurgia in senologia ci ha portato ad intervenire in modo sempre meno aggressivo e più conservativo. Insieme alla necessità di una terapia chirurgica radicale, la chirurgia moderna non si rivolge solo allo sconfiggere la malatta in sè, ma al mantenere la femminilità della donna e alla possibilità di tornare rapidamente alla vita di tutti i giorni.

Per questo si cerca di coniugare una cura efficace dal punto di vista oncologico con il rispetto del corpo. L’oncoplastica è la nuova frontiera, che unendo le due figure del chirurgo oncologo e del chirurgo plastico, vuole combattere il tumore e ridare alla donna una vita normale.

Resta aperto il nodo della radioterapia. La si può evitare?

In alcuni casi si può ricorre alla radioterapia intraoperatoria, durante l’intervento, per restituire alla vita quotidiana il tempo delle sedute di radioterapia esterna. E’ comunque fondamentale che la sinergia tra i diversi professionisti in campo continui anche nella fase post operatoria, per consentire un efficace controllo della malattia nel tempo e per dare serenità e qualità alla vita delle donne che hanno incontrato una diagnosi di tumore al seno.


Gli interventi avvengono in anestesia generale o locale?

Con i progressi in ambito di prevenzione e diagnostica difficilmente gli interventi sono così radicali da necessitare di anestesia generale.

È importante quindi nei soggetti in età matura, o dopo un certo numero di gravidanze, rivolgersi ad uno specialista periodicamente per poter diagnosticare e combattere qualsiasi forma neoplasica nel modo meno invasivo possibile.
 

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