Iodio e mare: un mito da sfatare

Lo iodio è un elemento chimico coinvolto nella regolazione del metabolismo e della crescita in tutto il mondo animale, incluso l'uomo, che generalmente introduciamo nell'organismo attraverso il cibo.

Il corretto funzionamento della tiroide, in particolare, dipende direttamente da un'assunzione equilibrata di iodio che si traduce in adeguata produzione di tiroxina, l'ormone tiroideo. In questo modo, si garantisce un efficace utilizzo energetico dei nostri organi.

Al contrario, la carenza di iodio può provocare disturbi come il gozzo e l'ipotiroidismo e incidere negativamente anche su crescita e sviluppo intellettuale, soprattutto nei bambini.

Qual è la dose giornaliera di iodio consigliata?

L'introduzione ottimale di iodio è di circa 150 microgrammi al giorno per un individuo adulto. Il quantitativo è naturalmente ridotto per neonati e bambini, e leggermente incrementato per le donne in gravidanza. Attenzione però a non eccedere, in quanto anche un'assunzione eccessiva potrebbe causare patologie da non sottovalutare, come ad esempio l'ipertiroidismo.

Quali alimenti vanno introdotti nella dieta, per un'assunzione corretta di iodio?

Preferire il sale marino integrale o iodato, anche se il consumo va mantenuto comunque limitato. Inoltre, contengono quantità significative di iodio anche il pesce di mare, i molluschi e crostacei, i latticini e le uova. 
È importante ricordare che la quantità di iodio contenuta negli alimenti tende a diminuire con la cottura. 

È vero che andare al mare fa bene a chi soffre di patologie legate alla carenza di iodio?

Certamente il mare, il sole, il riposo, l’aria ricca di ossigeno e la vacanza influiscono positivamente sul benessere generale e sono pertanto consigliabili a chiunque. Tuttavia, la quantità di iodio che respiriamo influisce solo in minima parte sul nostro fabbisogno totale, la cui fonte principale è invece costituita dall’alimentazione. 

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