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Anche a Treviso la cura del morbo di Dupuytren senza bisturi

Anche a Treviso la cura del morbo di Dupuytren senza bisturi

Oltre a Verona e Padova, ora anche il Centro di Medicina di Treviso ha introdotto un nuovo farmaco innovativo

Un farmaco innovativo, autorizzato dalla Regione del Veneto, potrà essere somministrato nei prossimi due anni a pazienti affetti dal morbo di Dupuytren. Una patologia della mano caratterizzata dalla flessione progressiva e permanente di uno o più dita, fra tutte le forme di deformità della mano una delle più comuni ed aggressive.

Si tratta dello Xiapex, che permette di rimuovere il problema senza operazione chirurgica, con il recupero del completo utilizzo della mano in soli 3 giorni, invece di una convalescenza riabilitativa di 3 mesi dopo la classica operazione con un decorso post operatorio molto impegnativo.

Questo è un farmaco che genera grandi aspettative: per il paziente, che cura in tre giorni una patologia che necessita nella gran parte dei casi dell’intervento chirurgico; per il Servizio Sanitario Nazionale, con un risparmio stimato nel 30% rispetto al tradizionale trattamento chirurgico.

Solo due le strutture pubbliche accreditate in Veneto, l’UOC Chirurgia della mano dell’Azienda Ospedaliera Universitaria integrata di Verona e l’UOS di Chirurgia della mano dell’Azienda Ospedaliera di Padova, diretta dal prof. Franco Bassetto. La presenza al Centro di Medicina di Treviso del prof. Franco Bassetto consente che anche in questa struttura d’eccellenza ai pazienti possa essere proposta tale nuova terapia, registrando fino al 2015 l’accesso al farmaco dei pazienti veneti sia in forma accreditata sia in forma privata.

“La malattia è biologicamente molto aggressiva. Era molto attesa la sperimentazione di questo nuovo farmaco, sia per la sua efficacia rivoluzionaria sia per ovviare ai casi di recidive dopo l’intervento chirurgico. – spiega il professor Franco Bassetto – Ogni somministrazione dovrà seguire le linee guida date dall’AIFA, come stabilito dalla delibera della Regione del Veneto. Questo per rendere sicure ed efficaci le modalità operative del nuovo trattamento clinico”.

Il numero di ricoveri/anno per intervento su Morbo di Dupuytren in Italia è di circa 10000 casi. A Padova sono oltre 200 i pazienti nelle liste d’attesa dell’Unità di Chirurgia della mano dell’Azienda Ospedaliera. L'alto tasso di recidiva della chirurgia (fino al 60% entro i 7 anni successivi) e della sua alternativa mini invasiva, la cordotomia ad ago, tuttavia possono rappresentare un ostacolo psicologico alla terapia.

“Ritengo che i numeri d’incidenza della patologia siano molto più alti. Questo considerato che allo stato attuale l’unica via di soluzione chirurgica non porta all’osservazione dello specialista gli stadi iniziali, che invece beneficerebbero del controllo farmacologico. In diversi casi la chirurgia è inoltre seguita da complicanze, le più frequenti sono danni alle strutture nervose, rigidità post-intervento, infezioni, che nella peggiore delle ipotesi possono portare anche all’amputazione delle dita interessate. – aggiunge il prof. Franco Bassetto – Il farmaco è dunque un’alternativa valida alla chirurgia, che rimane nella discrezione dello specialista. In questo è già una soluzione che consente di ampliare la fascia dei beneficiari della terapia”.

Presso il Centro di Medicina di Treviso la possibilità di usufruire della nuova terapia avviene in forma privata. Il costo della cura è sicuramente accessibile, a fronte di una prognosi molto veloce e benefici attesi permanenti nel tempo, cosa che ha già suscitato grande interesse da parte dei pazienti di Treviso.
“Siamo onorati di poter essere pronti all’introduzione di questa nuova terapia, diventando anche per questa patologia una struttura di riferimento in Veneto. L’interesse dei pazienti per il farmaco è già dimostrato dal numero elevato di richieste private per la terapia pervenute in un paio di settimane. – conclude l’amministratore delegato Vincenzo Papes – Le attese sul farmaco tuttavia siamo per il momento certi porteranno qui anche pazienti d’Oltralpe, considerato che si tratta di una eccellenza italiana, non ancora disponibile né in Francia né in Germania”.

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