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L’ecografia della tiroide: a cosa serve e come si svolge

L’ecografia della tiroide: a cosa serve e come si svolge

La tiroide è una ghiandola endocrina che può sviluppare diverse patologie che si diagnosticano grazie all’esame ecografico. Ne parliamo con la Dott.ssa Carla Scottà, specializzata in Diagnostica per Immagini.

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L’ecografia è un esame diagnostico che usa gli ultrasuoni generati da una sonda elettrica, e si basa sulla proprietà dei tessuti di riflettere questi ultrasuoni, ogni tessuto in un modo caratteristico.

La sonda invia treni di onde ultrasonore ad altissima frequenza, poi capta le onde che vengono riflesse dai tessuti attraversati. Questi impulsi di ritorno vengono convertiti in impulsi elettrici ed elaborati da un apposito programma informatico, ricostruendo l’immagine dei tessuti e organi attraversati dagli ultrasuoni, nel nostro caso ricostruendo l’immagine della tiroide. 

Più la frequenza degli ultrasuoni è alta, minore sarà lo spessore attraversato, quindi, per lo studio delle strutture superficiali ci si avvale di sonde ad altissima frequenza e lineari, per avere immagini di ritorno nitide e senza distorsioni.

1 La tiroide: anatomia e funzioni

La tiroide è una ghiandola posta alla base anteriore del collo, mobile con i movimenti tracheali della deglutizione e a forma di cuore rovesciato. È formata schematicamente da due lobi, uniti anteriormente da un ponte di tessuto detto istmo, con appoggio circa al terzo anello tracheale.

E’ costituita da 2 tipi di cellule: le cellule C o parafollicolari che secernono calcitonina, un ormone che controlla la concentrazione di calcio nel sangue, e i follicoli tiroidei, formati da cellule follicolari o tireociti. Queste sono deputate a formare un pre-ormone che viene immagazzinato al centro dei follicoli, come sostanza colloide, prodotto ricco di tireoglobulina. 

Quando l’organismo, per le sue funzioni metaboliche, richiede che la ghiandola secerna gli ormoni, la colloide viene frammentata da un enzima specifico, vengono uniti degli atomi di iodio e si ottengono gli ormoni attivi, T3 o triiodotironina e T4 o tetraiodotirosina o Tiroxina.
Circa un 20% di T3 e 80% di T4 vengono immesse, così, nel circolo sanguigno tiroideo e poi in circolo nell’organismo, legate a delle proteine di trasporto. Quindi, la tiroide è una ghiandola endocrina perché immette ciò che produce, cioè gli ormoni, direttamente nel flusso sanguigno .

La produzione di questi ormoni è sotto il controllo dell’ipofisi, che secerne il TSH, ormone stimolante la tiroide, che viene regolato dalla concentrazione di T3 e T4 circolanti (T3 più attiva di T4 e prodotta anche nei tessuti per perdita di uno Iodio da parte di T4).

Gli elementi per il funzionamento della tiroide

Per funzionare bene la ghiandola ha bisogno di un corretto apporto di Tirosina, aminoacido essenziale, di Iodio, che deve essere correttamente assorbito e trasformato in Iodio attivo dagli enzimi tiroidei contenuti nei tireociti del follicolo, di Selenio e della presenza degli enzimi (TPO tireoperossidasi) idonei a catalizzare le reazioni utili alla costruzione degli ormoni (fusione dello ioduro con la tirosina).

A cosa serve la tiroide?

Questi ormoni influenzano il metabolismo basale attivando funzioni come:

  • la sintesi proteica
  • l’assorbimento e la motilità intestinale
  • la produzione di calore
  • azioni relative alla crescita
  • controllo del ritmo sonno-veglia
  • azioni sul cuore (aumento della frequenza)

Questi ormoni non hanno una singola sede di azione ma controllano e agiscono  su multiple attività, coordinando le normali funzioni fisiologiche dell’intero organismo.

Gli ormoni tiroidei materni influenzano lo sviluppo neurologico e corporeo dell’embrione e del feto, fin dalle prime settimane di vita, la mancanza o scarsità di questi elementi è alla base di varie patologie che colpiscono e alterano tale ghiandola.

2 Quali patologie colpiscono la tiroide?

Le patologie che colpiscono la tiroide possono causare: 

  • aumento o riduzione della produzione degli ormoni 
  • alterazioni dell’aspetto con presenza di noduli, con o senza alterazione della secrezione ormonale
  • può essere sede di neoplasie benigne o maligne

Le malattie con aumento della secrezione ormonale o ipertiroidismo sono di solito autoimmunitarie: morbo di Basedow, tiroiditi acute o autoimmunitarie all’esordio con sintomi locali e generali (dolore, maggior frequenza cardiaca, caldo, insonnia).

Le malattie con riduzione della secrezione ormonale o ipotiroidismo sono quelle in cui la ghiandola non produce una quantità di ormone adeguata alle necessità. La causa può essere data da una difficoltà della ghiandola (causa autoimmunitaria cronica come il morbo di Hashimoto, carenza di microelementi come iodio e selenio o ridotto apporto proteico) oppure per alterazione del corretto rapporto di stimolazione del TSH (per malattie dell’ipofisi), con sintomi generali come sensazione di freddo, apatia, sonnolenza.

Le forme nodulari possono essere benigne non neoplastiche (gozzo), che si presenta di solito con un aumento di volume della ghiandola, con o senza alterazioni ormonali, oppure forme nodulari neoplastiche.

Le neoplasie benigne si presentano con un adenoma in forma di nodulo unico (con o senza alterazioni ormonali).

Le forme maligne possono presentare forme nodulari con nodi atipici e non nodulari come il morbo di Riedel, con metastasi locali linfonodali.

3 L’ecografia alla tiroide

L’esame ecografico si esegue ogni qualvolta sospettiamo un cambiamento nel volume o nella struttura ghiandolari, in presenza di alterazioni dei valori ormonali valutati con le analisi di laboratorio, o se compaiono sintomi come disfagia o disfonia.

All’esame standard, con sonda lineare ad alta frequenza, si associa sempre la valutazione con il color Doppler per analizzare la vascolarizzazione sia della ghiandola che dei nodi.

E’ buona regola valutare lo stato delle regioni limitrofe per possibile presenza di linfonodi flogistici o patologici, e problematiche delle paratiroidi.

L’ecografia è utile anche per offrire una guida alla biopsia su nodi sospetti.

Come si esegue l’esame alla tiroide?

L’esame è di semplice esecuzione non avendo bisogno di alcuna preparazione. E’ rapido e senza rischi, visto che non usa radiazioni ionizzanti e si può eseguire anche su donne in gravidanza e bambini.

Si pone il paziente sul lettino, disteso supino, con la testa lievemente iperestesa. Si spalma del gel sulla parte per un buon scorrimento della sonda, e si valuta la regione con paziente che esegue anche delle rotazioni della testa a destra e a sinistra, per raggiungere meglio i poli inferiori ghiandolari, più nascosti dalle strutture claveari.

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