Le vostre domande: la scoliosi è genetica?
La scoliosi può essere espressione di malattie ereditarie del tessuto connettivo, malattie neuro-muscolari, malformazioni congenite e malattie dismetaboliche.
Ho sofferto di scoliosi, adesso ho un figlio di pochi mesi e temo possa aver lo stesso problema. Come intervenire?
Non conosco la tipologia della Sua scoliosi, comunque è necessario condurre una distinzione.
La scoliosi considerata come deformità tridimensionale della colonna può essere espressione di un’altra sindrome o malattia:
- malattia ereditaria del tessuto connettivo, malattie neuro-muscolari (paralisi cerebrali, poliomieliti, distrofie neuro-muscolari), malformazioni congenite, malattie dismetaboliche, malattie fibrodisplastiche.
Qualora non sia possibile etichettare la scoliosi in ambito di una specifica sindrome o malattia, viene definita come scoliosi idiopatica (ovvero risulta impossibile stabilirne la causa) e costituisce la maggioranza delle scoliosi, incidendo per circa il 70 – 80%. La scoliosi idiopatica è definita anche come malattia multi-fattoriale, provocata da una mutazione del sistema nervoso centrale geneticamente determinata, associata ad anomala crescita degli elementi vertebrali e con la partecipazione di fattori biochimici e neuromuscolari (quindi fattori ereditari, ritardo di maturazione dell’equilibrio, difetti del metabolismo del tessuto connettivo, fattori di crescita).
Di questi, è difficile stabilire se costituiscano cause o conseguenze.
La scoliosi idiopatica è una malattia familiare, nel senso che altri componenti (figli) ne potranno soffrire e lo screening/visita consigliata è in età pre-puberale verso gli 8 – 9 anni e fino a fine crescita, considerando che la fase di peggioramento avviene durante la pubertà.
Il discorso è diverso se parliamo di scoliosi malformativa congenita, in questo caso bisognerà valutare il grado di equilibrio e di inclinazione/instabilità della colonna durante il cammino fin dall’inizio.
E’ impossibile pensare di evitare l’insorgenza di un dismorfismo geneticamente determinato, se rientra nel gruppo del 25 – 30% dei figli di un genitore portatore. Comunque l’attività fisica ha un effetto di freno e migliora il tono- trofismo muscolare, meglio se svolta contro resistenza e contro gravità.
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Foto: melhoramiga.com.br
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