Debellare i cheloidi
Laser, iniezioni di cortisone e cellule staminali sono solo alcune delle terapie disponibili per trattare le cicatrici ipertrofiche.
Cosa sono i cheloidi?
I cheloidi sono cicatrici ipertrofiche che possono raggiungere dimensioni notevoli e deturpare la pelle in modo pesante. Si formano su tipi di pelli particolarmente reattive e sensibili in seguito a traumi, lesioni, abrasioni o altri danni alla pelle.
A differenza delle cicatrici comuni i cheloidi non sono soliti regredire, ma anzi tendono ad aumentare di dimensioni in maniera ampia ed irregolare, e pur non presentando particolari rischi per la salute (se non sporadico prurito o irritazione o difficoltà di movimento quando insorgenti nei pressi di un’articolazione) possono costituire un danno estetico notevole, in quanto assumono un colore rosa che si sposta poi verso il marroncino. Per evitare l’espandersi di queste ipertrofie è importante partire da una buona cura personale della pelle, mantenendo sempre pulite le cicatrici applicando creme e disinfettanti appositi.
Come si curano i cheloidi?
Si tratta di un inestetismo di difficile trattamento poiché in seguito alla terapie tende a riformarsi. Una terapia laser può risultare utile per appiattire la cicatrice e renderla meno visibile, e spesso viene accompagnata da iniezioni di sostanze come cortisone, interferone o fluoroacile, volte ad evitare la proliferazione.
Si ricorre spesso anche all’elastocompressione, volta a modificare la circolazione sanguigna nel senso voluto per riparare all’inestetismo. Ma oggi una delle terapie più efficaci è data anche dall’innesto di cellule staminali mesenchimali, che una volta prelevate e reinserite nel tessuto malato possono ricostituirne uno sano in breve tempo, dal momento che queste cellule sono solite attecchire bene anche nei tessuti fibrotici. I protocolli terapeutici basati sulle cellule staminali autologhe si usano già con successo per il ringiovanimento cutaneo e la cura di rughe e cicatrici. La cura dei cheloidi rappresenta un importante sfida per la medicina estetica, trattandosi probabilmente dell’inestetismo maggiormente evidente e difficile da trattare.
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