Endometriosi: si può diagnosticare con la risonanza magnetica?
L'endometriosi è una malattia invalidante che necessita di esami approfonditi per essere diagnosticata.
Dolore pelvico cronico, infertilità e altri sintomi debilitanti possono essere causati dall'endometriosi, una condizione ginecologica che interessa circa 1 donna su 10 in età fertile.
La diagnosi di endometriosi può essere complessa e spesso richiede una combinazione di anamnesi clinica, esami fisici e tecniche di imaging. Tra queste, la risonanza magnetica (RM) è uno strumento fondamentale per individuare e valutare l'estensione della malattia.
Ma quanto è efficace la RM nella diagnosi dell'endometriosi? E quali sono i dettagli da conoscere su questo esame?
Indice
1 Che tipo di risonanza va fatta per una diagnosi di endometriosi?
Per la diagnosi di endometriosi, viene generalmente utilizzata una risonanza magnetica pelvica. Questo tipo di risonanza si concentra sugli organi pelvici, tra cui l'utero, le ovaie e le strutture circostanti, permettendo di visualizzare in dettaglio le eventuali anomalie.
La risonanza magnetica all’addome inferiore è particolarmente utile per identificare le lesioni endometriosiche, valutare la loro dimensione e localizzazione, e per pianificare eventuali interventi chirurgici.
2 La Risonanza Magnetica deve essere eseguita in un momento particolare o con apparecchiature o tecniche speciali?
Per ottenere i migliori risultati diagnostici, la risonanza magnetica rmn per l'endometriosi dovrebbe essere eseguita in un momento specifico del ciclo mestruale, preferibilmente durante la fase luteale, quando il rivestimento endometriale è al massimo del suo spessore. I giorni ideali per effettuare la RM sono quelli compresi tra il 5° ed il 12° del ciclo mestruale. Questo aiuta a migliorare la visibilità delle lesioni endometriosiche.
Inoltre, l'uso di apparecchiature avanzate come la RM ad alto campo (> 1.5 T) e tecniche specifiche, come la sequenza T2 pesata ad alta risoluzione, può migliorare la capacità di identificare e caratterizzare le lesioni.
È anche utile l'impiego di bobine endovaginali che possono fornire immagini più dettagliate delle strutture pelviche, infatti, in alcuni casi il medico radiologo può decidere che è necessario distendere la vagina o il retto ed il colon distale con gel ecografico diluito, per valutare meglio l’infiltrazione delle loro pareti, per cui è indispensabile un’adeguata preparazione intestinale prima della RM.
3 La risonanza magnetica per l’endometriosi si fa con il contrasto?
L'uso del mezzo di contrasto nella risonanza magnetica per l'endometriosi può essere consigliato in alcune circostanze. Il contrasto, solitamente a base di gadolinio, aiuta a migliorare la definizione delle immagini, rendendo più facile individuare lesioni endometriosiche, soprattutto quelle piccole o situate in aree difficili da visualizzare.
Non è sempre necessario utilizzare il contrasto per ogni paziente. La decisione di usarlo dipende dalle specifiche condizioni cliniche e dalla qualità delle immagini ottenute senza contrasto.
4 Quanto dura e come viene eseguito l'esame di risonanza per l’endometriosi?
La durata di una risonanza magnetica della pelvi per l'endometriosi può variare, ma generalmente l'esame richiede dai 30 ai 60 minuti.
Durante l'esame, la paziente è sdraiata su un lettino che scorre all'interno del magnete. È importante che la paziente rimanga immobile durante l'esame per evitare artefatti nelle immagini.
Se viene utilizzato il contrasto, verrà somministrato tramite una iniezione endovenosa prima o durante l'esame. L'intero processo è indolore, anche se alcune pazienti possono avvertire una leggera sensazione di calore o di fastidio dovuta alla posizione prolungata.
Una volta completato l'esame, le immagini saranno analizzate da un radiologo specializzato che fornirà un referto dettagliato al medico curante per la pianificazione del trattamento.
Da qui, un team multidisciplinare elaborerà una terapia personalizzata che può includere il trattamento farmacologico, una dieta per l'endometriosi e, per i casi più gravi, l'intervento chirurgico.
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