La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla situata alla base del collo e svolge un’importantissima funzione per il nostro corpo: serve per far funzionare al meglio l’energia che introduciamo attraverso l’alimentazione. Per fare ciò produce, grazie allo iodio, l’ormone tiroideo chiamato tiroxina. Grazie a questo riesce a regolare il metabolismo, il battito cardiaco, il peso corporeo, il tono dell'umore e molto altro ancora.
In questa guida scoprirai come riconoscere i sintomi dei principali disturbi tiroidei, quali sono le cause più comuni e quali soluzioni esistono oggi per trattarli efficacemente.
Imparare a interpretare i segnali del proprio corpo è il primo passo verso una diagnosi precoce.
Indice
1 Quando preoccuparsi: i sintomi più comuni dei problemi alla tiroide
Spesso i segnali delle patologie tiroidee sono sottili e possono essere confusi con quelli di altre condizioni, ma un'attenta valutazione dei cambiamenti del corpo è il primo passo verso una diagnosi corretta. Variazioni di peso, dell'attenzione o delle pulsazioni sono dei campanelli d'allarme che dovrebbero portare a esami di approfondimento per indagare le cause sottostanti.
Saper riconoscere i sintomi di un problema alla tiroide è importante per intervenire tempestivamente e migliorare la qualità della vita.
Sintomi di ipotiroidismo
Quando la tiroide produce pochi ormoni, il metabolismo rallenta e il corpo invia segnali chiari.
Uno dei sintomi più comuni è l’aumento di peso, spesso associato a una sensazione costante di stanchezza, anche dopo il riposo.
Anche l'aspetto viene coinvolto:
- pelle secca
- capelli fragili
- unghie che si spezzano facilmente.
Molte persone con ipotiroidismo avvertono un'intensa sensibilità al freddo, soffrono di stitichezza persistente e sperimentano un rallentamento sia fisico che mentale, con difficoltà di concentrazione e pensieri più lenti. Non è raro anche percepire un battito cardiaco più lento del normale.
Se ti capita di ingrassare nonostante un'alimentazione equilibrata, senti freddo anche in ambienti riscaldati e fai fatica a rimanere sveglio durante il giorno, potresti essere di fronte a un ipotiroidismo non diagnosticato.
Vuoi approfondire questo argomento?
Contatta lo specialista
Dott.ssa Margherita Cendon
Sintomi di ipertiroidismo
Quando invece la tiroide lavora troppo, il metabolismo si accelera. In questi casi, il sintomo più evidente è una perdita di peso rapida e inspiegabile, accompagnata da nervosismo, irritabilità e difficoltà a dormire.
Chi soffre di ipertiroidismo spesso avverte un'intensa sudorazione, anche a riposo, una forte intolleranza al caldo e un battito cardiaco accelerato (tachicardia).
Altri segnali da osservare sono i tremori alle mani e la sensazione costante di essere "agitati" o "in ansia" senza motivo.
Se soffri di irrequietezza, perdi peso senza cambiare dieta o allenamento e hai il cuore che "batte forte" anche a riposo, potrebbe essere il momento di controllare la funzione tiroidea.
Altri segnali da non sottovalutare
Oltre ai sintomi più noti, esistono segnali meno specifici che meritano attenzione.
Un gonfiore alla base del collo può indicare la presenza di un gozzo, ovvero un ingrossamento della tiroide.
Cambiamenti nella voce, come raucedine persistente, alterazioni del ciclo mestruale, perdita della memoria recente e difficoltà a mantenere la concentrazione (fenomeno noto come "brain fog") sono campanelli d’allarme da non ignorare.
Anche sbalzi d'umore improvvisi e dolori muscolari o articolari possono essere collegati a un malfunzionamento della tiroide.
Se riconosci più di uno di questi sintomi, non aspettare. Una valutazione specialistica con esami del sangue specifici può fare la differenza nella diagnosi precoce e nel trattamento dei disturbi tiroidei.
Tabella riepilogativa: come distinguere i sintomi principali
Sintomo |
Ipotiroidismo |
Ipertiroidismo |
Aumento di peso |
✔️ |
❌ |
Perdita di peso |
❌ |
✔️ |
Sensibilità al freddo |
✔️ |
❌ |
Sudorazione eccessiva |
❌ |
✔️ |
Stanchezza cronica |
✔️ |
✔️ |
Ansia e nervosismo |
❌ |
✔️ |
Battito cardiaco rallentato |
✔️ |
❌ |
Palpitazioni |
❌ |
✔️ |
FAQ sui sintomi della tiroide
Qual è il sintomo più comune dei problemi alla tiroide?
La stanchezza persistente, sia nell’ipotiroidismo che nell’ipertiroidismo, è uno dei segnali più frequenti, spesso accompagnata da alterazioni di peso.
