Le secrezioni dal capezzolo
Un liquido che esce dal capezzolo nella maggior parte dei casi non dà preoccupazioni. Scopri perché.
La fuoriuscita di liquido dal capezzolo, al di fuori del periodo della gravidanza e dell’allattamento, è un sintomo frequente che può causare ansia e preoccupazione spesso non giustificati poiché, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di secrezioni fisiologiche, ovvero che non indicano nessuna patologia.
Indice
1 Quanti tipi di secrezione dal capezzolo esistono?
La caratteristica più importate è il colore. In base al colore si distinguono diversi tipi di secrezione:
- limpida-incolore
- giallastra
- verdastra
- brunastra
- lattescente
- sierosa
- ematica.
Altra cosa importante è valutare se la secrezione interessa una sola mammella (secrezione monolaterale) oppure entrambe le mammelle (secrezione bilaterale) e se il liquido fuoriesce da un singolo orifizio (secrezione monorifiziale), oppure da più orifizi (secrezione pluriorifiziale).
L’ultima importante distinzione da fare e tra la secrezione spontanea (caratterizzata dal tipico riscontro del reggiseno bagnato o macchiato) e la secrezione che si verifica soltanto dopo la spremitura del capezzolo.
A questo riguardo va tenuto presente che la mammella è una ghiandola e una sua accurata spremitura è in grado di provocare una minima secrezione nel 50% delle donne, soprattutto quelle in età fertile oppure nel periodo successivo all’allattamento.
2 Secrezioni dai capezzoli: quando andare dal medico?
Non vanno mai sottovalutate le secrezioni ematiche e le secrezioni limpide-incolori che interessano soltanto una mammella, e in genere un singolo orifizio, e che si verificano spontaneamente senza la spremitura del capezzolo. In questi casi la secrezione viene definita patologica e un approfondimento diagnostico è d’obbligo.
Nei restanti casi la secrezione viene definita fisiologica, dunque non è mai ematica o limpida-incolore. Può assumere una varietà di colori ed è tipicamente non spontanea ma provocata; è spesso bilaterale e origina da più dotti galattofori (pluriorifiziale). In questi casi non bisogna allarmarsi poiché si tratta di secrezioni che non si associano alla presenza di una lesione mammaria e gli esami diagnostici non sono indicati.
In presenza di una secrezione lattescente bilaterale spontanea in donne non in gravidanza, e non in allattamento, detta galattorrea, è indicato eseguire il dosaggio ematico della prolattina per valutare l’eventuale presenza di una causa sistemica della secrezione stessa.
3 Quali sono le cause delle secrezioni patologiche?
Nella maggioranza dei casi la secrezione patologica, limpida-incolore o ematica, è dovuta a un papilloma intraduttale, ovvero una lesione benigna della mammella.
In una minoranza di casi, e soprattutto quando la secrezione è francamente ematica, essa si associa alla presenza di un tumore maligno.
In presenza di una secrezione patologica dal capezzolo, il primo esame da eseguire è la mammografia, giustificata anche in donne al di sotto dei quaranta anni.
In seconda battuta va eseguita l’ecografia mammaria con particolare attenzione alla regione retroareolare.
Quando sia la mammografia che l’ecografia risultano negative è opportuno eseguire una risonanza magnetica della mammella con mezzo di contrasto, un esame molto sensibile che ha sostituito la galattografia o mammografia con iniezione di contrasto iodato nel capezzolo.
L’esame citologico della secrezione, per la ricerca di cellule neoplastiche attraverso l'allestimento di alcuni vetrini, va eseguito soltanto in caso di secrezione ematica, tenendo presente però che si tratta di un esame non affidabile qualora risulti negativo dato che rileva la presenza di cellule neoplastiche soltanto nel 30% dei tumori secernenti.
In presenza di una lesione mammaria che causa una secrezione patologica è sempre indicato un campionamento bioptico, per poter definire con certezza la natura della lesione attraverso l'esame istologico della stessa.
Patrizio Bianchi
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