Impianti dentali: consigli per un corretto percorso post-operatorio
Dopo l’intervento è fondamentale evitare di incorrere nell’infiammazione dei tessuti su cui poggia l’impianto.
L’implantologia è una branca dell’odontoiatria che punta a ripristinare i denti perduti per le cause più disparate (pensiamo ad un classico caso di malattia parodontale, che tende a distruggere progressivamente le strutture portanti dei denti, fino ad arrivare alla loro perdita definitiva).
Come ben sappiamo, il ripristino della dentatura perduta non è soltanto un vezzo di natura estetica, ma un’esigenza reale per la nostra salute, in quanto si rischia di incorrere con il tempo in conseguenze davvero spiacevoli:
- ritiro progressivo dell’area dell’osso mandibolare, solitamente stimolata proprio dalla presenza di una completa dentatura;
- rischio di instabilità progressiva sulla dentatura rimanente. Il ritiro dell’osso mandibolare crea con il tempo una reazione a catena, che purtroppo toglie stabilità anche agli altri denti, con il rischio di casi di mobilità ed ulteriori perdite. Non si tratta di un processo immediato, ma dobbiamo cercare in tutti i modi di scongiurarlo, ecco perché il ripristino dell’arcata può rappresentare una soluzione definitiva;
- problematiche nell’effettuare una corretta masticazione e digestione del cibo;
- possibilità di spostamento dei denti rimasti sull’arcata dentale, con problematiche non solo estetiche ma anche di scorretto serramento dentale (i casi di malocclusione sono all’ordine del giorno);
- non dimentichiamo, inoltre, che una malocclusione dentale comporta una scorretta distribuzione della tensione sulle arcate dentali, con il rischio di riscontrare (con una masticazione scorretta) casi di infiammazione e di problematiche che vanno ad incidere negativamente sulla testa e sulla schiena (cefalee persistenti, mal di schiena in primis).
Detto questo, non è difficile comprendere come non sia il caso di perdere tempo nel momento in cui, per un motivo o per l’altro, si subisce la perdita di uno o più denti. In tal senso gli interventi di implantologia moderna sono perfettamente in grado di sostituire la porzione di arcata perduta anche con tempistiche davvero sosprendenti (ripristinare la dentatura con un carico immediato è possibile in un lasso di tempo davvero esiguo.. risultato garantito nel giro di 24-48 ore!).
Ma un intervento di implantologia, come tutti gli interventi chirurgici, comporta il rispetto di un percorso post-operatorio che deve aiutarci a far sì che non si rischi di incorrere in casi di infiammazione nei tessuti su cui poggia l’impianto (causando quello che viene spesso nominato come “fallimento di un impianto dentale”).
Ecco perché è il caso di sottolineare alcuni preziosi consigli da seguire nel decorso post-operatorio, che sicuramente il vostro odontoiatra non mancherà di darvi, ma che devono poi essere realmente seguiti se non si vuole rischiare di compromettere l’intervento.
Alimentazione post-intervento implantologico: cosa è meglio evitare
La corretta alimentazione a tavola deve diventare una buona pratica da seguire soprattutto nei giorni successivi all’intervento. La parte ferita è chiaramente molto sensibile, di conseguenza non deve essere sollecitata ingerendo alimenti particolarmente duri… di conseguenza:
- dopo l’intervento prediligete, almeno nelle prime settimane di decorso, alimenti che siano particolarmente morbidi, evitando di preferire quelli che richiedono di strappare il cibo a morsi (pensiamo ad esempio ai prodotti da panificazione, come schiacciate o pane). Possibilmente sarebbe da evitare anche la roba croccante, che potrebbe sollecitare troppo la parte ferita;
- cercate di escludere dalla dieta gli alimenti troppo caldi, quelli troppo speziati o piccanti, ma anche quelli acidi. Ciò che viene cotto deve essere lasciato ben intiepidire prima di essere ingerito;
- cosa si può mangiare, quindi? Sì, soprattutto nei primi giorni, a frullati con yogurt e frutta di stagione, gelati, verdure bollite e successivamente intiepidite (carote, zucchine, cavolo, ecc.);
- dopo circa 3-4 giorni si può iniziare a mangiare di nuovo la pasta, ma deve essere ben cotta! Si anche alla carne, purchè sia tritata, così da evitare l’azione del morso e dello strappo del cibo.
Seguire sempre e comunque il consiglio del vostro dentista di fiducia, che saprà darvi una lista precisa di alimenti (queste indicazioni non devono in alcun modo sostituire il suo parere professionale)!
Impianti dentali e fumo: occorre stare attenti?
Un aspetto che spesso viene sottovalutato, soprattutto dagli amanti della sigaretta, è come comportarsi con il fumo dopo aver subito un intervento di inserimento di impianto dentale.
Premesso che il fumo dovrebbe sempre essere sconsigliato a prescindere, per chi non vuole rinunciarvi, ecco alcuni dei motivi principali che vi obbligheranno a smettere almeno nei primi tempi post-intervento.
- Vi è una forte correlazione, dimostrata da studi scientifici, di quanto il tabagismo sia correlato al fallimento degli impianti dentali.
Purtroppo un impianto non può essere considerato come definitivo, se prima non completa il cosiddetto processo di osteointegrazione, ossia l’unione tra l’osso e l’impianto stesso, che inizialmente non presenta un tessuto connettivo vero e proprio. Questo procedimento avviene con il tempo e soprattutto se si utilizzano determinati materiali (gli impianti realizzati in titanio sono assolutamente consigliati per raggiungere questo scopo).
È risaputo che il fumo può danneggiare ed allungare nel tempo questo processo di unione tra le due componenti, ed una mancata osteointegrazione non potrà mai portare ad una guarigione completa, con il rischio di dover rimuovere l’impianto;
- Un altro pericolo che l’osteointergrazione può dover affrontare deriva dal danneggiamento del tessuto osseo, che si può riscontrare con un prolungato carente apporto di sangue. Questa scarsa circolazione si può avere proprio a causa del fumo di sigaretta (è soprattutto la nicotina ad agire negativamente, ma è proprio una singola sigaretta a contenere una serie di sostanze nocive per il nostro cavo orale); di conseguenza è opportuno ridurre drasticamente, se non proprio eliminare la sigaretta fino a che l’osteointegrazione non sarà completata;
- Chi fuma rischia di incorrere in infezioni che interessano il tessuto posto a contatto con l’impianto, causandone il progressivo distacco;
- Il fumo della sigaretta, infine, contribuisce ad un aumento importante della temperatura riscontrata sul cavo orale, ed è proprio il calore che deve essere evitato il più possibile anche con l’alimentazione.
Di conseguenza l’abbandono della sigaretta deve rappresentare una scusante per garantire il processo di guarigione, ma anche per smettere definitivamente e guadagnarne in salute.
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