Come capire se la stanchezza dipende dalla tiroide?
Se la stanchezza si associa ad altri sintomi come aumento o perdita di peso, sensibilità termica anomala, alterazioni dell’umore o gonfiore al collo, è consigliabile eseguire esami specifici della funzione tiroidea.
2 Le principali cause dei disturbi tiroidei
I disturbi alla tiroide possono avere diverse origini. Capire le cause è fondamentale per individuare il trattamento più adeguato e prevenire complicazioni.
In molti casi, i problemi tiroidei derivano da una combinazione di fattori genetici, ambientali e legati allo stile di vita.
Malattie autoimmuni
Una delle cause più comuni di disfunzioni tiroidee è rappresentata dalle malattie autoimmuni, in cui il sistema immunitario attacca erroneamente la ghiandola tiroidea.
- Tiroidite di Hashimoto: è la principale causa di ipotiroidismo. Il sistema immunitario danneggia progressivamente la tiroide, riducendone la capacità di produrre ormoni.
- Morbo di Basedow-Graves: è la principale causa di ipertiroidismo. Gli anticorpi stimolano eccessivamente la tiroide, portandola a produrre un surplus di ormoni.
Se un familiare ha sofferto di Hashimoto o di Basedow, il rischio di sviluppare un disturbo tiroideo aumenta sensibilmente.
Carenze nutrizionali
Anche la dieta gioca un ruolo cruciale nella salute della tiroide. Alcune carenze specifiche possono compromettere la sua funzione.
- Iodio: Fondamentale per la sintesi degli ormoni tiroidei. Una carenza prolungata può causare il gozzo e l'ipotiroidismo.
- Selenio: Essenziale per proteggere la tiroide dallo stress ossidativo. Livelli bassi di selenio sono associati a un aumentato rischio di malattie tiroidee.
Fattori genetici ed ereditari
La predisposizione familiare gioca un ruolo importante. Se in famiglia sono presenti casi di ipotiroidismo, ipertiroidismo o tiroidite autoimmune, il rischio di sviluppare una patologia tiroidea è maggiore.
È importante segnalare la storia familiare al proprio medico durante la valutazione clinica.
Stress e stile di vita
Lo stress cronico e uno stile di vita disordinato possono contribuire all’insorgenza o al peggioramento di disturbi tiroidei.
L'esposizione prolungata a stress psicologico altera la funzione dell'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, favorendo squilibri ormonali.
Anche alcuni fattori ambientali, come l'esposizione a sostanze chimiche interferenti endocrini (pesticidi, bisfenolo A, ftalati), possono compromettere la salute tiroidea nel lungo periodo.
Ad esempio, una persona che vive situazioni di stress intenso per mesi senza supporto adeguato può sviluppare sintomi di ipotiroidismo subclinico.
FAQ sulle cause dei problemi alla tiroide
Le malattie autoimmuni colpiscono più le donne o gli uomini?
Le patologie autoimmuni della tiroide, come la tiroidite di Hashimoto e il Morbo di Basedow, colpiscono più frequentemente le donne, soprattutto in età fertile.
Una dieta povera di iodio può causare sempre problemi alla tiroide?
Non sempre, ma un'insufficienza di iodio protratta nel tempo aumenta il rischio di ipotiroidismo e di sviluppare un gozzo.
3 Come viene diagnosticato un problema alla tiroide
Quando si sospetta un disturbo tiroideo, una diagnosi tempestiva è essenziale per definire il tipo di disfunzione e impostare il trattamento più adeguato.
La diagnosi si basa su una combinazione di sintomi clinici, esami del sangue e tecniche di imaging.
Esami del sangue
Il primo passo per valutare la funzionalità della tiroide è rappresentato dagli esami del sangue, che misurano i livelli di alcuni ormoni chiave.
- TSH (ormone tireostimolante): prodotto dall’ipofisi, regola l'attività della tiroide. Un TSH alto indica generalmente ipotiroidismo, mentre un TSH basso può suggerire ipertiroidismo.
- FT4 (Tiroxina libera): ormone prodotto dalla tiroide. Livelli bassi o alti aiutano a confermare la diagnosi.
- FT3 (Triiodotironina libera): particolarmente utile nei casi di ipertiroidismo.
- Anticorpi anti-tiroide: come anti-TPO e anti-TG, utili per diagnosticare malattie autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto o il Morbo di Basedow.
Per fare un esempio, se il TSH è elevato e il FT4 è basso, molto probabilmente si è di fronte a un quadro di ipotiroidismo primario.
Ecografia tiroidea
L’ecografia è un esame di imaging non invasivo che consente di valutare la morfologia della tiroide.
- Gozzo: aumento diffuso del volume della ghiandola.
