La risonanza magnetica è una tecnica diagnostica, non invasiva, che non utilizza radiazioni ionizzanti (raggi X) o sostanze radioattive, ma i campi magnetici e gli impulsi di radiofrequenza per elaborare immagini diagnostiche molto dettagliate, utilizzate per identificare eventuali patologie o irregolarità.

La durata di una risonanza magnetica varia in relazione al distretto del corpo destinato all'osservazione ma, in generale, varia tra i venti ed i trenta minuti.

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1 Risonanza magnetica: come funziona

Questo esame diagnostico, fornisce immagini tridimensionali dei tessuti molli e duri, basandosi sulla capacità di captare i segnali emessi dagli atomi di idrogeno, presenti in abbondanza nei tessuti umani, quando sono sottoposti a un campo magnetico.

Durante la RMN, il paziente si trova all’interno di un campo magnetico molto forte che dona energia agli atomi (protoni) del nostro organismo e li fa orientare secondo l’andamento del campo stesso. Una volta disattivato, gli atomi tornano al loro orientamento naturale, cedendo l’energia accumulata ed emettendo un segnale. Grazie a sofisticati sistemi è possibile intercettare tale segnale e trasformarlo in immagini.

La forza del campo magnetico si misura in tesla ed è indicativa della risoluzione delle immagini, che aumenta man mano che aumenta l'intensità del campo: solitamente è di 0,4, 1,5 o 3 tesla.

Diversamente dalla TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), che sfrutta le radiazioni ionizzanti, la risonanza magnetica non utilizza raggi X per ottenere immagini dettagliate e tridimensionali dell'anatomia interna e, in base alle conoscenze attuali, non comporta effetti biologici rilevanti sui pazienti privi di controindicazioni cliniche.

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2 Risonanza magnetica: a cosa serve

Nata originariamente per studiare il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), è oggi utilizzata per esaminare tutti i distretti corporei: torace, addome, articolazioni, muscoli, sistema scheletrico e articolare.

Ad esempio è utilizzata efficacemente nella diagnosi delle patologie oncologiche (es. tumore alla prostata, neoplasie ossee, tumori del fegato, ecc. ), delle malattie infiammatorie ed infettive, ma anche per problemi legati alla patologia traumatica o degenerativa, come ad esempio la lesione dei menischi nel ginocchio o della cuffia dei rotatori o, anche, nelle cosiddette sindromi “da fatica” (Overuse Syndromes).

Recentemente gli scienziati del San Francisco Medical Center e della University of California - San Francisco, hanno utilizzato la RMN per comprendere la progressione fisica della demenza frontotemporale e del morbo di Alzheimer evidenziando le potenzialità dello strumento nella pianificazione del trattamento terapeutico.

Con una semplice risonanza magnetica, inoltre, si può intervenire precocemente su potenziali problemi futuri della colonna vertebrale (ernie, protrusione, bulging, disciti, ischemia, compressioni, tumori). È l'unico esame diagnostico, infatti, che consente la visione contemporanea delle strutture Intersomatiche, cioè le connessioni tra i corpi vertebrali e i legamenti che li rinforzano.

Anche se è ormai impiegata da circa 30 anni, le sue applicazioni in cardiologia sono relativamente recenti. Grazie alla risonanza magnetica cardiaca, è possibile valutare la funzione dell’organo, analizzarne le componenti tessutali, seguirne nel tempo l’evoluzione in modo non invasivo, ricavando preziose informazioni che aiutano nell’inquadramento di varie cardiopatie.

Questo tipo di esame rientra tra le procedure di radiologia; quindi implica che la sua esecuzione e l'interpretazione dei risultati siano effettuate da un medico radiologo.

