Dopo i 40 anni è importante sottoporsi con cadenza regolare ad un esame mammografico, da inserire in un percorso di diagnostica senologica, al fine di individuare eventuali lesioni precancerose. Infatti, se diagnosticato tempestivamente, il tumore al seno ha ottime probabilità di guarigione completa.

Definizione

1 Cos'è la mammografia?

È lo studio morfologico del seno per mezzo dell'imaging diagnostico, un esame radiologico utilizzato per identificare la presenza di noduli, microcalcificazioni o lesioni causate dall'insorgenza di un carcinoma mammario. 

Nella mammografia si utilizzano delle radiazioni ionizzanti per studiare la mammella attraverso il contrasto che si crea tra il grasso e il tessuto ghiandolare e arrivare ad una diagnosi precoce del tumore al seno. 

La mammografia bilaterale fa parte del protocollo di screening per la prevenzione del cancro al seno ed è prevista dal Ministero della Salute in generale dopo i 50 anni, anche se alcune regioni stanno ampliando le fasce di età coinvolte includendo anche le donne dai 45 ai 49 e dai 70 ai 74 anni.

In generale si raccomanda a partire dai 40 anni mentre, per chi ha familiarità con la malattia, ovvero parenti di primo grado che hanno sviluppato un carcinoma al seno, è consigliato iniziare dai 30 anni.

Può anche essere impiegata per indagare la natura di un nodulo rilevato con la palpazione.

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L'origine della mammografia: dall'analogica alla tomografia

Pioniere della radiologia senologica è stato il medico chirurgo tedesco Albert Solomon che nei primi anni del XX secolo studiò ai raggi X oltre 3000 tessuti mammari provenienti da mastectomie, osservando le microcalcificazioni che caratterizzano il tumore al seno.

Nonostante ulteriori studi portati avanti negli anni '30, la mammografia prenderà forma solo all'inizio degli anni '60 nella sua versione analogica, con l'impiego di lastre. Con i miglioramenti dati dallo sviluppo tecnologico si evolverà rapidamente nelle decadi successive.
A cavallo degli anni 2000 viene introdotta la mammografia digitale che, nonostante un'immagine meno dettagliata, fornisce un contrasto visivamente più netto e di più agevole interpretazione per il medico radiologo.

Si approda, infine, alla tomografia 3D che si avvale della scomposizione dell'immagine in strati dello spessore di 1 millimetro tramite l'acquisizione da più angolature e la sua ricostruzione in un immagine tridimensionale per mezzo di algoritmi.
Con questa metodologia si possono indagare anche le zone di sovrapposizione del tessuto ghiandolare che con le tecniche precedenti non erano di facile lettura.

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2 Mammografia: quando farla?

Ogni donna dall'età di 40 anni dovrebbe iniziare un programma di prevenzione con screening senologico periodico per verificare un'eventuale presenza di alterazioni dei tessuti come lesioni, calcificazioni, noduli o distorsioni.
Infatti, lo scopo dell'esame è quello di rilevare sospette neoplasie in fase preclinica, quando, statisticamente, le possibilità di guarigione completa sono alte.
Nonostante i protocolli di screening si concludano al compimento dei 70 anni, si consiglia, se la salute generale lo permette, di proseguire con la mammografia fino ai 74 anni.

Le donne più giovani presentano un tessuto ghiandolare più denso e di più difficile interpretazione, quindi, se non hanno familiarità con la malattia, possono avvalersi dell'ecografia al seno per iniziare il percorso di prevenzione.
Chi presenta anomalie genetiche come le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2, verrà seguita con indagini più approfondite già dai 30 anni.

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3 Come si svolge la mammografia?

Non serve una preparazione particolare per eseguire l'esame mammografico, anche se può risultare utile eseguirlo tra il 5° e il 12° giorno del ciclo per evitare la fase di ovulazione durante la quale i tessuti del seno sono tesi e dolenti.

La mammografia è fondamentalmente indolore, anche se la compressione del seno potrebbe causare fastidio in alcune pazienti.
Si svolge con un particolare strumento radiologico che proietta un fascio di raggi sulla mammella, appoggiata su di un piano e compressa con una lastra per mantenerla immobile durante i secondi di rilascio delle radiazioni. La compressione serve anche a ridurre il volume del seno e, di conseguenza a ridurre la quantità di radiazioni necessarie per lo svolgimento dell'esame.

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Mammografia: effetti collaterali

La mammografia è un esame che non presenta effetti collaterali particolari, ma ci possono essere delle precauzioni da prendere.
Innanzitutto, essendo un esame radiologico, il tessuto del seno assorbe una piccola parte di radiazioni, per cui la frequenza di ripetizione dell'esame non deve essere inferiore ai 12 mesi. Solitamente è consigliato un intervallo tra i 18 e i 24 mesi nelle fasce di età meno a rischio, da aumentare su indicazione del medico specialista in senologia.

Per le donne in età fertile è più indicato eseguire la mammografia nelle prime due settimane del ciclo, per evitare di comprimere un seno dolorante per l'ovulazione e per avere la certezza che non sia in corso una gravidanza. Infatti l'esame non è indicato alle gestanti poiché l'assorbimento di radiazioni potrebbe creare nuocere al feto.