- Noduli: formazioni localizzate che possono essere solide o cistiche.
- Infiammazioni: rilevabili anche in fase iniziale.
L’ecografia aiuta a identificare anomalie strutturali e a guidare eventuali ulteriori indagini, come la biopsia.
Ad esempio, un nodulo sospetto rilevato all'ecografia può essere ulteriormente analizzato tramite agoaspirato.
Biopsia tiroidea (FNA - Agoaspirato)
Se durante l'ecografia vengono individuati noduli sospetti, si può procedere con un esame più approfondito: la biopsia tiroidea per aspirazione con ago sottile (FNA).
- Consente di prelevare cellule tiroidee da analizzare al microscopio.
- È fondamentale per escludere la presenza di tumori tiroidei.
La procedura è rapida, sicura e minimamente invasiva.
In caso di noduli con caratteristiche ecografiche dubbie (come margini irregolari o vascolarizzazione interna), la FNA è raccomandata per una diagnosi definitiva.
FAQ sugli esami per la tiroide
Quali esami del sangue servono per controllare la tiroide?
I principali esami sono TSH, FT4, FT3 e gli anticorpi anti-tiroide come anti-TPO e anti-TG.
Serve sempre fare un'ecografia tiroidea?
Non sempre. L'ecografia è raccomandata se gli esami del sangue sono alterati o se alla visita clinica si rileva un ingrossamento o la presenza di noduli.
4 Soluzioni e trattamenti per i disturbi della tiroide
Una volta diagnosticato un problema alla tiroide, esistono diverse soluzioni che permettono di gestire efficacemente la condizione e migliorare la qualità della vita.
Il trattamento varia in base al tipo di disfunzione, alla gravità dei sintomi e alle condizioni generali della persona.
Terapie farmacologiche
Nella maggior parte dei casi, i disturbi tiroidei vengono trattati con farmaci mirati a riequilibrare la produzione ormonale.
- Ipotiroidismo: il trattamento di scelta è la terapia sostitutiva con levotiroxina, un ormone sintetico che supplisce alla carenza di ormoni tiroidei.
- Ipertiroidismo: può essere gestito con farmaci tireostatici che riducono la produzione di ormoni (come metimazolo o propiltiouracile).
In alcuni casi, il medico può proporre anche terapie a base di iodio radioattivo per ridurre permanentemente l’attività della tiroide iperfunzionante.
Ad esempio, una persona con ipotiroidismo diagnosticato inizierà una terapia con levotiroxina da monitorare e aggiustare nel tempo con controlli periodici del TSH.
Chirurgia della tiroide: quando è necessaria
In alcune situazioni, può essere necessario un intervento chirurgico di asportazione totale o parziale della tiroide (tiroidectomia).
Indicazioni principali per l'intervento:
- Noduli sospetti o maligni
- Gozzo voluminoso che causa sintomi compressivi
- Ipertiroidismo non controllabile con farmaci o iodio radioattivo
La chirurgia è generalmente sicura e, se necessario, viene seguita da una terapia sostitutiva a vita.
Rimedi naturali e supporto nutrizionale
Una sana e variata alimentazione è fondamentale per chi soffre di disturbi alla tiroide. In particolare, le persone che hanno l’ipotiroidismo devono assumere una adeguata quantità di iodio ogni giorno (150 microgrammi).
Lo iodio si trova in particolare nel sale marino iodato in quello integrale. Inoltre, ai pazienti con patologie tiroidee è sempre consigliato recarsi al mare sia per la maggior quantità di iodio presente nell’aria che per effettuare un periodo di relax che consente di far riposare il corpo.
Alcuni accorgimenti utili:
- Assumere alimenti ricchi di iodio (pesce, alghe, latticini)
- Integrare selenio (noci brasiliane, pesce)
- Ridurre l'esposizione a sostanze che interferiscono con l'attività tiroidea (come il fumo o alcuni pesticidi)
- Gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento o attività fisica moderata
Nei casi di ipotiroidismo autoimmune, e possibile seguire una dieta per la tiroidite di Hashimoto che aiuta a mantenere un equilibrio di fattori nutrienti essenziali per la salute tiroidea.
FAQ sui trattamenti per i disturbi della tiroide
Quanto tempo ci vuole per vedere i miglioramenti con la terapia per la tiroide?
I primi miglioramenti si osservano solitamente entro 4-6 settimane dall'inizio della terapia, ma il dosaggio può richiedere aggiustamenti progressivi.
Posso guarire completamente da un disturbo tiroideo?
Alcuni disturbi, come il Morbo di Basedow, possono regredire, mentre altri, come l'ipotiroidismo di Hashimoto, richiedono una terapia sostitutiva permanente.
