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La chirurgia robotica: una nuova frontiera tecnologica al servizio del chirurgo

La chirurgia robotica: una nuova frontiera tecnologica al servizio del chirurgo

L’impianto di protesi con sistema robotico è tre volte più accurato rispetto alla tecnica manuale e permette un tempo di recupero ridotto.

La chirurgia robotica è una tecnica chirurgica innovativa esportata dalle tecnologie militari. Si tratta di un sistema ad alta tecnologia in cui il chirurgo ha sempre il controllo dell’intervento ma viene assistito nei gesti più fini di taglio dell’osso da un braccio robotizzato che può anche correggerti in caso di errore. In pratica se si sta esagerando o tagliando con delle inclinazioni scorrette il robot si irrigidisce e si ferma per indurre il chirurgo a rivedere ciò che sta facendo. 
 

Dottor Ranaldo, come si è avvicinato a questa tecnica?

Sono da sempre appassionato di tecnologia che per molti anni è stata anche la mia attività lavorativa come sostentamento degli studi universitari (dal 1999 al 2008 ho fondato e fatto crescere un’azienda innovativa, la Ra.Da.Netstation, che si occupava di postazioni multimediali per l’accesso Internet per villaggi turistici e di installazione di software di remote banking).

Ho trovato incredibile e affascinante al tempo stesso l’avvento della chirurgia robotica ma per motivi di costi (inizialmente oltre i 5 Ml di euro contro circa 1,5 Ml di euro attuali) non mi è stato subito possibile accedere all’utilizzo di queste tecnologie che sono la base di partenza per un futuro di alta precisione e riduzione di errori chirurgici. Qualcuno contesta il sopravvento delle “macchine” rispetto all’uomo, ma queste scienze tecnologiche in realtà sono un valido ausilio al gesto di un chirurgo, tanto quanto un navigatore satellitare per auto ti guida a destinazione o la sicurezza attiva delle auto più moderne rimette l’auto in carreggiata in caso di colpi di sonno! 

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Questa tecnologia proviene dall'esperienza militare statunitense dove la tecnica chirurgica con il sistema robotico è stata studiata e messa a punto dal 2006. Da allora sono stati installati più di 300 sistemi negli USA e sono stati effettuati più di 70.000 interventi, tra anca e ginocchio, di cui 16.500 solamente nel 2016, da oltre 700 chirurghi abilitati in 19 paesi. 
 

Quali sono i vantaggi di questa tecnica? 

L’impianto di protesi tramite il sistema robotico è tre volte più accurato rispetto alla tecnica manuale e permette un risparmio di sostanza ossea che si traduce in una duttilità maggiore della protesi stessa. Questo strumento offre al chirurgo la soluzione per il trattamento di pazienti per i quali un tempo non vi erano cure adeguate. Si riducono i tempi di recupero post-operatorio e i tempi di Ricovero (2/3 giorni di ospedalizzazione complessivi). 

Attualmente il robot permette al chirurgo di impiantare protesi di ginocchio mono compartimentali e totali e la protesi di anca, ma è allo studio anche la possibilità di impianto di protesi di altre articolazioni come la caviglia.

Il robot, fatta salva la necessaria esperienza e capacità individuale, permette al chirurgo di lavorare con maggiore precisione e in modo meno invasivo, garantendo al paziente migliori risultati in termini di ripresa della mobilità e controllo del dolore. In mano ad un chirurgo esperto sono evidenti i vantaggi che questa attrezzatura può offrire poiché si fornisce al medico uno strumento dalla precisione straordinaria. Inoltre l'auspicata riduzione dei margini di insuccesso allarga la fascia d'età di pazienti a cui proporre una soluzione di tipo protesico.
 

Come funziona? 

Dopo la consueta valutazione clinica del paziente, si procede all’acquisizione di un esame TAC tridimensionale sulla quale il chirurgo può programmare il posizionamento ottimale della protesi per ripristinare il movimento del ginocchio. Una volta pianificato l'intervento al computer si passa al tavolo operatorio, dove un sistema di telecamere ad infrarossi permette al chirurgo di riprodurre fedelmente il lavoro preimpostato. L'operazione viene seguita su un monitor come quando si opera in artroscopia ed il medico mediante un braccio guidato dal software effettua la fresatura per l'alloggio della protesi. Con questa metodica si limano gli errori dovuti al gesto chirurgico, all'imprecisione dello strumentario e degli strumenti, senza dimenticare il grande risparmio di tessuto osseo. Il braccio meccanico si indurisce e impedisce di commettere errori qualora il chirurgo stia esagerando nei tagli ossei. Cementata la protesi l'intervento si conclude con la consueta sutura per strati dei tessuti; il paziente inizia a distanza di poche ore il recupero funzionale.

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