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Intervista a Roberta Capua:
teniamo allenato anche il cervello!

Intervista a Roberta Capua:
teniamo allenato anche il cervello!

È una forma di prevenzione importante, quanto quella per le malattie del fisico.

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A tu per tu con Roberta Capua, conduttrice televisiva ed ex modella.

Volto rassicurante di programmi storici come Tappeto Volante, I fatti vostri, Buona Domenica, Unomattina e L’estate in diretta, Roberta Capua è entrata nella memoria collettiva come la giovanissima modella napoletana che, fresca di studi classici, a soli 18 anni vinse Miss Italia, come già prima di lei aveva fatto la madre Marisa Jossa.

Dopo una lunga carriera televisiva, nel 2008, con la nascita del figlio Leonardo, decide di uscire dalle scene per dedicarsi in toto a lui. Negli ultimi cinque anni è tornata protagonista in numerosi programmi televisivi. Non ultimo Celebrity MasterChef Italia, che vince consentendo di donare in beneficenza 100 mila euro a Save The Children.

Filo conduttore della sua popolarità, il suo impegno sociale come testimonial della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e madrina italiana della campagna Nastro Rosa.

Ci sono donne che non fanno esami diagnostici perché hanno paura di scoprire qualcosa di negativo...

Andrebbe messa da parte la scaramanzia. La prevenzione è un atto di coraggio. Tutte le volte si può andare incontro ad una diagnosi negativa.
Ma, se si riesce a pensare con il cervello e non con la pancia, è certamente molto meglio affrontare qualcosa che potrebbe arrivare con delle armi più potenti e con una possibilità maggiore di esito positivo.

Bisogna abbattere questo retaggio culturale sbagliato.

Tra lavoro e famiglia, alla donna manca il tempo per dedicarsi a sé?

Anche se oggi i ruoli non sono così schematizzati, è vero che siamo multitasking. Ci barcameniamo tra lavoro, famiglia, figli e genitori. L’importante è potersi ritagliare un piccolo spazio per sé stesse, che diventa un salvavita.

Dal punto di vista piscologico è fondamentale fare qualcosa che ci piaccia, dedicarsi alla lettura, per esempio. Dobbiamo sapere che abbiamo uno spazio dedicato a noi stesse.

Come ti regoli con i controlli di routine per la tua salute?

Si, ho un’agenda di quello che devo fare, dove programmo i miei controlli dedicati alla salute. Attualmente procedo in modo annuale per i tumori femminili. Ora che ho superato i 50 ho aggiunto in agenda anche i controlli quali colonscopia e gastroscopia.

Possiamo dire che sei di esempio in questo?

Sì, vorrei vivere bene a lungo. Quindi penso che la diagnosi precoce sia l’unico strumento che abbiamo a disposizione per far sì che questo accada.
Qualcuno dice che sono troppo attenta, ma poi ognuno fa il conto con le proprie insicurezze e paure. La soluzione non è nascondere la testa sotto la sabbia.

In molti legano la forma fisica allo sport spinto. Tu come ti regoli?

Vorrei invecchiare con dolcezza e in salute. Mi spaventano, piuttosto, le malattie che riguardano la mente. Si parla sempre di più di Alzheimer e di demenza senile. Mi fa paura l’idea di arrivare ad un punto della vita in cui non siamo più noi stessi.

È fondamentale tenere allenato il cervello nello stesso modo in cui teniamo in salute il corpo.

Come affianchi la prevenzione fisica a quella mentale?

Allenare il cervello è più difficile, ma con costanza, attraverso il lavoro, la lettura e qualche esercizio di memoria lo si riesce a tenere attivo.
Sono più interessata a questo che all’aspetto estetico. So che per molte persone la preoccupazione principale è dimostrare un’età inferiore. Io a quello tengo meno. Non mi interessa dimostrare meno anni ma avere una vita sana, di relazione con gli altri.

Prevenzione e salute sono temi che ti appassionano anche professionalmente?

Ho condotto fino a poco tempo fa una trasmissione dal titolo “belli dentro e belli fuori” che mi ha dato grandi soddisfazioni. Il tema è di mio grande interesse, tanto che continuo a tenermi aggiornata.

Non sempre, purtroppo si riesce a far conciliare la passione con il lavoro: io comunque studio e continuo a tenermi aggiornata. Ricordo che diversi medici in trasmissione si stupivano perché sapevo delle cose che magari potevano essere più per gli addetti ai lavori. Ma è proprio un mio interesse.

Nel 2008 hai avuto un figlio, come ha cambiato la tua vita?

L’ho desiderato e quando è arrivato è stata una grande gioia. Per questo ho anche voluto dedicargli tutto il tempo e le attenzioni che merita.

Anche oggi, che è adolescente, richiede una mia presenza, diremo, dedicata. Ciò non toglie che io possa portare avanti i miei progetti artistici e conciliare famiglia e lavoro; con la consapevolezza che un figlio richiede tempo e una centratura da parte del genitore.

Com’è il tuo rapporto con lui?

È un rapporto basato sul dialogo. Non mi illudo che lui mi racconti tutto quello che fa o che fuori sia come in casa. Ma credo di essere riuscita a instaurare con lui un buon rapporto, fondato sulla chiarezza.

Ci sono delle regole che vanno seguite, io le ho impostate da sempre, e lui è consapevole che, anche ora da adolescente, le regole vanno rispettate, come la priorità dello studio sullo sport (gioca a pallanuoto) o l’orario serale di rientro. Non ci sono deroghe.

Progetti futuri? C’è qualcosa in particolare che vorresti seguire?

Sono un amante del talk show, mi piace parlare e confrontarmi, l’ho già fatto e lo rifarei. Mi piace sentire il parere della gente, sia la comune che quella dello spettacolo.
Penso sia il modo migliore per aprire la mente, ascoltare gli altri senza pregiudizi e cambiare idea delle volte.

AIRC e ANT: essere testimonial ti impone coerenza o lo vivi con leggerezza?

È una cosa in cui credo e quindi cerco di avere uno stile di vita coerente, con quello che vado a raccontare tramite interviste e incontri. Non mi piace predicare bene e razzolare male.

Cerco di essere coerente con le cause che sposo nella vita. Anche un’associazione, quando sceglie il testimonial, non deve farlo a caso, ci deve essere un legame. E anche chi si presta dovrebbe essere coerente.

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