Disturbi della circolazione arteriosa periferica: quali sono i segnali d’allarme?

1 Quali sono i sintomi di un'arteria ostruita?

Pensiamo ad esempio a una arteria della nostra gamba: quando sono seduto i muscoli del polpaccio sono poco utilizzati e richiedono solo la minima quantità di ossigeno, mentre quando camminiamo o corriamo questo bisogno aumenta in maniera considerevole.

Tutto va bene se le nostre arterie sono libere, mentre le cose cambiano se sono presenti placche od ostruzioni che non permettono un flusso di sangue sufficiente per le masse muscolari attivate. A questo punto, i muscoli della gamba vanno in sofferenza per lo scarso apporto di ossigeno ed emettono un segnale per interrompere lo sforzo: compare un crampo a livello del polpaccio che ci obbliga a fermarci.

Questo sintomo costante durante la deambulazione viene definito con il termine di claudicatio intermittens ai più noto come disturbo definito “malattia delle vetrine”: si cammina per 50 metri e poi ci si ferma come se si stesse guardando una serie di vetrine per permettere al crampo di attenuare la sua morsa e quindi poter riprendere a camminare per altri 50 metri .

La localizzazione della malattia aterosclerotica alle arterie degli arti inferiori viene definita come Arteriopatia Obliterante Periferica (AOP) e spesso è coesistente con altre localizzazioni dell’aterosclerosi nel nostro corpo: coronarie e arterie carotidi.

2 Come capire se si ha un problema di circolazione?

Innanzitutto, bisogna ricordare che avere un dolore all’arto inferiore non vuol dire avere un’arteriopatia: nell’ambito della diagnosi differenziale bisogna principalmente ricordare le patologie osteoarticolari dell’anca e ginocchio, le neuropatie periferiche (lombosciatalgia), la stasi venosa da insufficienza venosa cronica, le neurofibromialgie.

Fondamentalmente il sintomo dell’arteriopatia periferica si ha durante il movimento, scompare dopo qualche minuto di riposo e si ripresenta ogniqualvolta si torni a camminare.

L’aggravamento clinico, la trombosi dell’arteria può portare a dolori anche a riposo oltre a segni visibili di ridotta perfusione ematica quali riduzione della temperatura cutanea del piede e pallore cutaneo. Spesso in questi casi il paziente riferisce di sentire una differenza termica dei piedi quando è coricato a letto.
Nei casi più severi il dolore a riposo è intrattabile anche con gli antidolorifici e impedisce una posizione sdraiata costringendo a mantenere le gambe a “penzoloni “ sempre fuori dal letto.

3 La diagnosi delle arteriopatie

La visita dal proprio medico curante sarà inizialmente importante affinché venga impostata una diagnosi più precoce possibile, mediante la valutazione degli arti con ricerca dei polsi arteriosi periferici e la verifica delle condizioni della cute.

Il primo accertamento specifico richiesto sarà l’EcoColorDoppler che valuterà la presenza di calcificazioni delle pareti arteriose ed eventuali stenosi od occlusioni delle arterie esaminate, oltre a quantificare il flusso di sangue ai territori periferici.
Qualora sia necessario studiare meglio lo stato dell’albero vascolare si procederà a eseguire l’AngioTAC o la Risonanza Magnetica.

Solo sulla scorta delle informazioni ottenute da questi esami si avrà una corretta entità delle lesioni e si sceglierà il trattamento più consono per il paziente.