L’acne è una delle malattie più diffuse nella specie umana, arrivando ad interessare la quasi totalità della popolazione, soprattutto, ma non esclusivamente, in età adolescenziale. Oggigiorno viene infatti posta grande attenzione nei confronti dell’acne tardiva dell’adulto, spesso insidiosa ma facilmente curabile.
Il termine acne viene spesso utilizzato anche in modo improprio. Come si può definire?
Si tratta di una malattia complessa e multifattoriale che vede, accanto ad alcune componenti genetiche, fattori ambientali che possono peggiorarla. La sua complessità può quindi richiedere “un lavoro in team” con altri specialisti, come il ginecologo, il nutrizionista e lo psicologo.
Come può essere curata?
Deve essere efficacemente trattata in modo tempestivo perché, nel caso duri da più di due anni, espone la maggior parte dei pazienti ad un elevato rischio di cicatrici, talora sfiguranti. Appare quindi evidente come in caso di acne, anche apparentemente lieve, sia buona norma interpellare un dermatologo. Spesso i pazienti si rivolgono a figure non mediche che possono provocare effetti disastrosi, ritardando l’inizio di una terapia efficace.
La pulizia del visto può essere d’aiuto?
Non sempre. Si effettua in precisi casi di acne comedogenica e solo dietro specifica indicazione del dermatologo, in quanto traumatizzare le forme infiammatorie può spesso peggiorare la patologia provocando esiti pigmentari o cicatriziali.
I cibi che consumiamo possono favorire l’insorgere dell’acne?
In parte sì. Suggerisco sempre ai miei pazienti uno stile di vita sano, e spiego loro quali alimenti possono portare ad un peggioramento della patologia.