Noduli alla tiroide: cosa sono e quando bisogna preoccuparsi?
I noduli alla tiroide sono una patologia molto diffusa nella popolazione che merita una gestione aggiornata e moderna.
La tiroide è una ghiandola situata nel collo, la cui funzione è quella di produrre gli ormoni tiroidei che hanno un ruolo chiave nel regolare il metabolismo e la funzione cellulare. A volte nella tiroide possono formarsi dei noduli che, se di discrete dimensioni, possono essere avvertiti palpando la regione anteriore del collo.
Che cosa sono i noduli alla tiroide?
Sono degli aggregati di cellule tiroidee che si uniscono tra loro rispetto al restante tessuto. Senza paura, li possiamo definire a tutti gli effetti dei tumori della tiroide, nella maggioranza dei casi (oltre il 90%) di natura benigna.
Quanto sono diffusi nella popolazione e chi è maggiormente a rischio?
Sono molto diffusi, e la prevalenza aumenta con l’aumentare dell’età. Dopo i 50 anni circa una persona su due ha un nodulo tiroideo, di cui spesso si ignora l’esistenza, identificabile però durante l’ecografia.
Il sesso femminile è più interessato e la predisposizione genetica ha un ruolo chiave: capita spesso, infatti, di vedere diversi membri di una stessa famiglia affetti da noduli tiroidei. Anche i fattori nutrizionali, in particolare la carenza di iodio, hanno un ruolo molto importante nello sviluppo dei noduli tiroidei.
Come si contrasta la carenza di iodio?
Innanzitutto sfatiamo un mito: lo iodio non si respira abitando al mare, ma si introduce con gli alimenti.
Le persone che vivono al mare hanno un apporto nutrizionale di iodio superiore a chi vive in montagna perché mangiano più spesso cibi ricchi in iodio (es. pesce di mare, molluschi, etc).
Le zone interne del Veneto sono aree storicamente a carenza iodica, e questo contribuisce al fatto che molte persone abbiano noduli tiroidei, spesso senza saperlo. Esiste tuttavia un modo molto efficace per contrastare questa carenza: consumare il sale iodato nella dieta di tutti i giorni. Questa semplice ed economica misura ha permesso negli ultimi anni di contrastare la carenza iodica in Italia, riducendo il numero di pazienti affetti da noduli tiroidei.
Quali sono i sintomi dei noduli alla tiroide?
I noduli tiroidei non danno quasi mai sintomi. La maggior parte viene scoperta casualmente nell’ambito di esami radiologici eseguiti per lo studio di altre problematiche o in pazienti che, per familiarità, decidono di sottoporsi ad un’ecografia di screening.
Nel caso di noduli voluminosi, il paziente può accorgersi visivamente o alla palpazione di un “bozzo” nella regione del collo e, se i noduli sono davvero grandi, possono insorgere sintomi compressivi come difficoltà nella deglutizione o nella respirazione.
Inoltre, soprattutto nei soggetti più anziani, i noduli tiroidei possono causare ipertiroidismo con comparsa di tremori, agitazione e perdita di peso.
Che cosa bisogna fare quando si scopre di avere un nodulo tiroideo?
La sua scoperta crea solitamente ansia e preoccupazione, ed occorre rivolgersi ad uno specialista endocrinologo. Sarà infatti compito dello specialista valutare ecograficamente le dimensioni e le caratteristiche dei noduli, studiare il funzionamento della ghiandola, indicare se eseguire o meno l’agoaspirato e, infine, scegliere il trattamento più indicato.
I noduli alla tiroide sono tutti uguali?
No, non sono tutti uguali e devono essere sempre valutati nel singolo paziente.
Negli ultimi anni la gestione della patologia nodulare è cambiata in modo molto sostanziale sia in termini diagnostici (es. a chi fare l’agoaspirato e a chi no) sia in termini terapeutici.
È quindi fondamentale che il paziente si rivolga ad endocrinologi aggiornati che afferiscono a centri altamente specializzati nella gestione della patologia nodulare tiroidea, in grado di offrire il percorso diagnostico e terapeutico più idoneo.
Alessandro Brancatella
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