Diastasi addominale: riconoscerla e capire come intervenire
La diastasi è una patologia piuttosto frequente dopo la gravidanza anche se non è ancora così nota e diagnosticata.
Quando dopo il parto, a distanza di 6/12 mesi, la pancia rimane visibilmente “gonfia”, potrebbe trattarsi di Diastasi addominale.
Una situazione che colpisce molte donne, anche alla prima gravidanza, ma non viene sempre riconosciuta.
Ne parliamo oggi con il Dottor Morelli Coghi per capire cosa fare, come individuare la problematica e conoscerne la soluzione.
Dottor Morelli, innanzitutto: diastasi addominale di cosa si tratta e qual è la causa?
La diastasi dei muscoli retti addominali è una condizione derivante dall'allontanamento dei due ventri muscolari rispetto alla linea mediana e centrale dove normalmente si trovano uniti. Questo genera un progressivo indebolimento della parete addominale, che porta non solo ad un evidente inestetismo quale la prominenza addominale, ma anche notevoli problemi di carattere posturale. La condizione più frequentemente associata alla diastasi muscolare è la gravidanza, specie se gemellare.
Come avviene la diagnosi (si può parlare di auto diagnosi)?
Intanto ci tengo a sottolineare che si tratta di una situazione che spesso non viene riconosciuta: ancora oggi molte donne non sanno di esserne affette. Per questo l'autoanalisi è fondamentale e un elemento molto semplice, che può aiutare a capire, è valutare il proprio ombelico: se è mal definito e un po' all'infuori, è un segno tipico della diastasi.
In caso di distasi accertata, è pericoloso cercare un’altra gravidanza?
Assolutamente no, si può senz'altro avere una gravidanza anche in presenza di diastasi muscolare. Il problema è che la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente, ma non a discapito della gestazione.
Dottor Morelli, l’alimentazione può aiutare ad evitare la formazione della distasi o un peggioramento della stessa?
Dunque, un'alimentazione corretta ed equilibrata evita che l'addome si gonfi eccessivamente e quindi aiuta a non peggiorare la situazione ed a contenerne i sintomi fastidiosi. Ma è altresì doveroso mettere in chiaro che da sola purtroppo non può risolvere il problema.
Quindi, a chi rivolgersi per capire cosa fare?
Per prima cosa la paziente dovrebbe eseguire una ecografia, che accerti la diastasi e ne determini la gravità e dopodiché deve rivolgersi a uno Specialista in chirurgia plastica, competente, per valutare l'opportunità di un intervento correttivo.
Quando operare?
L'intervento è sempre indicato, mi spiego: la diastasi genera uno squilibrio tra i muscoli della parete addominale (indebolita) e i muscoli glutei. Il lavoro sinergico di questi muscoli detti stabilizzatori consente la corretta postura durante la stazione eretta e l’alterazione di questo equilibrio significa andare incontro a significativi problemi di rachialgie e lombalgie. Inoltre, nei casi più gravi, anche il transito intestinale può risultare compromesso.
Qual è il post operatorio?
il post operatorio prevede il riposo per un tempo variabile tra 10 e 15 giorni, ma soprattutto la necessità di indossare una ventriera elasto-compressiva per 30 giorni. Sottolineo che la cicatrice che deriva dalla operazione correttiva è situata in regione sovrapubica, quindi sostanzialmente occultabile con uno slip anche se piccolo.
C’è un rischio di recidiva?
Purtroppo sì, anche se molto raramente. Un'altra gravidanza potrebbe in linea teorica ripristinare il difetto di parete ed per questo motivo che si consiglia di affrontare l'intervento una volta si decide di non avere altri figli.
Cosa può fare una mamma, che presenta già questa problematica, ma vorrebbe avere un altro figlio? Quanto deve attendere prima di sottoporsi all’intervento?
Il mio consiglio è senz'altro quello di avere la gravidanza in serenità e poi affrontare l'intervento correttivo. Generalmente consiglio di far passare almeno 6 mesi dal parto.
Può lo Specialista, creare un percorso terapeutico prima di procedere con l’intervento vero e proprio?
Si, sicuramente la sinergia con posturologo e fisiatra può aiutare a procrastinare l'intervento e rafforzare la muscolatura residua e quella dorsale.
Quali sono le sensazioni che ha raccolto nella sua esperienza di donne che si sono operate di diastasi addominale?
La mia esperienza mi dice che le donne sono ancora poco informate riguardo questa patologia, e che il corretto iter diagnostico e terapeutico sono fondamentali per far tornare la paziente ad una vita normale.
Alessandro Morelli Coghi
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