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Dott.ssa Isabella De Bellis

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3 Risonanza Magnetica: le tecnologie disponibili

Il macchinario di risonanza magnetica più usato è costituito da una struttura cilindrica lunga 1,5 metri e dal diametro di 60 o 70 cm a seconda delle apparecchiature, aperta alle due estremità. Nel cilindro viene fatto scorrere un lettino su cui è sdraiata la persona. L’apparecchio è dotato di altoparlanti che consentono al paziente di comunicare con il personale addetto, anche in caso di malesseri o disturbi.

La tipologia tradizionale chiusa, però, può creare disagio negli anziani, donne in gravidanza, bambini, pazienti  claustrofobici e obesi. Per questa ragione è stata sviluppata la risonanza magnetica aperta, adatta per tutti i tipi di pazienti e indagini, sicura e ugualmente efficace.

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RMN Aperta Total Body

Apparecchiatura efficace per lo studio e la diagnosi di molteplici patologie (traumatica, flogistica, malformativa, neoplastica, degenerativa), la Risonanza Magnetica “aperta” a 360° con campo magnetico di 0,4 Tesla (0,4T) è indicata, in generale per tutti i pazienti, ma in particolare per coloro che soffrono di claustrofobia, per i bambini o le persone anziane che potrebbero necessitare di un familiare accanto durante l’esecuzione dell’esame.

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Risonanza Magnetica 1,5 tesla

Questo è un sistema diagnostico avanzato di imaging MR in grado di offrire un’ampia gamma di applicazioni cliniche in campo neurologico, muscolo-scheletrico, addominale, vascolare, senologico e cardiologico. Garantisce la possibilità di effettuare esami su tutti i distretti anatomici sia in pazienti adulti che pediatrici e/o prenatali. Una tecnologia evoluta capace, non solo di produrre immagini di altissima qualità, ma anche di studiare l’encefalo attraverso una singola acquisizione con un tempo d’esame dimezzato, lasciando invariata la qualità dello studio.

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Dott. Patrizio Bianchi

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Risonanza Magnetica Multiparametrica

Si tratta di un metodo diagnostico non invasivo che consente l’acquisizione di informazioni funzionali e sulla vascolarizzazione ,impiegata oggi, a livello internazionale, nei centri che si occupano della patologia prostatica. Una volta acquisito l’esame con la tecnica multiparametrica, le immagini vengono valutate dal Radiologo secondo un metodo standardizzato che prende il nome di PI-RADS (Prostate Imaging Reporting and Data System).

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4 Controindicazioni risonanza magnetica

L’RMN non richiede particolari preparazioni prima di essere eseguita, non è necessario alcun digiuno o l’osservanza di una particolare dieta. Prima di sottoporsi all’esame, il paziente deve semplicemente togliere qualsiasi oggetto o indumento con parti metalliche, quindi si deve distendere su di un lettino che, scorrendo, lo posizionerà all’interno dell’apparecchio.

L’assenza di radiazioni ionizzanti rende la risonanza un esame generalmente sicuro e innocuo anche se sussistono delle controindicazioni per:

  • Donne in stato di gravidanza: questo esame va effettuato solo in casi di assoluta necessità
  • Pazienti portatori di protesi metalliche, apparecchi acustici, clip intra-craniche, pace-maker: nono possono sottoporsi a RMN in quanto potrebbero subire dei danni dovuti allo spostamento degli apparecchi generato dal campo magnetico.
  • Pazienti obesi: le apparecchiature riescono a sostenere un peso non superiore ai 140-150 chilogrammi
  • Soggetti gravemente claustrofobici

Sottoporsi ad una risonanza magnetica, dunque, non provoca alcun dolore o rischio anche in caso di utilizzo di liquido di contrasto. Questo liquido ha la funzione di migliorare la visibilità delle strutture situate all’interno dell’organismo, ma non può essere impegato con:

  • Pazienti con insufficienza renale e risultati anomali al test della creatinina
  • Soggetti con insufficienza epatica
  • Pazienti con precedenti reazioni allergiche al liquido di contrasto
  • Stato gravidanza