Papilloma Virus: H.P.V., vaccino e dintorni
Il vaccino è una vera propria svolta epocale nel campo della prevenzione di una delle malattie più gravi: il tumore del collo dell’utero.
Dieci anni sono passati dall’introduzione della vaccinazione contro l’H.P.V., che inizialmente era solo per le femmine, da farsi entro il 12mo anno di età, ma da circa 3 anni è previsto anche per i maschi. Questo ha portato a un radicale cambiamento sia in termini culturali che scientifici.
Cos’è l’ H.P.V.?
L’ H.P.V. è il virus del papilloma umano; di questo ne conosciamo più di 100 tipi e tutti possono provocare lesioni della cute e delle mucose dell’apparato genitale (o altre parti del corpo come mani e piedi). L’unica distinzione che si può fare è tra i virus sono a basso rischio e quelli ad alto rischio. Quelli a basso rischio sono responsabili dei condilomi a livello del perineo e delle mucose della vulva e vagina. Quelli ad alto rischio,invece, detti oncogenici, sono la causa del carcinoma del collo dell’utero (tipi 16/18).
Quanto frequente è l’infezione da H.P.V. e cosa provoca?
L’infezione da H.P.V. è molto frequente soprattutto nelle persone giovani e avviene prevalentemente attraverso i rapporti sessuali. Si calcola che circa l’80% della popolazione sessualmente attiva lo contragga almeno una volta nella vita. In circa la metà dei casi, l’infezione da H.P.V. regredisce spontaneamente nell’arco di un anno e nell’80% dei casi in due anni. In questo periodo può provocare delle anomalie cellulari a livello del collo dell’utero che corrispondono a lesioni lievi L-SIL citologiche o CIN I istologiche. Solo una minoranza delle donne sviluppa un’infezione persistente e questa può portare a lesioni precancerose del collo dell’utero; quelle con un rischio di progressione sono definite ad alto rischio H-SIL citologico o CIN II III istologico.
Perché il vaccino costituisce una risorsa?
Il vaccino è efficace contro l’H.P.V. 16 e 18, responsabili del 70% del cervico-carcinoma. È verosimile che il vaccino, per reazione crociata, sia capace di prevenire le conseguenze cliniche dell’infezione anche da parte di altri tipi di H.P.V. immunologicamente simili.
La vaccinazione rende immuni tutta la vita?
Il vaccino in uso da 10 anni ha evidenziato una buona persistenza dell’immunità specifica e soprattutto l’induzione di una memoria immunitaria. Non si può escludere la necessità di una dose di richiamo dopo un certo numero di anni, ma allo stato attuale non è previsto.
Dopo la vaccinazione non bisogna più sottoporsi all’esecuzione del pap-test?
No, bisogna continuare a fare i controlli annualmente. Infatti il vaccino può prevenire poco più del 70 % dei tumori del collo dell’utero.
La vaccinazione contro l’H.P.V. costituisce un grande vantaggio per le generazioni future perché consentirà una riduzione della circolazione dell’H.P.V nella popolazione generale.
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