Il lichen scleroatrofico genitale e la capacità di concepimento
Nei casi più gravi la patologia può compromettere l’attività sessuale
Il lichen sclerosus può colpire sia gli uomini che le donne, con ripercussioni sull’attività sessuale e, nei casi più gravi, conseguente impossibilità di concepimento.
Cos’è il lichen sclerosus?
È una malattia cutanea infiammatoria cronica che interessa prevalentemente la zona ano-genitale di uomini e donne.
Qual è l’origine di questa malattia?
L’origine non è conosciuta ma, soprattutto per il sesso femminile, esiste una stretta associazione con malattie autoimmuni. È presente in circa 1 su 300-1000 individui e le donne sono colpite tre volte più frequentemente degli uomini, anche nella zona anale. Nei maschi si presenta principalmente tra i 30 e i 50 anni, ma può essere osservata anche nel bambino.
Quali conseguenze provoca?
Nell’uomo la conseguenza più frequente è la fimosi, cioè il restringimento del prepuzio, con impedimento all’attività sessuale. Nel 4% dei casi si verifica un interessamento del meato uretrale esterno o dell’uretra, con impedimento alla fuoriuscita dell’urina. In circa l’8% può svilupparsi un carcinoma squamocellulare del pene.
Nella donna la malattia può determinare l’atrofia delle piccole labbra della vagina e del clitoride, con il restringimento fino alla completa chiusura dell’orifizio vaginale, con una gravissima compromissione dell’attività sessuale.
Qual è la terapia indicata per contrastarlo?
Le lesioni sul prepuzio e sul glande possono essere trattate localmente con cortisonici ad alto potenziale per un periodo di almeno 3 mesi.
Ci sono dei sintomi che permettono di riconoscerlo?
Il prurito in corrispondenza delle lesioni è un sintomo caratteristico. Le lesioni sono costituite inizialmente da piccole aree di color avorio che confluiscono in lesioni più ampie con cute rugosa e assottigliata, erosa e fissurata o con placche ispessite e biancastre.
Quali accortezze deve seguire chi ne è colpito?
È importante la diagnosi tempestiva, con biopsia nei casi dubbi. Il trattamento conservativo è tanto più efficace quanto più precocemente viene iniziato. Fondamentale è mantenere la terapia sotto controllo, per contenere l’evoluzione della malattia e il ricorso alla chirurgia. Occorre inoltre sorvegliare le lesioni per prevenire l’evoluzione sclerotica, in quanto le lesioni acquisite sono irreversibili.
Massimo Capone
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