Noemi: l'amore richiede coraggio
La cantante romana si racconta e svela la sua evoluzione musicale e personale.
Un aspetto che indubbiamente caratterizza Noemi è il coraggio. Quello che l’ha portata a compiere un percorso fuori e dentro di sè per essere ciò che desiderava e a scegliere, nell’ultimo Festival di Sanremo, un brano (“Se t’innamori muori”, apripista dell’album “Nostalgia”uscito il 28 febbraio) sulla volontà di dare un calcio alla paura, buttandosi senza rete nel vortice dei sentimenti. Esattamente ciò che Noemi ha fatto nel 2008 con il polistrumentista Gabriele Greco, oggi suo marito e collaboratore.
Ma è soprattutto quando canta che la “Rossa” dalla voce graffiante, in tour nei teatri italiani dal 17 novembre, abbandona ogni timore e si mette a nudo fino in fondo.
Per lei la musica è verità, linguaggio autentico.
A Sanremo ha scelto di portare un pezzo, scritto dalla magica triade Blanco-Mahmood-Michelangelo, sul coraggio di fidarsi...
“Se t’innamori muori”, è un brano potente e coraggioso, quasi anarchico, che parla di quanto sia complicato, ma anche bellissimo, affidarsi senza aver paura di rifiuti e delusioni. Si tratta di un abbandono totalizzante che permette di vivere le emozioni fino in fondo”.
Quindi innamorarsi non è poi così male...
"Dare tutto senza riserve o rimpianti è l’unico modo per avere un complice, per condividere il peso di ciò che ci accade nella vita. Ti pare poco? "
Perché, a suo avviso, è così difficile lasciarsi andare?
"Fidarsi di qualcuno fa sentire fragili, vulnerabili, cosa che ci porta ad indossare una corazza, rendendo tutto più complesso. Ecco perché è necessario toglierla anche a costo di mostare i propri difetti”.
Il brano sanremese fa parte del suo settimo album in studio: “Nostalgia”... perché questo titolo?
"Tale sentimento, che non va confuso con la malinconia, ci ricorda chi siamo e ci riporta sempre a casa, come una copertina calda (nella cover ci sono io, in spiaggia, con il mio cane Daisy). Soffermarsi temporaneamente nella dolcezza di un ricordo è il fil rouge di tutto il progetto ed è tipico della mia personalità".
Un buon motivo per ascoltarlo?
"La coesistenza di sonorità elettroniche e classiche ma, soprattutto, la collaborazione con artisti amici come Neffa, autore del pezzo che dà il titolo al disco, Carl Brave, con cui duetto nella ballad “Bosco verticale”, e Tony Effe".
Al Festival, la vostra esibizione sulla cover di Califano ha fatto discutere...
"L’idea è stata mia! Conosco la cultura del rap e ho pensato di essere la persona giusta per condividere con Tony questa esperienza. Abbiamo scelto Califano perchè, oltre alla romanità che ci caratterizza, rappresenta la sintesi tra noi due: autore di pezzi melodici, ma anche uomo della strada, come Effe".
Il cambio immagine del 2021 le calza ancora a pennello?
"La genesi di quel cambiamento è stata emotiva. Tale spinta interiore mi ha fatto sentire l’esigenza di raccontarmi sotto una luce diversa senza perdere la mia essenza".
Diffidente?
"Ho avuto parecchie delusioni e, per questo, non concedo facilmente la mia fiducia. Ci sono state però delle volte in cui, lasciarmi andare, è stato inevitabile: ho capito che "me dovevo butta'".
Intervista di Barbara Carrer