Paure e dubbi sulla fecondazione assistita
Bombardamento ormonale, impotenza, cagionevolezza dei nati: quali sono le paure più grandi delle coppie che hanno difficoltà ad avere un bimbo?
Quando il bimbo che desideriamo non arriva, la fecondazione assistita può venire in nostro aiuto. Tuttavia, è normale avere dubbi sulla strada da seguire e preoccuparsi delle conseguenze che il cammino verso la genitorialità potrebbe com portare. È opportuno affrontare questi interrogativi ed è importante rivolgersi a chi può aiutarci a capire quali sono le vere difficoltà e quali invece sono solo luoghi comuni infondati.
Dott. Borini, quali sono le principali paure delle coppie che affrontano il cammino della fecondazione assistita?
Da 30 anni lavoro stando al fianco delle coppie nella ricerca di una gravidanza e devo dire che nel tempo alcune si sono ridotte. La procreazione assistita non è più considerata fantascienza, ma una strada percorribile, se necessario, dalle coppie in cerca di un bimbo. Altre, invece, sono sempre lì, a pesare sul cammino già difficile di queste coppie verso la genitorialità.
Di cosa hanno più paura i futuri padri?
Gli uomini, più spesso, hanno paure legate alla sfera psicologica, alla correlazione quasi automatica, per quanto errata, tra potenza sessuale e fertilità. Si preoccupano soprattutto, però, per le conseguenze che possono esserci per le loro compagne.
A cosa pensano principalmente le future madri?
La paura maggiore è sempre stata e resterà sempre, forse, quella dell'andare incontro al cosiddetto bombardamento ormonale. Ma le terapie e i protocolli che le pazienti seguono oggi hanno avuto un’evoluzione tale da permetterci di modulare in modo efficace ed efficiente la stimolazione ormonale necessaria alla preparazione ed alla realizzazione dei trattamenti di fecondazione, salvaguardando il benessere e la salute della paziente e riducendo al minimo possibile l'impatto della terapia. Non esiste alcuna correlazione provata scientificamente tra maggiori rischi di insorgenza di patologie, in particolare di neoplasie, e l'essersi sottoposte a terapie per la fertilità e a cicli di fecondazione assistita. Nonostante la comunità scientifica stia naturalmente continuando ad indagare sul tema, al momento sappiamo che grazie alla PMA e al congelamento preventivo di gameti e di tessuto ovarico e/o uterino siamo riusciti a raggiungere il risultato di rendere madri donne che avevano avuto in passato patologie neoplastiche.
Parlando dei bambini, è vero che i nati con la Procreazione Medicalmente assistita sono più cagionevoli?
Un embrione è un embrione ed il fatto che si formi nel corpo di una donna o in un laboratorio non cambia nulla. I bambini nati da PMA sono quindi esattamente identici a quelli concepiti naturalmente. Non vi sono evidenze scientifiche di aumenti di patologie o malformazioni nei nati da trattamenti di fecondazione assistita, nonostante la scienza continui giustamente a studiare e ad approfondire. L’unico piccolo incremento riscontrato è legato alle problematiche della sfera urogenitale per bambini maschi che nascono da padri con gravissime alterazioni della produzione di spermatozoi: questo però è legato alla probabile origine genetica di questo tipo di problema, non ai trattamenti di fecondazione in vitro, non ai trattamenti di fecondazione assisitita.
I bambini nati da PMA sono identici a quelli concepiti naturalmente, non sono maggiormente esposti a malattie
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