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Mononucleosi: i sintomi e le cause della "malattia del bacio”

Mononucleosi: i sintomi e le cause della "malattia del bacio”

Febbre alta, stanchezza profonda, mal di gola, ingrossamento dei linfonodi sono tra i sintomi della mononucleosi. Capiamo cos’è.

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La mononucleosi, spesso denominata "malattia del bacio", è una malattia infettiva causata principalmente dal virus di Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia degli herpesvirus. Si trasmette principalmente tramite la saliva, ma anche attraverso contatti stretti personali o condivisione di oggetti come bicchieri e posate. 

È caratterizzata da sintomi quali, soprattutto nel collo, e talvolta ingrossamento della milza o del fegato. 

Scopriamo i sintomi principali e le modalità di trasmissione di una delle malattie più diffuse tra gli adolescenti.

1 Quali sono i sintomi della mononucleosi?

I sintomi iniziali della mononucleosi possono essere simili a quelli di una comune influenza

  • stanchezza intensa
  • febbre
  • mal di gola
  • linfonodi ingrossati 

Questi possono evolvere e aggravarsi nel corso di pochi giorni, spesso accompagnati da un importante senso di malessere generale.

Il periodo di incubazione del virus di Epstein-Barr varia generalmente tra 4 e 6 settimane. Durante questo tempo, il soggetto infetto può non manifestare sintomi ma è potenzialmente contagioso, specialmente nelle fasi acute della malattia.

La durata dei sintomi acuti della mononucleosi varia, ma comunemente persistono da 2 a 4 settimane. In alcuni casi, la stanchezza e il senso di malessere possono protrarsi anche per mesi.

La mononucleosi può anche causare esantema (per questo viene, a volte, classificata come malattia esantematica), anche se non è tra i sintomi più comuni. 

L'esantema nella mononucleosi infettiva appare solitamente come un'eruzione cutanea maculopapulare rossa che può diffondersi su diverse parti del corpo ed è più probabile che si verifichi se il paziente con mononucleosi viene trattato con ampicillina o amoxicillina, due tipi di antibiotici. In questi casi, l'eruzione non è una reazione allergica all'antibiotico stesso, ma una risposta immunitaria atipica legata alla presenza del virus Epstein-Barr nel corpo.

L'esantema indotto dall'uso di antibiotici in pazienti con mononucleosi è abbastanza comune e si verifica in circa il 90% dei casi quando questi farmaci sono usati. È importante, quindi, evitare l’assunzione di ampicillina o amoxicillina con sospetta o confermata mononucleosi fino a che la diagnosi non sia chiarita, per prevenire l'insorgenza dell'esantema.

2 Che cosa provoca la mononucleosi?

La mononucleosi è causata principalmente dal virus di Epstein-Barr (EBV), noto anche come herpesvirus umano 4, scoperto per la prima volta nel 1964 da Michael Epstein e Yvonne Barr. 

L’EBV è uno dei virus più diffusi nel mondo: si stima, infatti, che oltre il 90% degli adulti sia stato esposto a questo virus, che dopo l'infezione iniziale persiste in forma latente nell'organismo per tutta la vita.

In molti casi, le persone infettate dal virus di Epstein-Barr non mostrano sintomi evidenti o presentano segni molto lievi che possono non essere riconosciuti come parte di questa malattia.


Mononucleosi negli adulti e nei ragazzi: che differenze ci sono?

Nei ragazzi e nei giovani adulti, i sintomi tendono ad essere meno severi e la guarigione più veloce. Negli adulti, invece, la malattia può presentarsi con sintomi più gravi e prolungati, e il rischio di complicazioni è maggiore.


Ho avuto la mononucleosi: posso riprenderla?

Anche se il virus rimane nel corpo a vita in uno stato latente, è raro che la mononucleosi si manifesti nuovamente con la stessa intensità.
In alcuni casi, il virus può riattivarsi, soprattutto in periodi di stress o immunosoppressione, ma generalmente senza causare la stessa severità di sintomi.


Mononucleosi o tonsillite: come distinguerle?

Mononucleosi e tonsillite possono causare mal di gola e febbre, per cui a volte può essere difficile distinguerle.
La tonsillite, però, è prevalentemente batterica e risponde agli antibiotici, mentre la mononucleosi no. Altri sintomi come ingrossamento di milza e linfonodi sono più tipici della mononucleosi.

