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Insufficienza venosa: l'arma migliore è la prevenzione

Insufficienza venosa: l'arma migliore è la prevenzione

Una patologia diffusa soprattutto tra le donne over 50 che, se non trattata, tende a diventare cronica.

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Le patologie legate all’insufficienza venosa risultano essere le più diffuse nei Paesi occidentali. Si stima che a soffrirne di più siano le donne, soprattutto dopo i 50 anni, ma è un problema che tocca anche gli uomini.

Sebbene non ci sia una cura definitiva, l’insufficienza venosa può essere trattata in molti modi. Tuttavia, la prevenzione rimane senz'altro il modo più efficace. 

1 Quali sono i sintomi principali dell'insufficienza venosa?

La malattia venosa cronica, più comunemente conosciuta come insufficienza venosa, ha diversi stadi di gravità, molto spesso lievi, a volte più rilevanti, nell’ambito dei quali va distinta la trombosi venosa, condizione clinicamente più severa.

Parlando di insufficienza venosa, questa si manifesta con sintomi soggettivi e rilievi oggettivi. I pazienti si rivolgono allo specialista spesso per la sensazione di arti pesanti, talvolta bruciore, crampi notturni e gonfiore (edema) delle caviglie.

2 Come si esegue la diagnosi di insufficienza venosa?

Si inizia sempre con una valutazione diretta, obiettiva, in cui si osservano ectasie (dilatazioni) di vario grado, dai fini capillari (teleangectasie) alle varici reticolari e a quelle di grande estensione e calibro (megalovarici).

Oltre alla valutazione clinica è fondamentale eseguire un esame ecocolordoppler che ci consente di
verificare lo stato delle valvole lungo il decorso delle vene, che condizionano i flussi e reflussi, i circoli collaterali e, naturalmente, si pone attenzione alla pre- senza di elementi trombotici.

3 Quali sono i principali trattamenti non chirurgici?

L’insufficienza venosa, nei gradi meno severi, va trattata e monitorata con una certa assiduità, anche per prevenirne il peggioramento. Oggi esistono farmaci specifici che agiscono sul “tono” della parete venosa, sulle molecole dello strato più interno (endotelio), e sul riassorbimento di liquidi da stasi (edema).

In particolare, tra queste sostanze farmacologiche va menzionata la diosmina, una molecola vegetale presente soprattutto negli agrumi, certificata come farmaco, e riconosciuta come molto utile per il trattamento dell’insufficienza venosa, e presente anche in numerosi “integratori” acquisibili anche senza ricetta.

Ma va anche assolutamente raccomandato l’utilizzo di adeguate calze elastocompressive, che rappresenta il trattamento indispensabile e veramente efficace. Ovviamente per ogni grado di insufficienza venosa si deve optare per il giusto grado di compressione.

4 Quando è indicato il trattamento chirurgico per l'insufficienza venosa?

L’intervento si rende necessario, o quantomeno opportuno, quando le varicosità aumentano di estensione e volume e che quindi possono complicarsi con trombosi variamente estese, definite di solito tromboflebiti.

Inoltre, un ulteriore elemento di peggioramento è dato dall’edema, cioè dal “gonfiore” che, frequentemente, determinano le varicosità non trattate.

L’eventuale severità dell’insufficienza venosa presuppone un percorso chirurgico, che negli ultimi vent’anni si è avvalso anche di nuove tecniche che affiancano e sostituiscono quella tradizionale di stripping, ritenuta più invasiva e cruenta.

Altrettanto efficace, ben tollerata e gradita dal paziente, è la tecnica laser con obliterazione endovascolare eco-guidata. L’applicazione dell’energia laser non provoca dolore, consente la chiusura istantanea della safena refluente, che in seguito si ridurrà completamente a un esile filamento.

Spesso, va associata nella stessa seduta chirurgica la rimozione delle varici più superficiali con delle mini incisioni dette flebectomie, che vengono medicate con piccoli punti di sutura riassorbibili.

Tale tecnica può essere utilizzata anche per varicosità superficiali residuali da precedenti interventi, o comunque non strettamente legate all'insufficienza della safena.

I trattamenti ambulatoriali della insufficienza venosa, invece, sono finalizzati alla cura delle varici reticolari e delle teleangectasie cosiddette “capillari”. Le tecniche più efficaci consistono nell'iniezione di farmaci ad azione sclerosante, e per quelli di minor calibro più opportunamente con laser percutaneo.

5 Come prevenire le recidive dopo un trattamento per insufficienza venosa?

Se l’intervento è giudicato necessario, si può procedere con trattamenti scleroterapici, o laserscleroterapici, che possono essere adottati anche a completamento successivo dell’intervento e, in ogni caso, è suggerita la periodica rivalutazione del paziente.

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Dott. Michele Ugliola Dott. Michele Ugliola
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Michele Ugliola

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