Abel Ferrara e la vita dopo la tossicodipendenza
Il regista statunitense ci ha raccontato la sua routine e quanto sia fondamentale per la sua rinascita dopo un passato schiavo dell’alcol e delle droghe.
La dipendenza da alcol e droghe è un problema mondiale, spesso sottovalutato e difficilissimo da estirpare. Secondo il nuovo rapporto dell’OMS, sono oltre 3 milioni i decessi annui dovuti all’uso di alcol e droghe, più frequenti tra gli uomini.
Un fardello che non guarda in faccia a nessuno e che Abel Ferrara, regista statunitense noto per i film come Il cattivo tenente (1992), Padre Pio (2022) e l’ultimo Turn in the Wound presentato in anteprima italiana al Biografilm Festival lo scorso giugno, conosce bene.
Per molti anni, infatti, la sua vita è stata segnata dalla tossicodipendenza: un’ombra oscura che l’ha perseguitato minacciosamente finché, poco più di una decina di anni fa, è riuscito a raggiungere quella consapevolezza che gli ha permesso di vincere questa dura battaglia.
Ferrara, nato a New York nel 1951, deve il suo cognome italiano al nonno paterno di origini campane, una figura centrale durante la sua infanzia e con il quale si trovava in forte connessione.
Cresciuto nel complesso quartiere del Bronx, Abel Ferrara ha coltivato la sua passione per il cinema sin da giovanissimo, assorbendo le atmosfere dei prolifici anni ‘70. In quel periodo, il regista ha conosciuto i lati più oscuri del mondo che lo hanno condotto vorticosamente a una vita piena di dissipatezze.
Nel corso della sua carriera cinematografica, Ferrara ha portato sul grande schermo la realtà, nuda e cruda, attraverso temi forti come la violenza fisica e l’abuso di droghe, in totale contrasto con quello della religione cattolica. Fede che, peraltro, ha sempre messo in discussione. Nei suoi film, infatti, i personaggi sono delle anime in pena alla ricerca spasmodica di un briciolo di redenzione, la stessa a cui, probabilmente, anche lui ha aspirato.
La sua esistenza oggi, però, è cambiata drasticamente. Il regista ora vive a Roma, dove ha trovato la sua salvezza (d’altronde, che il nostro Paese rappresentasse la sua rinascita era un po’ scritto nel destino!) -, e dove conduce una vita sana e regolare lontano da vizi e tentazioni: segue una dieta bilanciata, beve molta acqua, dorme almeno otto ore per notte e si è avvicinato alla pratica buddista.
Come è riuscito a cambiare il suo stile di vita? E ora, cosa fa per stare bene e prendersi cura di sé stesso?
“Quello che faccio per prendermi cura di me stesso è andare a dormire ogni sera alla stessa ora, verso le 23 o le 24, e dormire tutta la notte. Prendermi cura di me stesso non mi pesa perché è questa una delle cose che mi ha salvato e che mi salva.
Mi alzo dal letto entro 5 minuti dal risveglio e preparo un caffè espresso. Mentre aspetto che il caffè sia pronto, rifaccio il letto, poi mi siedo al tavolo della cucina, bevo il mio caffè e mentalmente faccio un elenco di tutte le cose di cui sono grato: tutte le cose che ho, tutte le cose positive che mi stanno per accadere. Non permetto che entrino pensieri negativi, nulla che io non abbia o eventi negativi. Poi medito per circa 20 minuti, faccio un esercizio di respirazione buddista tantrico mentre ascolto semplici canti buddisti. Faccio un semplice canto e poi mi concentro sul mio respiro. Mi assicuro di farlo tutti i giorni e, nei giorni in cui ho degli impegni, mi sveglio prima per compensare. Vado a dormire prima, se necessario. Dormo almeno 8 ore al giorno. Durante la giornata mi ritaglio 20 minuti per fare del semplice yoga o del pilates, a seconda di come mi sento. Non mi prendo dei giorni di riposo, ogni giorno mi do l'opportunità di vivere una giornata che mi renda felice, gioioso e libero.
Qualche volta posso fallire, ma senza questi strumenti non avrei alcuna possibilità di stare bene con me stesso. Non bevo, non mi drogo, non fumo e, negli ultimi 6 mesi, ho eliminato dalla mia dieta la carne e questa, finora, si è dimostrata una svolta positiva per me. Inoltre, bevo molta acqua.
Per salvarmi. È questo il motivo per cui vivo così! Per molto tempo la mia vita è stata incentrata sulla mia dipendenza da droghe e alcol che mi ha lasciato in un luogo buio. Mi ci è voluto molto tempo per capire che non facevano più per me e, una volta smesso, non sono più tornato indietro.”
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