Monotest e la diagnosi della mononucleosi

Il monotest è un test sierologico rapido che ricerca la presenza di anticorpi eterofili che sono prodotti in risposta all'infezione da virus di Epstein-Barr (EBV). Un risultato positivo indica una probabile infezione da EBV. Questi anticorpi possono comparire anche in altre condizioni, quindi il test non è specifico al 100% per la mononucleosi.

Per una diagnosi più accurata, possono essere necessari ulteriori esami del sangue, come:

  • Anticorpi VCA (Viral Capsid Antigen): si distinguono in IgM e IgG. Le IgM positive indicano un'infezione recente, mentre le IgG positive possono indicare un'infezione passata o una riattivazione del virus.
  • Anticorpi EBNA (Epstein-Barr Nuclear Antigen): di solito diventano positivi diversi mesi dopo l'infezione iniziale e rimangono positivi per tutta la vita. La presenza di questi anticorpi indica generalmente un'infezione passata.
  • Anticorpi EA (Early Antigen): positivi nelle fasi acute dell'infezione e in caso di riattivazioni.
  • Leucocitosi: aumento del numero totale dei leucociti è comune. Spesso si verifica un incremento dei linfociti e dei monociti.
  • Linfociti atipici: un segno distintivo della mononucleosi è la presenza di linfociti atipici, che sono linfociti più grandi del normale con un aspetto irregolare. Questi possono rappresentare oltre il 10% del conteggio totale dei linfociti nel periodo acuto della malattia.
  • Piastrine: a volte, può verificarsi una lieve trombocitopenia (basso numero di piastrine nel sangue).
  • Funzionalità epatica: gli enzimi epatici possono essere elevati, come l'alanina aminotransferasi (ALT) e l'aspartato aminotransferasi (AST), a causa dell'infiammazione del fegato.

3 Come si cura la mononucleosi?

Non esiste un trattamento specifico per l'EBV. Come nella maggior parte delle malattie esantematiche, la gestione della mononucleosi si concentra sul sollievo dei sintomi: riposo, idratazione e l'uso di antipiretici e analgesici per abbassare la febbre e alleviare eventuali stati dolorosi.

Gli antibiotici non sono efficaci contro il virus e vengono prescritti solo in caso di infezioni batteriche secondarie, come per esempio una tonsillite batterica concomitante.

4 Rischi e complicazioni del virus Epstein-Barr

Il virus della mononucleosi può persistere nei linfociti B (le cellule del sistema immunitario che producono gli anticorpi) per tutta la vita di un individuo.
La latenza del virus e la sua capacità di eludere il sistema immunitario permettono all'EBV di influenzare vari processi cellulari e di promuovere l'infiammazione cronica, e contribuire a diverse condizioni autoimmuni come:

  • sclerosi multipla
  • artrite reumatoide 
  • lupus eritematoso sistemico

e a vari tipi di cancro come:

  • linfoma di Burkitt
  • carcinoma nasofaringeo 
  • linfoma Hodgkin e non-Hodgkin.

L'EBV può anche essere coinvolto in altre condizioni come la sindrome da stanchezza cronica e problemi gastrointestinali.


EBV e malattia di Alzheimer

Recenti studi hanno iniziato a esplorare una possibile connessione tra il virus di Epstein-Barr e lo sviluppo della malattia di Alzheimer

Alcune ricerche suggeriscono che il virus EBV, una volta riattivato, possa contribuire all'infiammazione cronica e alla disfunzione immunitaria, due fattori che sono stati associati all'Alzheimer. In particolare, è stata osservata una maggiore prevalenza di anticorpi contro l'EBV in individui diagnosticati con Alzheimer rispetto a quelli senza la malattia.

La teoria è che l'EBV potrebbe indurre cambiamenti neurologici attraverso meccanismi di infiammazione cronica o attraverso la produzione di proteine virali che possono aggregarsi e contribuire alla formazione di placche beta-amiloide, un segno distintivo dell'Alzheimer. 

Al momento queste correlazioni sono ancora oggetto di studio e che ulteriori ricerche sono necessarie per confermare queste ipotesi e capire i meccanismi sottostanti. Se confermate, queste scoperte potrebbero aprire nuove vie per la prevenzione e il trattamento della malattia di Alzheimer, evidenziando l'importanza del monitoraggio e della gestione dell'EBV.

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