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Ipoacusia: le tipologie di problemi all'udito

Ipoacusia: le tipologie di problemi all'udito

La lieve perdita dell'udito è legata all'invecchiamento. Scopriamo come si diagnostica e quali sono le soluzioni per sentire meglio.

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In Italia 7 milioni di persone soffrono di ipoacusia, ovvero di una diminuzione della capacità uditiva che non permette di sentire bene i suoni e comprendere in modo chiaro le parole. I più colpiti sono gli over 65; si stima, infatti, che uno su tre soffra di problemi di udito. Un problema funzionale, ma anche fonte di grande disagio.

In questo articolo abbiamo chiesto al Dott. Enrico Zanelli di indicarci i tipi di ipoacusia, quali esami effettuare e come affrontare la patologia.

1 Cos'è l'ipoacusia?

L’ipoacusia è una riduzione della capacità uditiva che può influenzare la percezione dei suoni, la comunicazione e la qualità di vita di chi ne soffre. Si tratta di una condizione che può presentarsi in diverse forme e gravità e colpisce prevalentemente le persone anziane, ma può manifestarsi a qualsiasi età.


Quali tipi di acusia esistono? 

Ci sono vari tipi di ipoacusia classificati in base alla causa e alla sede dell’alterazione:

ipoacusia trasmissiva: legata a problemi nell’orecchio esterno o medio (es. otiti, perforazioni del timpano). I suoni non vengono trasmessi correttamente verso l’orecchio interno;

ipoacusia neurosensoriale: causata da danni all’orecchio interno o al nervo uditivo. È la forma più comune nelle persone anziane e può essere dovuta all’invecchiamento, a traumi acustici o a patologie genetiche;

ipoacusia mista: quando sono presenti sia una componente trasmissiva sia una neurosensoriale;

Va precisato che, in alcuni casi, l’ipoacusia potrebbe essere causata da un tappo di cerume. In questo caso sarà bene rivalutare le proprie abitudini e fare attenzione al modo in cui si puliscono le orecchie, come l’uso scorretto dei cotton fioc.

2 Come capire se si soffre di ipoacusia?

Innanzitutto, per valutare l'ipoacusia e identificare il tipo e il grado di perdita uditiva è opportuno effettuare l’esame audiometrico che si suddivide in:

tonale: misura la capacità di sentire i suoni a diverse frequenze e intensità;

timpanometria: esamina la funzionalità dell’orecchio medio e della membrana timpanica;

riflessi stapediali: esaminano l’arco riflesso orecchio-cervello e orecchio-cervello-orecchio controlaterale che si attiva con suoni di intensità superiori a 80Db. Utile per orientarsi nella diagnosi di patologie come l’otosclerosi.

Successivamente, sarà premura del medico otorinolaringoiatra consigliare di effettuare degli esami più specifici come:

audiometria vocale: valuta la capacità di comprendere le parole.

ABR (risposta uditiva del tronco encefalico): utile per studiare il funzionamento del nervo acustico e delle vie uditive centrali.

Risonanza magnetica cerebrale

3 Come si cura l'ipoacusia?

Non tutte le ipoacusie si possono curare. La più trattabile è sicuramente quella trasmissiva poiché riguarda problemi che si verificano nell'orecchio esterno o medio.
Nel caso di infezioni, come le otiti, verranno prescritti degli antibiotici specifici per trattare il problema. Se però la situazione si presenta più grave, come nel caso di otosclerosi o danni al timpano, per ripristinare la funzione uditiva sarà necessario intervenire chirurgicamente.

Per quanto riguarda l'ipoacusia neuro-sensoriale, è generalmente irreversibile poiché il danno riguarda l’orecchio interno o il nervo uditivo. Fortunatamente, però, è possibile intervenire con l’utilizzo di apparecchi acustici che amplificano i suoni e aiutano a migliorare la percezione sonora nelle persone con ipoacusia lieve o moderata; oppure con l’installazione di impianti cocleari per chi ha una perdita uditiva grave o profonda, stimolando il nervo uditivo.

Il trattamento per l’ipoacusia mista, invece, combina gli approcci dell’ipoacusia trasmissiva e neurosensoriale. In alcuni casi, un intervento chirurgico può essere seguito dall’uso di apparecchi acustici.

4 Si può prevenire?

In alcuni casi sì. Ad esempio, per prevenire l'ipoacusia, specialmente quella neurosensoriale, è fondamentale:

  • proteggere le orecchie da rumori intensi, usando tappi o cuffie quando si è esposti a suoni forti;
  • evitare farmaci ototossici;
  • mantenere una buona igiene dell’orecchio, per prevenire infezioni che potrebbero causare ipoacusia trasmissiva;
  • effettuare controlli uditivi periodici, indicati soprattutto per chi lavora in ambienti rumorosi o per chi ha familiarità con problemi uditivi.

Va da sé, ovviamente, che le ipoacusie di tipo congenito non si possono purtroppo prevenire, così come quelle a seguito di un grave trauma.

5 Perché l'ipoacusia colpisce i bambini?

L’ipoacusia può colpire persone di tutte le età, ma è più comune negli anziani, per fenomeni legati all’invecchiamento (presbiacusia), in coloro che lavorano in ambienti rumorosi (come in laboratori, fabbriche e discoteche) o che hanno subito dei traumi acustici.

Colpisce anche i bambini in caso di infezioni ricorrenti dell’orecchio o in quei casi in cui vi sono delle problematiche congenite. Per quanto riguarda il primo caso, è proprio per questo che è necessario mantenere nei bambini (così come per gli adulti) una buona igiene dell’orecchio, e altresì non esporli a fonti di rumore, soprattuto nei primi mesi di vita.

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