Le malattie sessualmente trasmissibili sono molte e colpiscono prevalentemente i giovani. Questi spesso sono molto imprudenti nei rapporti, abbastanza disinformati e disinteressati al problema e la loro attività sessuale inizia sempre più precocemente. La diffusione di tali malattie, quindi, è in costante crescita e ci si preoccupa solo quando si viene colpiti.
Come avviene la trasmissione dell’HPV?
La trasmissione avviene, nella stragrande maggioranza dei casi per via sessuale, attraverso il contatto con cute o mucose e i microtraumi, che avvengono durante il rapporto sessuale, potrebbero favorirne la trasmissione. Il preservativo riduce ma non elimina totalmente il rischio di infezione in quanto il contatto potrebbe avvenire in zone non protette dal preservativo stesso. Il sesso orale favorisce la comparsa di lesioni orofaringee ed i rapporti anali la comparsa di patologie anali. Infine è ammessa, seppur rarissima, la trasmissione indiretta, attraverso asciugamani e biancheria intima.
Quali sono le conseguenze dell’infezione da Papillomavirus per la salute dell’uomo?
Esistono circa 150 tipi di HPV ed almeno 40 di questi causano infezioni del tratto genitale. Alcuni ceppi (es. tipo 6 ed 11), detti a basso rischio oncogeno, causano lesioni benigne, i cosiddetti condilomi, di gran lunga le lesioni HPV correlate più frequenti nel maschio. Altri ceppi definiti ad alto rischio oncogeno possono causare le rare neoplasie del pene, neoplasie orofaringee (con i rapporti orali) e neoplasie anali (più frequenti negli omosessuali). Negli ultimi anni è stata trovata una correlazione tra presenza del virus HPV nel liquido seminale ed infertilità, soprattutto diminuzione della motilità degli spermatozoi. Attualmente si ritiene che la maggior parte degli uomini sessualmente attivi e con più partner si infetti nel corso della vita con virus HPV ma soltanto in una piccola parte dei soggetti infetti l’infezione virale persiste dando luogo a manifestazioni cliniche. La persistenza del virus è favorita da fattori come fumo, diabete, e immunodepressione.