5 Tiroide e gravidanza
Nei primi mesi della gravidanza la tiroide del feto non funziona (inizia a funzionare dal secondo trimestre) pertanto è la ghiandola della futura mamma che deve assicurare il giusto apporto di ormoni tiroidei al bimbo ed anche a sé stessa.
È importante, dunque, che all’inizio della gravidanza la donna venga sottoposta agli esami della tiroide per assicurarsi che non ci siano patologie o, nel caso già siano accertate o vengano riscontrate, che i valori dell’ormone rimangano nei range corretti.
In entrambi gli ultimi due casi l’endocrinologo valuta il dosaggio degli ormoni da assumere. Durante tutto il corso della gravidanza, inoltre, l’andamento dell’ormone TSH verrà monitorato periodicamente e la cura farmacologica tarata secondo le necessità. Ciò consente di evitare l’insorgere di malattie quali il cretinismo.
Il fabbisogno di iodio cresce, dunque, durante la gravidanza e andrà integrato in due modi:
- Seguendo una dieta che comprenda sale iodato, il consumo di pesce (anche in scatola) due o tre volte la settimana e due bicchieri di latte al giorno;
- Integratori appositi e vitamine.
Nel caso in cui, alla futura mamma, venga riscontrato l’ipotiroidismo o abbia già tale disturbo vanno attuati i trattamenti farmacologici sostitutivi per mantenere il TSH <2,5mUl (nel primo trimestre); nel caso di ipertiroidismo la cura sostitutiva prevede l’utilizzo di farmaci tireostatici, preferendo il propiltiouracile nel primo trimestre ed il metimazolo successivamente.
Sospetti un problema alla tiroide?
Una diagnosi precoce e un trattamento mirato possono migliorare significativamente la tua salute.
Prenota una visita specialistica con i nostri esperti per una valutazione completa della funzione tiroidea e l’impostazione del percorso di cura più adatto a te.
6 Tiroide e qualità della vita: cosa aspettarsi dopo la diagnosi
Ricevere una diagnosi di disturbo tiroideo può suscitare preoccupazione nell’immediato, ma, una volta stabilito il trattamento adeguato, è possibile condurre una vita normale e soddisfacente.
La gestione continua della salute tiroidea è indispensabile per mantenere l’equilibrio ormonale e prevenire complicanze.
Cambiamenti nello stile di vita
Un disturbo tiroideo richiede alcune attenzioni quotidiane per favorire il benessere generale.
- Alimentazione equilibrata: privilegiare una dieta ricca di nutrienti essenziali per il corretto funzionamento tiroideo (iodio, selenio, zinco).
- Attività fisica regolare: l'esercizio aiuta a controllare il peso, migliorare l'umore e stimolare il metabolismo.
- Gestione dello stress: tecniche di rilassamento come yoga, meditazione o semplici passeggiate quotidiane sono particolarmente utili per il sistema endocrino.
Ad esempio, chi soffre di ipotiroidismo può trarre beneficio da attività aerobiche moderate per contrastare la tendenza all’aumento di peso e alla stanchezza.
Monitoraggio regolare
Dopo la diagnosi, il controllo periodico dei livelli ormonali è fondamentale.
- Controlli di laboratorio: la frequenza varia da caso a caso, ma in genere si consiglia un monitoraggio ogni 6-12 mesi per valutare l'efficacia della terapia.
- Aggiustamento delle terapie: in alcune fasi della vita (gravidanza, menopausa, cambiamenti di peso importanti) può essere necessario modificare il dosaggio dei farmaci.
Prevenzione delle complicanze
Un trattamento ben gestito riduce il rischio di complicanze legate ai disturbi tiroidei, come:
- Problemi cardiovascolari (soprattutto nell'ipertiroidismo non trattato)
- Osteoporosi
- Alterazioni del metabolismo lipidico
- Problemi cognitivi legati all'ipotiroidismo prolungato
Ignorare i sintomi o sospendere autonomamente la terapia può peggiorare il quadro clinico.
Con una gestione accurata e uno stile di vita sano, la maggior parte delle persone con disturbi tiroidei riesce a condurre una vita piena, attiva e serena.
FAQ su come convivere con un problema alla tiroide
È necessario prendere farmaci a vita se si ha un problema alla tiroide?
Dipende dal tipo di disturbo. Alcune condizioni, come l'ipotiroidismo di Hashimoto, richiedono una terapia sostitutiva a lungo termine, mentre in altri casi (ad esempio nell'ipertiroidismo trattato) la terapia può essere temporanea.
Posso praticare sport se ho problemi alla tiroide?
Assolutamente sì. L'attività fisica regolare è consigliata e aiuta a migliorare il metabolismo e il benessere generale, adattando però l'intensità alla propria condizione clinica.