L’aneurisma dell’aorta addominale: cause, sintomi e trattamento
Una condizione spesso senza sintomi, ma che necessita di un'adeguata prevenzione, ne parliamo con il Dott. Vittorio Dorrucci, chirurgo vascolare.
Per aneurisma s’intende una dilatazione progressiva e permanente di un'arteria dovuta ad un indebolimento o lesione della sua parete.
Le arterie sono i vasi sanguigni che trasportano il sangue dal cuore alle diverse parti del corpo: l’arteria più grande del nostro corpo è l’aorta che nasce nel torace e decorre lungo la colonna vertebrale dentro l’addome per poi sdoppiarsi nelle arterie degli arti inferiori.
1 Cause
Le cause della dilatazione sono di natura congenita e familiare (un’alterazione genetica) o dovute all’associazione di multipli fattori esterni che agiscono sulla parete dell’arteria quali:
- aterosclerosi
- ipertensione
- ipercolesterolemia
- obesità
- malattie infiammatorie
o uno stile di vita irregolare dove il fumo di sigaretta assume il ruolo fondamentale nel provocare una costante infiammazione vascolare.
Tra i fattori elencati, quello che ha maggior effetto è la presenza di una ipertensione arteriosa elevata non controllata farmacologicamente che porta ad un continuo e progressivo sfiancamento della parete dell’aorta con maggior rischio di rottura nei soggetti predisposti.
La sede più frequente degli aneurismi aortici risiede nell’aorta addominale (il tratto che decorre dalla regione diaframmatica alla regione sottombelicale), ma possiamo trovare coinvolta anche l’aorta toracica così come non sono infrequenti le localizzazioni nelle arterie degli arti inferiori e nelle arterie addominali (arteria che irrora la milza o il fegato).
La forma assunta dagli aneurismi può essere di tipo fusiforme o sacciforme e conoscere la morfologia oltre alla sede sarà importante per selezionare correttamente il trattamento riparativo.
2 Sintomi
Nella maggior parte dei casi le dilatazioni delle arterie si sviluppano negli anni senza sintomi e i disturbi che talvolta provocano sono dovuti alla dimensione e alla compressione esercitata agli organi vicini.
I sintomi più importanti che richiedono un'immediata valutazione medica sono collegati
- alla trombosi dell’arteria con successiva ischemia
- al distacco dal lume della sacca di materiale trombotico che causa embolie spesso a livello del piede
- alla rottura dell’aneurisma con conseguente emorragia
In questo caso oltre al forte dolore continuo nella sede della rottura (dolore toracico o nella regione dello stomaco irradiato alla schiena) si presenteranno i sintomi caratteristici della perdita di sangue:
- sudorazione fredda
- nausea
- frequenza cardiaca aumentata
- ipotensione
- collasso
In presenza di uno o più sintomi descritti recarsi immediatamente in ospedale soprattutto se è noto di essere portatore di aneurisma aortico.
3 Diagnosi e prevenzione
Gli aneurismi asintomatici vengono spesso diagnosticati casualmente eseguendo esami effettuati per altre patologie come nel caso di una ecografia addominale, una risonanza magnetica per disturbi della colonna vertebrale o un radiogramma del torace di controllo.
Una volta che si sospetta la presenza di aneurisma aortico gli esami da effettuare sono:
- Ecografia EcoColorDoppler dell’aorta addominale
- angioTAC di tutta l’aorta o angiografia a risonanza magnetica
L’EcoColorDoppler è un esame non invasivo, effettuato in regime ambulatoriale, permette di ottenere non solo informazioni ecografiche sulle dimensioni della dilatazione aortica ma anche di studiare il flusso di sangue delle arterie renali e degli arti inferiori.
Le informazioni ottenute indirizzeranno il medico ad una eventuale necessità di approfondire il livello diagnostico mediante esecuzione di Angio TAC. Per questo motivo l’esame più utilizzato per fare lo screening vascolare è l’ecocolordoppler dell’addome che dovrebbe essere effettuato superati i 50 anni dopo aver eseguito un'attenta visita vascolare.
