Ansia e sedazione cosciente
Quanti sono i pazienti che si sottopongono alle cure odontoiatriche in piena serenità?
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E’ ormai scientificamente dimostrato che il paziente apparentemente tranquillo una volta seduto dal dentista, in parte per l’ansia e in parte per l’azione degli anestetici locali, modifica i suoi parametri fisiologici: la pressione si alza, il battito aumenta; e se è vero che i pazienti sani hanno pi. margine per tollerare queste variazioni,sono sicuramente a rischio quelli che soffrono di ipertensione e di malattie cardiovascolari in genere
oltre che diabetici, allergici e naturalmente i fobici.
oltre che diabetici, allergici e naturalmente i fobici.
Come si affronta il paziente ansioso dal dentista?
Prima di tutto bisogna misurare l’ansia: esistono test (VAS, MDAS) che consentono di “prendere le misure” del paziente rispetto al suo stato d’animo. In seguito tutte le tecniche di comunicazione, dalla programmazione neuro linguistica all’ipnosi, senza trascurare una sana carica di sincera umanità, sono utili a stabilire un rapporto empatico e a costruire la relazione serena, primo step per ridurre l’ansia.
Ma quando il paziente è seduto come si fa a verificare la sua ansia?
Basta collegare il monitor multiparametro al paziente e così per tutta la seduta possiamo controllare i valori di pressione arteriosa, battito cardiaco, saturazione dell’ossigeno e tracciato elettrocardiografico verificandone le variazioni.
Esiste forse una tecnica per rendere il paziente tranquillo sulla poltrona del dentista?
Ma certo, a questo punto, abbiamo due opportunità, la prima è la sedazione con la mascherina per il protossido d’azoto (la così detta molecola “esilarante”) che il paziente, adulto o bambino ama particolarmente e che consente di sciogliere l’ansia rendendo la seduta piacevole, ovattata e senza tempo.
La seconda opportunità, utilizzata quando la necessità ansiolita è maggiore, è la sedazione endovenosa: sempre in totale coscienza il paziente viene sedato con la somministrazione progressiva di tranquillanti. In tutti i casi sarà il paziente stesso a comunicarci il suo grado di rilassamento e così, solo allora, inizieremo l’intervento.
La seconda opportunità, utilizzata quando la necessità ansiolita è maggiore, è la sedazione endovenosa: sempre in totale coscienza il paziente viene sedato con la somministrazione progressiva di tranquillanti. In tutti i casi sarà il paziente stesso a comunicarci il suo grado di rilassamento e così, solo allora, inizieremo l’intervento.
Che formazione è necessaria per poter utilizzare queste tecniche di sedazione?
Fatto salvo che qualunque odontoiatra non solo può, ma è tenuto ad adottare tutte le sue competenze per mettere il paziente in sicurezza e quindi ad utilizzare le tecniche di ansiolisi, resta il fatto che è fondamentale avere una formazione precisa, strutturata e accreditata.
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