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Risonanza Magnetica Cardiaca: diagnosi e prevenzione

Risonanza Magnetica Cardiaca: diagnosi e prevenzione

Metodo diagnostico non invasivo e senza radiazioni, la RMC è indispensabile per l’inquadramento di varie cardiopatie.

Anche se la risonanza magnetica è ormai impiegata da circa 30 anni, le sue applicazioni in cardiologia sono relativamente recenti e sono state rese possibili grazie allo sviluppo di tecnologie in grado di superare le limitazioni imposte dal rapido movimento del cuore.
 

A cosa serve la RMC?

Grazie ad essa possiamo valutare la funzione dell’organo e analizzarne le componenti tessutali, ricavando preziose informazioni che aiutano nell’inquadramento di varie cardiopatie. Si possono avere inoltre dettagliate informazioni morfologiche utili in svariate patologie che non sempre altre indagini morfologiche (ad esempio l’ecocardiografia) possono dare; è possibile avere informazioni di perfusione del cuore e individuare anomalie delle arterie coronarie altrimenti dimostrabili solo in modo più invasivo; sono altresì facilmente studiabili i grossi vasi del torace in relazione con la pompa cardiaca.
 

Quando eseguire la RMC?

In genere pressoché tutte le cardiopatie trovano nella risonanza uno strumento importante, efficace come diagnostica e come integrazione d’informazioni fornite da altre metodiche. Una crescente attenzione alla RMC sta diffondendosi nel mondo della medicina sportiva poiché fornisce elementi utili ad individuare soggetti portatori di anomalie ed a rischio. Un ruolo importante spetta inoltre alla RMC nel follow up delle cardiopatie, grazie alla possibilità di seguirne nel tempo l’evoluzione in modo non invasivo e di porre l’indicazione a specifiche terapie. È comunque sempre fondamentale che l’esame sia eseguito solo dopo un’accurata valutazione del cardiologo: non si tratta di un esame di prima istanza ed eseguibile in modo sempre standardizzato, ma di un approfondimento diagnostico che richiede un notevole impegno di risorse e collaborazione da parte del paziente e che va condotto “su misura” in relazione al quesito, allo scopo di ottimizzarne la resa diagnostica.
 

Esistono limitazioni all’uso della RMC?

Un requisito importante è che il ritmo cardiaco sia sufficientemente regolare. Le immagini di risonanza sono acquisite in sincronizzazione con il ciclo cardiaco; aritmie consistenti inducono ad errori di acquisizione ed interpretazione, è comunque possibile limitare in caso di necessità con trattamento farmacologico antiaritmico. Fermo restando che non sono noti effetti dannosi, può essere problematico in pazienti con claustrofobia, portatori di pacemaker o di particolari impianti metallici da pregresso intervento; per questo è necessaria un’indagine scrupolosa. Anche l’uso del mezzo di contrasto, richiede un’attenzione particolare; per quanto il rischio sia davvero modesto, in pazienti con storia di allergie o insufficienza renale può indurre reazioni ed è quindi fondamentale una valutazione preliminare ricorrendo eventualmente ad una preparazione farmacologica nei casi in cui l’uso del contrasto sia indispensabile.

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