Con l’ecografia della spalla scopri traumi e infiammazioni
Con l’ecografia della spalla è possibile scoprire traumi e infiammazioni causati da traumi sportivi, domestici o stradali.
L’ecografia della spalla prevede il controllo di situazioni di tipo acuto susseguenti a traumi sportivi, domestici o stradali e soprattutto di tipo cronico degenerativo, essendo la spalla l’articolazione maggiormente utilizzata in tutte le attività quotidiane ed anche l’unica articolazione del corpo umano capace di muoversi in tutti i piani dello spazio.
Il tipo di esame ecografico della spalla che io eseguo, seguendo un protocollo da me preparato, è un esame dinamico; ciò significa che vengono fatti eseguire al paziente tutti i movimenti classici della spalla (adduzione, abduzione, intrarotazione, extrarotazione) per valutare l’azione dei legamenti e soprattutto dei tendini durante tali movimenti e poter quindi giudicare la corretta funzionalità degli stessi.
Quali sono i vantaggi dell’esame ecografico della spalla?
I principali vantaggi dellʼesame ecografico della spalla risultano evidenti da quanto prima esposto e cioè: immediatezza dellʼesame diretto, la possibilità di eseguire lʼesame in modalita dinamica e quindi di valutare la funzionalità delle strutture tendinee e legamentose, la possibilità di una diagnosi immediata che può permettere al paziente un rapido intervento terapeutico.
Perché è una tecnica diagnostica preferibile ad altre metodologie?
La tecnica di ecografia dinamica della spalla è preferibile ad altre metodiche, senza tuttavia sostituirsi ad esse, soprattutto per la rapidità di esecuzione e lʼimmediatezza della diagnosi, per la possibilità di valutare la funzionalità attiva delle strutture tendinee e legamentose e perché permette di valutare parzialmente anche la struttura ossea.
Per quanto riguarda la struttura ossea lʼesame ecografico è sicuramente di qualità inferiore rispetto al normale esame radiografico, però una corretta valutazione del profilo ecografico della testa omerale e dellʼacromion ci permette di valutare la reale ampiezza dello spazio subacromiale e la presenza di irregolarità di tipo artrosico/degenerativo e soprattutto di osservare la eventuale presenza di formazioni calcifiche in corrispondenza dei tendini (nella stragrande maggioranza dei casi il tendine del sovraspinato).
Tali formazioni calcifiche possono creare, nella posizione di abduzione (braccio alzato o comunque allontanato dal corpo) situazioni di conflitto subacromiale, cioè di infiammazione delle strutture interne allo spazio tra testa dell’omero e acromion. Alcune situazioni, inoltre, non sono valutabili tramite lʼesame ecografico della spalla: ad esempio le lesioni del cercine glenoideo, per le quali si indirizza il paziente allʼesecuzione di risonanza magnetica con mezzo di contrasto (tali lesioni sono comunque percentualmente assai limitate).
Lʼesame ecografico della spalla deve quindi intendersi preferibile alle altre metodiche soprattutto in ordine temporale, deve cioè intendersi come primo esame da eseguire e non deve essere inteso come sostitutivo rispetto allʼesame radiografico e allʼesame di risonanza magnetica che devono essere utilizzati in base alle patologie sospettate.
Quando richiedere un’ecografia della spalla?
Lʼecografia della spalla può essere lʼesame richiesto per primo in ordine temporale in qualunque tipo di patologia dolorosa della spalla, proprio per la rapidità dell’esecuzione e della diagnosi; quando si è di fronte a una patologia di tipo acuto, soprattutto se correlata a un evento traumatico, è comunque sempre consigliabile integrare lʼesame ecografico della spalla con un esame radiografico per escludere eventuali lesioni delle strutture ossee.
Lʼesame radiografico va eseguito anche in situazioni di tipo cronico degenerativo ove si sospetti la presenza di formazioni calcifiche o deformazioni artrosiche; il connubio ecografia-radiografia della spalla è quindi da considerarsi il miglior approccio diagnostico rispetto alle situazioni degenerative.
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