BOCCIATI I FARMACI PER LA MEMORIA
LE PILLOLE AVREBBERO PIÙ EFFETTI COLLATERALI CHE BENEFICI
Assumere farmaci per la memoria, o "potenziatori cognitivi", non garantisce effetti a lungo termine nelle persone che soffrono di lievi deficit cognitivi. Anzi, in questi pazienti, la terapia produce un numero significativamente maggiore di effetti collaterali come nausea, diarrea, vomito e mal di testa. A bocciare il rapporto costo-beneficio degli stimolatori cognitivi è una metanalisi condotta dai ricercatori del St. Michel's Hospital di Toronto, pubblicata sul Canadian Medical Association Journal.
«I nostri risultati non supportano l'uso a lungo termine di questi farmaci nei pazienti con lievi deficit cognitivi», affermano Andrea Tricco e Sharon Straus, autrici della ricerca che ha analizzato i risultati di otto studi di confronto tra questi medicinali (donepezil, rivastigmina, galantamina e memantina) e placebo. 4,6 MILIONI - Mentre a breve termine sono stati osservati benefici, questi non sono stati confermati nel lungo termine, dopo circa un anno e mezzo di osservazione. Si stima che a soffrire di lievi deficit cognitivi siano circa 4,6 milioni di persone nel mondo, e che ogni anno dal 3 al 17% di questi pazienti sviluppi Alzheimer o altre forme di demenza.
È stato ipotizzato che una terapia a base di potenziatori cognitivi possa ritardare l'insorgenza di demenza e da allora le richieste da parte delle famiglie aumentano. Una domanda che non sarebbe però supportata dai risultati, secondo lo studio del team di Toronto finanziato dal Network canadese per l'efficacia e la sicurezza dei farmaci, che fa parte dei Canadian Institutes of Health. Gli stessi ricercatori, in un lavoro pubblicato ad aprile sempre sul Cmaj, avevano osservato che farmaci, prodotti a base di erbe o vitamine non prevengono il declino cognitivo negli anziani sani.
Fonte: corriere.it
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