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Cosa vuol dire avere "un po' di glicemia"? Scopriamo i rischi dell'iperglicemia

Cosa vuol dire avere "un po' di glicemia"? Scopriamo i rischi dell'iperglicemia

È importante non trascurare anche valori apparentemente bassi di glicemia per scongiurare l'insorgenza di malattie come il diabete.

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La glicemia (dal greco γλυκύς "dolce" e αἷμα "sangue"), ci indica il contenuto di glucosio presente nel sangue. Poichè il glucosio ha una funzione molto importante, essendo una fonte di energia "pulita", i suoi valori sono tenuti sotto controllo con meccanismi complessi: quando questi meccanismi si alterano, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno; troveremo allora la Glicemia un po', o anche tanto, elevata (iperglicemia). 

Ne consegue una malattia cronica: il diabete

1 “Dottore, ho un po’ di glicemia, devo preoccuparmi?” Le viene mai posta questa domanda?

Eh, sì, e nei più vari contesti, in ambulatorio come in una tranquilla conversazione fra amici, senza particolare apprensione, però, seguita poi, quasi a reciproca rassicurazione, da un “...ma mi è stata data la dieta e tutto è andato a posto”.
L’ interlocutore è sereno, credendo, inconsapevolmente, di aver posto rimedio. 

2 Il Diabetologo può limitarsi altrettanto serenamente a rassicurare?

Non credo proprio: questi sa bene che dietro ad un po’ di glicemia talvolta si nascondono degli spettri che, benché non siano propriamente quelli di Ibsen, non sono però meno problematici, ne cito uno: “il diabete secondario a patologie del pancreas (DEP), è una delle forme di diabete di nuova insorgenza più frequenti nella popolazione adulta dopo il diabete tipo 2”.1

Se non bastasse, aggiungo una segnalazione del NCI Staff (National Cancer Institute – come dire il Ministero della salute degli USA) con cui un anno fa ci avvertì che quando viene scoperto un nuovo diabete bisogna sottoporsi a test aggiuntivi per lo studio del pancreas.

Questi sono solo due esempi, fra i tanti che si possono fare, che ci dicono con forza come quello che sembra un parametro di laboratorio appena alterato, quindi banale, non debba mai essere trascurato.

3 Con queste precisazioni, non pensa che il suo interlocutore sarebbe ben preoccupato?

Forse un pochino sì e, probabilmente un po’ seccato, aggiungerebbe: “Ma dottore, cosa va dicendo, cosa c’entra il diabete? Io ho solo un po’ di glicemia!”. Invece c’entra, altro che se c’entra! Senza generare allarmismi, invito tuttavia a riflettere sui seguenti punti, ponendoci alcune domande: 

1) Per accertamenti l’esame per la glicemia va eseguito in buon laboratorio certificato seguendo procedure standardizzate – cosa che non sempre succede.

2) Qual è il valore della glicemia normale?
La glicemia è normale quando non supera un valore di 5.5 millimoli per litro, che corrisponde a 99,08 mg/dl (in Italia per semplicità è aggiustata a 100 mg/dl).3

3) E se la glicemia supera i 100 mg/dl, magari di poco?
Siamo di fronte a una glicemia alterata: questa indica che qualcosa non funziona a dovere nel nostro organismo. In particolare:

  • se il mal funzionamento è leggero o iniziale, allora avremo una glicemia alterata fra 100 e 125 mg dl e parleremo di Pre-Diabete: volgarmente detto un po’ di glicemia alta
  • se esso è più intenso allora la glicemia sarà > 125 e parleremo di Diabete

4 Dunque, da “un po’ di glicemia” siamo passati al Pre-Diabete per giungere al Diabete; il nostro interlocutore potrebbe farci notare che lui però... mica ha il Diabete! Quindi....? 

... quindi aggiungerei alcuni chiarimenti cruciali:

1) Il livello di glicemia alterata indica solo che qualcosa non funziona, ma non ne indica la causa

2) Le cause del mal funzionamento che ci porta allo stadio di Pre-Diabete sono identiche a quelle che portano al Diabete

3) L'essere allo stadio di Pre-Diabete non esclude che siamo invece già allo stadio nascosto di Diabete o che ci stiamo arrivando o che ci arriveremo in futuro 

4) Infine, che si possa, talvolta, tornare indietro alla normalità con opportuni provvedimenti 


Quel che sta dicendo è che si tende a sottovalutare non solo i valori ma anche la tipologia di diagnosi?

Purtroppo sì e magari ci si avvia subito a curare qualcosa che ancora non si sa neanche cosa sia. Invece, in presenza di una iperglicemia, anche lieve, corre l’obbligo di accertare l’eventuale patologia che sta alla base del mal funzionamento: tale patologia può essere facile da curare, talvolta invece è ben complessa, cosa che non possiamo conoscere a priori.

Il mio interlocutore, cui di certo ho rovinato la serata, vorrebbe ora sapere come si fa ad accertare se l’alterazione di base sia grave o leggera: dovrei deluderlo, poiché l’alterazione di base può essere facilmente curabile, ma non è mai leggera; essa, nel migliore dei casi rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare, poiché si associa a varie altre alterazioni metaboliche. Corre l’obbligo al medico di fare un valutazione del rischio cardiovascolare totale secondo le Iinee guida ESC Europe del 2019-2021.4

5 Una volta individuate le cause il primo pensiero va alla dieta?

“Se mi metto subito a dieta e la glicemia migliora non sono già a posto?” Anche questa è una tipica domanda che noi diabetologi ci sentiamo rivolgere. Sicuramente la speranza non deve mai venir meno! La risposta però, da parte dello specialista, deve essere perentoria: correggere gli errori alimentari è sempre legittimo, dare la dieta per curare qualcosa che non si conosce prima di averlo definito è un grossolano errore.  

 

1 Tratto dal sito della SID (Società It. di Diabetologia):https://www.siditalia.it/ricerca/ journal-club/mortalita-tumori-e-altri-tipi-di- danno-d-organo/2544-antidiabetic-medications- and-mortality-risk-in-individuals-with-pancreatic- cancer-related-diabetes-and-postpancreatitis- diabetes-a-nationwide-cohort-study.

2 https://www.cancer.gov/news-events/cancer- currents-blog/2021/pancreatic-cancer-diabetes- early-detection.

3 Attenzione: alcuni laboratori purtroppo non si sono adeguati a questa regola, anche se le società scientifiche l’hanno ribadita (Es.: SIBIOC).

4 https://www.escardio.org/Guidelines

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