Ecografia delle anse intestinali: una diagnosi non invasiva
Un esame utile per valutare la salute degli organi interni in modo non invasivo.
L’ecografia delle anse intestinali è una tecnica non invasiva utilizzata per andare ad individuare e diagnosticare le patologie dell’apparato digerente. Si tratta di un esame ultrasonografico facilmente ripetibile ed eseguibile anche nei bambini.
Indice
1 A cosa serve l'ecografia addominale?
L’ecografia è diventata l’esame più richiesto per lo studio degli organi dell’addome (fegato, reni, pancreas, vescica, utero ecc.) perché esame non invasivo, di semplice esecuzione e ben accettato dai pazienti.
L’ecografia, per lo studio dell’apparato digerente e delle anse intestinali, è una alternativa a esami più invasivi, ripetibile ed economica, che permette di avere informazioni utili e precise sulla presenza di malattia o meno e sul suo stato.
2 Quando viene utilizzata?
In pediatria è un esame di primo livello per valutare la presenza di ipertrofia del piloro, di malattia da reflusso gastro-esofageo e per l’identificazione delle appendiciti acute.
In gastroenterologia ci sono delle malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD) che presentano dei sintomi molto simili ad altre più banali patologie, ma che devono essere diagnosticate in tempi brevi per poter essere curate in modo corretto, e che necessitano di frequenti indagini strumentali per controllare l’evoluzione della malattia, la presenza di complicanze e la risposta alla terapia.
Inoltre, nel percorso diagnostico dei pazienti che manifestano sintomi irritativi persistenti, come diarrea, o in generale dolori addominali che non recedono dopo terapie mirate, lo studio iniziale prevede, oltre alla visita e all’esame obiettivo, l’esecuzione di alcune indagini di base prima di utilizzare esami complessi di tipo strumentale.
Questo panel di indagini sarà consigliato dallo specialista gastroenterologo e calibrato sulla sintomatologia del paziente. Se questi esami dovessero essere alterati si procederà negli accertamenti con una ecografia dell’addome e delle anse intestinali; con tale esame possiamo già escludere alcune patologie semplici oppure evidenziare delle alterazioni come le diverticoliti in fase acuta, che possono già giustificare la sintomatologia del paziente.
3 Come vengono diagnosticate le patologie gastrointestinali?
Per fare diagnosi si usano di norma delle indagini invasive che sono mal accettate dai pazienti e, a volte, sono controindicate se non addirittura pericolose, se la malattia è in fase acuta.
In alternativa, o come aiuto nella diagnosi, si pone l’ecografia delle anse intestinali, applicazione recente dell’esame ecografico; esame semplice e facilmente ripetibile ma che ha, come primo limite, la necessità di essere eseguita da operatori preparati in questo campo, per avere un risultato utile. Pertanto, sono state elaborate delle linee guida e dei percorsi di specializzazione mirati, a cura della Fondazione IBD onlus, in collaborazione con l’AIGO (Associazione Italiana Gastro- enterologi Ospedalieri).
4 Una diagnosi più facile con l'ecografia delle anse addominali
Spesso in tutte queste patologie gli esami clinico strumentali e i sintomi sono sufficienti per fare una diagnosi e indicare la cura, ma l’ecografia si dimostra utile nel valutare l’estensione dell’interessamento flogistico (che tratto intestinale è coinvolto dalla malattia; che spessore ha la parete intestinale interessata; se c’è o meno peristalsi o rigidità della parete) e nel mostrare la presenza di complicanze (ascessi, fistole), orientando il clinico sulla necessità di ulteriori esami e che tipo di esami: endoscopia o Rx transito (radio- grafia) del tenue o entero-RM (risonanza magnetica).
5 Si può sostituire l'ecografia con esami endoscopici?
No. L’ecografia, eseguita con sonda Convex per la visione complessiva degli organi, e con sonde lineari per lo studio più approfondito di segmenti selezionati del distretto digestivo, non può essere considerata come alternativa agli esami endoscopici, per lo screening o per lo studio accurato del tratto digestivo.
Questa metodica, purtroppo, ha dei limiti importanti quali:
- la scarsa esperienza dell’operatore
- lo studio di formazioni di piccole dimensioni
- la visione completa dell’interno delle anse
- la costituzione del paziente (pazienti obesi)
- la profondità e tortuosità di alcune anse
- le flogosi superficiali.
Tale esame deve essere richiesto da uno specialista in gastroenterologia all’interno di un percorso per la gestione complessiva del paziente e delle sue problematiche.
Carla Scottà
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