La riabilitazione del paziente amputato: un percorso di recupero speciale
L'équipe di medicina fisica e riabilitazione a Casa di Cura Villa Maria è preparato alla gestione di pazienti con amputazione sia dal punto di vista fisico-riabilitativo che psicologico.
La riabilitazione del paziente amputato ha lo scopo di consentire la massima autonomia dell'individuo, riducendo o annullando la condizione di svantaggio sociale con il miglioramento della qualità di vita del soggetto.
Come inizia il percorso di riabilitazione per amputati
Il ricovero avviene a breve distanza dall'amputazione, generalmente con trasferimento diretto dall'ospedale in cui il paziente è stato operato. Il nostro è un approccio multidisciplinare e coinvolge oltre al medico fisiatra e ai fisioterapisti, lo psicologo e il tecnico ortopedico. Tutto il personale del reparto (come gli infermieri e gli operatori) è formato sulla gestione della persona amputata e può fornire indicazioni e informazioni utili al paziente.
La prima fase del programma riabilitativo
Si inizia con la fase pre-protesica già nei primi giorni di ricovero con l'obiettivo di ripristinare le buone condizioni generali del paziente, la prevenzione di contratture, retrazioni o rigidità dell'arto amputato e la cura del moncone, in modo da facilitare la cicatrizzazione della ferita chirurgica, l'adeguato trofismo della cute e il modellamento dell'arto amputato in vista della protesizzazione. L'équipe infermieristica è composta di professionisti preparati nella gestione di ferite complesse, potendo usufruire di presidi all'avanguardia per le medicazioni avanzate. Già dai primi giorni di degenza, viene posizionata una cuffia in silicone che, grazie alla sua particolare conformazione e gradualità di compressione, permette un migliore controllo delle dimensioni del moncone stesso e consente di raggiungere la protesizzazione in tempi più rapidi.
Come viene gestito il necessario sostegno psicologico
Soprattutto in questo primo periodo, poniamo particolare attenzione al controllo del dolore e alla sindrome da arto fantasma. Sul piano motorio, sosteniamo il paziente nel rinforzo muscolare e nella rieducazione all'autonomia nei passaggi posturali e nel trasferimento in carrozzina. Il paziente viene inoltre preso in carico sul piano psicologico con l'obiettivo di facilitare l'accettazione del cambiamento del proprio aspetto corporeo e di favorire sul piano motivazionale l'adesione al trattamento proposto.
Costruzione e gestione della protesi
Il percorso, assolutamente personalizzato, di costruzione della protesi viene avviato non appena le dimensioni del moncone si sono stabilizzate. Nel frattempo, il paziente che ha raggiunto un quadro sufficiente di autonomia nelle attività di base rientra a domicilio e viene istruito sulla gestione della cuffia in silicone, sulle posture da evitare e gli esercizi da continuare da solo. La seconda fase, quella di protesizzazione, inizia quando la protesi di arto è disponibile e il paziente viene contattato per un nuovo ricovero. Vengono proposti esercizi di carico, equilibrio, propriocezione, controllo posturale, insistendo sulle corrette sequenze di movimento e carico degli arti. Il paziente viene addestrato su come indossare autonomamente la protesi e calzarla per tempi via via crescenti, fino ad abituarsi all'utilizzo giornaliero. Il contatto continuo con il tecnico ortopedico consente aggiustamenti della protesi mentre procede la riabilitazione.
Andrea Zattin
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