La prevenzione è molto importante soprattutto nelle persone con familiarità positiva per aneurismi dell’aorta e nei soggetti con numerosi fattori di rischio quali fumo di sigaretta, ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia e obesità.
Sempre nell’ambito di una prevenzione cardiovascolare sarà necessario valutare con ecocolordoppler le arterie degli arti inferiori per la ricerca di eventuali localizzazioni periferiche (malattia polianeurismatica) e un ecocardiogramma per monitorare la funzionalità cardiaca e le dimensioni dell’aorta a partenza dal cuore.
4 Trattamento
Prima di accennare al trattamento chirurgico deve essere spiegato molto chiaramente quali cambiamenti comportamentali dovranno essere assunti sia prima che dopo l’intervento. Nello specifico il paziente dovrà mettere in pratica una correzione dello stile di vita, soprattutto se fumatore e obeso, poiché tali condizioni aumentano notevolmente le possibili complicanze nel postoperatorio.
La terapia chirurgica consiste nel mettere in sicurezza il tratto di aorta dilatato per evitarne la rottura.
La decisione di quando e come intervenire si basa sulle condizioni generali del paziente, l’eventuale presenza di patologie cardiovascolari e dismetaboliche associate, l’età e dimensioni dell’aneurisma valutando il suo aspetto (fusiforme o sacculare) mediante ecodoppler e angioTAC.
Le linee guida internazionali suggeriscono di intervenire quando il diametro dell’aneurisma dell’aorta addominale supera mediamente i 5 cm (il diametro dell’aorta sana è di 2 cm circa) o qualora, durante i controlli ecografici effettuati annualmente, vi sia una crescita repentina e maggiore di un centimetro del diametro della dilatazione già nota.
Nel caso di aneurismi di piccole dimensioni si suggerisce un follow up ecografico annuale con correzione dei fattori di rischio mentre nelle dilatazioni maggiori di 5 cm o negli aneurismi sacciformi anche di più piccole dimensioni, come si diceva, si pone indicazione al trattamento chirurgico che può essere di due tipi: endovascolare mini-invasivo o chirurgico tradizionale.
Intervento endovascolare
Il trattamento ormai consolidato negli anni ed effettuato sempre di più in anestesia locoregionale, consiste nel posizionare attraverso le arterie dell’inguine con controllo radiografico una endoprotesi (stent ricoperto) all’interno dell’aneurisma con conseguente esclusione della dilatazione.
Con questa metodica possono essere corrette contemporaneamente anche restrizioni delle arterie renali o delle arterie iliache. Negli ultimi anni la tecnologia ha fornito endoprotesi fabbricate in maniera specifica per ogni paziente al fine di potere trattare anche aneurismi dell’aorta addominale che comprendevano l’origine delle arterie adibite a portare sangue agli organi addominali.
Lo stesso dicasi per il trattamento degli aneurismi toraco-addominali.
Il decorso postoperatorio richiede pochi giorni di ricovero e risulta sicuramente più agevole per il paziente anche perché gravato da minori complicanze respiratorie e cardiovascolari.
Tale procedura richiede, però, maggiori controlli Tac ed ecografici negli anni a seguire per monitorare l’andamento della sacca aneurismatica poiché viene esclusa ma non rimossa.
Intervento tradizionale
Si esegue in anestesia generale e richiede un accesso chirurgico all’aorta dopo incisione addominale.
L’aneurisma viene rimosso dal chirurgo e sostituito da una protesi sintetica che viene suturata manualmente.
Questo tipo d’intervento viene spesso utilizzato nel caso di urgenza qualora sia diagnosticata la rottura dell’aneurisma. La degenza postoperatoria risulta più lunga e gravata da possibili complicanze cardiovascolari e respiratorie soprattutto nei soggetti anziani, ma in compenso richiede meno controlli durante il follow up negli anni successivi e per questo motivo viene consigliato a soggetti di media età.
Vittorio Dorrucci
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