Il trattamento della disfunzione erettile: riabilitazione e impianto protesi peniena
Il dott. Massimo Capone, urologo, parla della disfunzione erettile dopo l'intervento di prostatectomia, dal percorso di riabilitaizone all'eventuale impianto di differenti tipi di protesi.
La disfunzione erettile è una conseguenza prevedibile del trattamento chirurgico del carcinoma prostatico.
Dopo l'intervento di prostatectomia è possibile la comparsa di impotenza sessuale: in questi casi è fondamentale l'inizio tempestivo di una terapia riabilitativa che prevede una cura con farmaci direttamente iniettati all'interno dei corpi cavernosi per indurre l'erezione. Quando poi si ripresenta un'erezione naturale si può passare alla somministrazione per via orale.
Nei casi in cui, trascorso un anno dall'intrvento, non ricompaia l'erezione spontanea, è il caso di intervenire con l'impianto di una protesi peniena per ottenere una completa riabilitazione del paziente dal punto di vista sessuale.
L'intervento di impianto protesi peniena
L'intervento di impianto protesi non è un intervento doloroso e, nel post operatorio, il paziente ha modesti disturbi di adattamento che si risolvono progressivamente nel giro di circa 5 settimane. La protesi non è riconoscibile esternamente e il paziente impara le manovre di attivazione e diasattivazione in poco tempo e in maniera tanto discreta da essere impercettibile al partner.
Più del 90% dei pazienti si dichiara ampiamente soddisfatto dalla protesi peniena e consiglierebbe ad un amico di sottoporsi all'intervento.
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