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Asma bronchiale, disturbi respiratori nel sonno e Covid-19: come incidono sulla salute dei polmoni?

Asma bronchiale, disturbi respiratori nel sonno e Covid-19: come incidono sulla salute dei polmoni?

Le malattie respiratorie sono spesso sottovalutate e le persone continuano ad esporsi ai fattori di rischio, o non seguono le terapie consigliate dallo specialista, ritardando la guarigione ed esponendosi a ricadute

Dott. Mauro Scatasta

Le malattie dell’apparato respiratorio, suddivise in acute e croniche, sono responsabili di circa un sesto dei decessi in tutto il mondo. Molte di esse costituiscono uno tra i principali problemi della sanità mondiale, in particolare la bronchite cronica ostruttiva, l’asma bronchiale e le neoplasie del polmone. In Italia la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è la terza causa di morte con più di 16.000 decessi all’anno, dopo le malattie cardiovascolari e neoplastiche.
 

Dottore, come mai i polmoni si ammalano?

Il polmone è l'organo più esposto alle sostanze nocive presenti nell’aria, sostanze che inaliamo ogni volta che respiriamo e, nonostante siano dotati di particolari sistemi di difesa, se l’esposizione è persistente, si ammalano.
 

Quali sono i sintomi maggiormente riscontrati?

Principalmente la tosse, la mancanza di respiro e la respirazione sibilante (asma bronchiale e bronchite cronica/enfisema polmonare). Inoltre, sono in aumento coloro che russano o presentano le interruzioni del respiro durante il sonno (OSAS) e chi, superata la malattia Covid-19, a distanza di mesi non si sono ancora ripresi e lamentano sintomi o presentano alterazioni radiologiche persistenti (Long Term Covid).
 

Cosa differenzia l’asma bronchiale e la bronchite cronica ostruttiva (BPCO)?

L’età di inizio dei sintomi è molto diversa, l’asma fa ammalare gli adulti ma anche i ragazzi o i più giovani, la BPCO inizia a manifestare i sintomi dopo i 40 anni di età. I sintomi nel paziente asmatico sono incostanti nel tempo, variabili per frequenza e intensità di giorno in giorno, sono sensibili alla terapia steroidea ed ai broncodilatatori, come dimostrato dalle prove spirometriche. Nella BPCO i sintomi sono più costanti, persistenti, progressivi, rispondono meno al cortisone, bene alla terapia con farmaci broncodilatatori, e più frequentemente sono accompagnati dall’espettorazione.
 

Si possono prevenire?

Indubbiamente sì. Nelle forme di cui conosciamo la causa, come nell'asma professionale o allergica, possiamo prevenirla evitando l’esposizione alle sostanze responsabili. Nella BPCO, come in tutte le malattie respiratorie, è sempre doveroso non fumare o smettere di farlo. La miglior prevenzione è sempre quella di curarsi, seguendo con scrupolo e costanza le indicazioni dello specialista. Assumere con regolarità i farmaci prescritti e, nel caso dei farmaci somministratili per via inalatoria (le “bombolette“), attuare la corretta tecnica di inalazione.
 

Cosa ci può dire del russamento e delle apnee notturne?

Sono considerate il campanello di allarme della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS), il più frequente disturbo respiratorio nel sonno.
 

Quali possono essere le cause?

L'obesità moderata o grave rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per l’OSAS, a causa dell'aumento del tessuto adiposo attorno alla gola, che facilita il collassamento della faringe durante il sonno.
 

E le conseguenze?

La successione di eventi respiratori nel sonno, più o meno numerosi, crea uno stress grave nell’organismo con aumento del rischio cardiovascolare, cerebrovascolari, obesità e malattie metaboliche.
 

Come può essere trattata questa patologia?

Il trattamento più efficace per le apnee notturne è costituito dall’applicazione della pressione positiva continua alle vie aeree (o CPAP, dall'acronimo inglese): occorre indossare una maschera sopra il naso (o sopra naso e bocca) che, grazie a un apparecchio ad essa collegato (il ventilatore), è in grado di far respirare al paziente durante il sonno un flusso d'aria a un livello di pressione regolabile, al fine di mantenere un'apertura idonea della gola durante il sonno. Per il conseguimento di benefici duraturi, questa dovrebbe essere utilizzata ogni notte. Altre opzioni includono un dispositivo da porre all'interno della cavità orale, finalizzato a portare in avanti la mascella inferiore (MAD). Attualmente non esistono terapie farmacologiche.
 

Parlando invece della pandemia da Covid-19, chi ne è stato colpito, può presentare sintomi per molto tempo anche se negativizzato?

Sì, una volta superata la fase acuta della polmonite interstiziale, per molti mesi dopo la dimissione, possono essere visibili nelle radiografie o nelle tac i danni che la grave risposta infiammatoria, la deprivazione di ossigeno e la microangiopatia trombotica hanno provocato. Si parla infatti di LONG COVID.

Quali sono i principali sintomi presentati?

La difficoltà di respiro, oltre a sintomi sistemici che persistono per molti mesi. Il timore è che, almeno in una minoranza di casi, specie nelle persone con malattia più grave e più a lungo assistiti nelle rianimazione, queste alterazioni siano progressive ed evolutive verso le forme inquadrabili nelle interstiziopatie polmonari ad evoluzione fibrotica.
 

Questi pazienti devono essere visitati periodicamente?

Come indicato dalle LG della British Thoracic Society, dovrebbero essere seguiti nel tempo con attento follow up medico comprensivo di radiografia del torace, delle prove di funzione respiratoria (spirometria globale con DLCO), test del cammino di 6 minuti, valutazione cardiologica comprensiva di ecocardiocardiograifa e, in casi selezionati, della tac del torace ad alta risoluzione per lo studio dell’interstizio e, se indicata con lo studio della fase angiografica, con metodo di contrasto.
 

Chi invece si è ammalato ma non è stato ricoverato, come dovrebbe comportarsi?

Queste persone lamentano affaticamento persistente, dolori muscolari, pesantezza del respiro, oppressione toracica, brividi o sudorazione, cefalea, annebbiamento o difficoltà della concentrazione, perdita del gusto o dell’olfatto, con fluttuazioni quotidiane nel tipo e nell’intensità dei sintomi. Anche loro dovrebbero sottoporsi al controllo medico del pneumologo: una radiografia del torace darà indicazioni molto importanti e andrà ripetuta a distanza di tempo, qualora si rilevassero della anomalie. Il medico darà indicazione sulla opportunità di una tac torace ad alta risoluzione e, in casi selezionati, raccomanderà l’esecuzione della spirometria con la DLCO e l’ossiemia completata con il test del cammino dei 6 minuti.

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