Psicomotricità per superare difficoltà dei bambini
Iperattività, difficoltà di relazione, scarsa attenzione: tutte manifestazioni di disagio per cui la psicomotricità relazionale rappresenta un valido aiuto.
Le difficoltà presenti nella nostra epoca influiscono il sentire e l’agire di ogni individuo, riflettendosi di conseguenza sulla famiglia e nelle relazioni che la costituiscono e che, in alcuni casi, subiscono dei veri mutamenti. I momenti difficili della vita di un adulto, come i litigi, le separazioni, un lutto, o più in generale alcuni cambiamenti come l’arrivo di un fratello, o l’ingresso nella scuola, possono ripercuotersi sulla tranquillità dei piccoli, che difficilmente riescono a capire certe situazioni, di cui spesso sono solo degli spettatori involontari.
Come si manifesta il disagio nel bambino
Possono apparire alcune modalità difensive, facciamo qualche esempio: iperattività, comportamento aggressivo, inibizione, difficoltà di relazione, disturbi dell’attenzione ed ansia-correlati. Il bambino esprime a suo modo una difficoltà che da solo non può superare. È una richiesta di aiuto, di una maggiore guida da parte dell’adulto, che può intervenire proponendo attività che utilizzino il suo stesso canale espressivo, ovvero il gioco e il movimento.
Gli strumenti a supporto del genitore: la Psicomotricità Relazionale
La Psicomotricità Relazionale è un ottimo supporto al genitore, se gestita da persone formate e preparate adeguatamente, in un ambiente protetto e sicuro, come una palestra attrezzata. Si tratta di un’attività ludico motoria, pedagogicamente riconosciuta, che permette al bambino di esprimere chi è e cosa sta vivendo, attraverso il gioco. È utile a tutti i bambini in età evolutiva. Può essere proposta in attività extra-scolastica svolta in piccoli gruppi, al massimo 8 bimbi, con un percorso personalizzato della durata di 30 incontri, che consente un approccio più specifico e approfondito.
A chi si rivolge la psicomotricità
Solitamente al bambino che sta attraversando un particolare momento di difficoltà nel processo maturativo. Lo sostiene e lo aiuta durante il suo processo di crescita, permettendogli di ritrovare le sue risorse interiori senza sostituirsi a lui nella soluzione del problema.
Questa attività risulta piacevole per il bambino, che giocando può sviluppare: competenze motorie adeguate all’età, autonomia personale e capacità di iniziativa, autostima ed autoefficacia, creatività e competenze espressive, capacità di collaborazione, mediazione, condivisione, interiorizzazione delle regole sociali.
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