Bebe, quanto manca alle Olimpiadi?
Alle Paralimpiadi di Londra 2012 era troppo giovane per partecipare e aveva fatto da tedofora e cronista. Ora Bebe Vio è prontissima per Rio 2016.
AGGIORNAMENTO 14/09/2016, in diretta dai XV Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro, Brasile: Beatrice "Bebe" Vio, la giovane schermitrice veneta, campionessa olimpica e mondiale di fioretto paralimpico, batte in finale la cinese Zhou Jingjing 15-7 e regala all'Italia una medaglia d'oro carica di emozione.
"Bebe. Cosa vuoi fare da grande?" Così è cominciata la nostra chiacchierata al telefono, ancora prima dei saluti. Ed è presto spiegato il perché. Subito una domanda, perché Bebe ha una vita fittissima di appuntamenti e il tempo, si sa, in questi casi è come l’oro. E al telefono, perché prenderla di persona è cosa impossibile.
“A volte mi chiedo cosa passi nella testa dei miei coetanei quando dicono che sono annoiati e che sono depressi – dice Bebe – se penso a tutte le cose che ci sono da fare in questa vita non capisco proprio come ci si possa stufare!”
E qui torno alla nostra telefonata. Bebe è da pochi giorni tornata da Londra, dove è stata tedofora alla cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici ed ha seguito le gare da “inviata” per Sky.
Bebe, come è andata la tua prima olimpiade?
Bene, anche se non ho potuto partecipare alle gare perché sono ancora troppo giovane. È stata un’esperienza unica anche se ho potuto contribuire, per il momento, solo in veste giornalistica. Ho visto una partecipazione che non mi sarei mai aspettata da parte del pubblico che ha dato tanta motivazione agli atleti in gara. Lunghe file fuori dai palasport e dagli stadio. Non vedo l’ora che arrivino le prossime, quelle in Brasile, per dire la mia!
Ti piacerebbe, oltre allo sport, continuare a occuparti dei media?
No no. La mia vera passione è la pubblicità. Sto studiando a Mestre per imparare a curare la post produzione degli spot video. Impariamo a mettere i titoli e le voci, a curare le immagini. È un lavoro creativo ma più incentrato sulla creatività grafica. Tutti mi dicono che il futuro di questo lavoro è in America e non escludo di andarci prima o poi.
Da sola o in compagnia?
Ho due amici inseparabili, Ruben ed Emily. Ci conosciamo da più di 10 anni, dalle elementari, anche se non frequentiamo la stessa classe. Mettiamo via un euro al giorno perché desideriamo insieme fare un giro dell’America in camper. Nei nostri programmi dovremmo riuscire a farcela dopo le olimpiadi di Rio.
E aspettando le olimpiadi?
Oltre alla scuola, che mi impegna il mattino oltre a due rientri pomeridiani, ho gli allenamenti, tre volte la settimana, lunedì, mercoledì e venerdì. Inoltre, ogni settimana devo andare a Budrio, in provincia di Bologna, per provare le nuove protesi. Mi sto preparando per gareggiare sia nella scherma sia nell’atletica. Questo presuppone un’attività piena e intensa a livello fisico. E poi c’è la mia grande passione per gli scout.
Anch’io sono stato scout. Si fanno ancora i campi estivi?
L’ultimo l’ho fatto tra luglio e agosto, in Val di Non. Sono a capo delle Lontre, il gruppo Agesci di Mogliano 2. Questa passione l’ho presa da mia mamma che da bambina è stata una coccinella. Sono oramai otto anni che faccio scout e mi continua a piacere moltissimo.
E con tutti questi interessi come va a scuola?
Bene; merito dei nostri insegnanti, che ci trasmettono la loro grande passione ed interesse per le materie che insegnano. A loro devo tantissimo! Ma non sono una secchiona, ci tengo a precisarlo. Non ha senso essere secchioni, basta essere abbastanza bravi da andare avanti!
Ritorniamo a Rio. Come ti vedi tra 4 anni?
Non lo so proprio. Se penso che 4 anni fa, in concomitanza con le olimpiadi, stavo entrando in ospedale per essere operata e oggi sto testando le nuove protesi che mi permetteranno di tornare a correre! Vivo ogni giorno serenamente, coltivando con tutte le mie forze i miei sogni e i miei desideri.
La tua esperienza è di esempio per altri giovani. Come vivi questa responsabilità?
In modo concreto. Grazie ai miei genitori è stato possibile fondare un’associazione, art4sport ONLUS, che crede nello sport come terapia per il recupero fisico e psicologico dei bambini e dei ragazzi portatori di protesi di arto. Io ci metto del mio, anche nella grafica, disegnando magliette, gadget, oltre a portare la mia testimonianza dove viene richiesta.
Cosa fa l’associazione e come la si può sostenere?
L’Associazione aiuta economicamente e supporta a livello pratico le famiglie di bambini protesizzati, permettendo loro di giocare e divertirsi quotidianamente attraverso l’attività sportiva. Ogni bambino sarà libero di provare a praticare lo sport che preferisce, per puro divertimento o con finalità agonistiche se ce ne sarà l’opportunità e la voglia. C’è un sito internet, www.art4sport.org, lì si trova tutto.
Grazie Bebe, sei straordinaria!
Grazie a voi, ma non perdiamoci di vista. Continuate a seguirmi perché ci sono ancora tante prove da superare e sarebbe bello avere sempre anche voi al mio fianco!
Eccoci Bebe, facciamo tutti il tifo per te!!!
Testo a cura di Marco Ceotto per Medicina Moderna n. 9 - Settembre 2012
P.S. L'avete visto il bellissimo video di Channel 4, per la presentazione delle Paralimpiadi? Una promo emozionante ed estremamente motivante...non solo per gli atleti!
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