Cosa fare in caso di lesioni muscolari della coscia?
L’ecografia è lo strumento che permette di valutare l’entità della lesione
Nell’ambito dell’attività sportiva, agonistica e dilettantistica, le patologie traumatiche della coscia sono molto frequenti.
Dottoressa, come possiamo classificare le lesioni muscolari?
Possono essere di tipo distrattivo cioè uno “strappo”, che presuppone una rottura di fibre muscolari, o di tipo contusivo, cioè una lesione per un colpo diretto. Le prime sono più frequenti, ma soprattutto più invalidanti, e possono interessare sia il comparto anteriore che posteriore della coscia stessa.
Quali sono i loro sintomi?
I sintomi sono generici: dolore improvviso e di grado variabile, anche violento, durante l’attività fisica, impotenza funzionale (dallo zoppicare, fino al blocco del movimento), a cui si possono associare gonfiore e/o ematoma delle parti molli nei giorni successivi al trauma.
Quali sportivi ne sono maggiormente colpiti?
Soprattutto i calciatori o atleti che praticano sport in cui lo scatto è alla base della loro attività. Le lesioni si possono verificare sia a “freddo” o dopo il riscaldamento classico, come pure nel corso dell’attività a “caldo” o per sovraccarico.
Come avviene ed in cosa consiste la diagnosi?
È sempre su base clinica: si valuta la diversità dell’aspetto dell’area interessata rispetto alle regioni contro laterali simmetriche e la motilità residua del paziente, cercando di ricostruire l’evento traumatico per capirne la dinamica.
Quando è consigliata l’ecografia?
In tutti quei casi in cui la sintomatologia non regredisca dopo pochi giorni e si sospetti quindi una lesione di una certa gravità.
Cosa evidenzia questo esame?
L’ecografia ci permette di escludere lesioni oppure, se sono presenti, di identificare se si tratta di una distrazione o di una rottura completa. Ci aiuta inoltre ad individuare la regione interessata, misurare la lesione, stabilire se esiste l’ematoma e la sua entità ed, infine, se sono presenti altre lesioni (distacchi ossei, pregresse fibrosi cicatriziali o calcificazioni).
Quali muscoli sono maggiormente soggetti a lesioni?
Principalmente l’estremo prossimale del muscolo retto del quadricipite (lesione del comparto anteriore) ed il passaggio muscolo tendineo distale del capo lungo del bicipite di coscia (lesione del comparto posteriore). Si tratta spesso di lesioni con rottura muscolo tendinea, ampi ematomi e con necessità di una lunga riabilitazione.
Come possono essere trattate?
Tramite la fisioterapia in modo da accelerare il riassorbimento degli ematomi, con astensione dall’attività sportiva a volte per alcuni mesi, e ripresa lenta e progressiva, attraverso esercizi di equilibrio ed elasticizzazione muscolare.
In che modo si possono prevenire?
La prevenzione è particolarmente complessa ed i consigli sono generici: eseguire sempre un buon riscaldamento progressivo prima di iniziare l’attività fisica, non esagerare con gli esercizi di potenziamento e fare attenzione se i terreni di gioco sono pesanti.
Carla Scottà
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