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La fascite plantare: cause e trattamenti

La fascite plantare: cause e trattamenti

La fascite plantare è un'infiammazione della fascia plantare questa condizione è comune tra gli atleti, le persone in sovrappeso e quelle che stanno in piedi per molte ore.

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La fascite plantare è una infiammazione che colpisce, per l’appunto, la fascia plantare, quella robusta fascia fibrosa che si estende plantarmente dal tallone fino alla base delle dita del piede. La fascia plantare gioca un ruolo fondamentale nel trasmettere la spinta prodotta dalla contrazione del Tricipite surale all’avampiede durante la deambulazione e la corsa.

Durante la fase di spinta, la fascia plantare subisce uno stiramento, per cui la ripetizione e/o il sovraccarico eccessivo durante questo movimento determina microtraumi ripetuti a livello della sua inserzione sul calcagno, con conseguente perdita di elasticità. Durante la notte accade invece la situazione opposta, per cui il piede in posizione rilassata in plantarflessione favorisce l’accorciamento della fascia plantare.

 

1 La fascite plantare è collegata a qualche fattore di rischio?

Esistono numerosi fattori di rischio per lo sviluppo di fascite plantare e molto spesso risultano concomitanti come per esempio l'uso protratto di scarpe con supporto inadeguato, sovrappeso e obesità, piede piatto o piede cavo oppure rigidità del Tendine di Achille.
La fascite plantare può non essere un disturbo isolato, bensì un segnale di altri squilibri muscolari legati all’ errata postura del corpo con conseguente carico eccessivo su un piede piuttosto che l’altro, favorendo così l'insorgenza di tensioni anomale sulla fascia plantare.

È fondamentale quindi considerare la salute del piede in un contesto più ampio di benessere muscolo-scheletrico e generale.

2 Quali sono i sintomi della fascite plantare?

I sintomi principali della fascite plantare includono dolore al tallone o all'arco del piede, specialmente pronunciato nei primi passi al mattino o dopo periodi di ripo- so. Il dolore può diminuire con l’attività, ma tende a peggiorare dopo dell’esercizio fisico prolungato o al termine della giornata. Altri segni possono includere gonfiore, arrossamento e una sensazione di calore nella zona del tallone.

Il modo migliore per diagnosticare la fascite plantare è attraverso una visita specialistica e, se necessario, esami di imaging come l'ecografia o la risonanza magnetica, che possono aiutare ad escludere altre cause di dolore al tallone.

3 Chi ne è maggiormente colpito?

La fascite plantare colpisce prevalentemente atleti, per esempio corridori, persone in sovrappeso e coloro che trascorrono molte ore in piedi per lavoro.
Inoltre, è più comune negli adulti tra i 40 e i 60 anni, anche se non è raro in altre fasce d'età. Le persone con variazioni anatomiche del piede, come un piede cavo o un piede piatto, sono altresì a rischio maggiore, così come quelle che hanno uno stile di vita sedentario, o che improvvisamente aumentano la loro attività fisica senza una preparazione adeguata.

Per questo motivo, la prevenzione è fondamentale, e passa attraverso la gestione accurata delle condizioni di base e l'adozione di uno stile di vita attento alla salute dei piedi, con un occhio di riguardo alla scelta delle calzature e all'eventuale utilizzo di supporti ortopedici. In questo modo, si può ridurre significativamente il rischio di sviluppare fascite plantare e migliorare la qualità della vita complessiva.

4 Come si cura la fascite plantare?

Il trattamento conservativo della fascite plantare rappresenta la prima scelta e include:

  • riposo
  • applicazione di ghiaccio
  • massaggi
  • esercizi di stretching della fascia plantare e del tendine d’Achille,
  • erapie fisiche come tecarterapia oppure onde’urto
  • splint notturni
  • talloniere o plantari su misura
  • farmaci antinfiammatori.

È anche fondamentale indossare scarpe con un buon supporto dell'arco e un’ammortizzazione adeguata.


Se trattata tardivamente, quali sono le conseguenze?

La mancata o tardiva cura della fascite plantare può portare ad un dolore cronico che interferisce con le attività quotidiane e la qualità della vita. Inoltre, il dolore persistente può indurre il paziente a modificare il proprio modo di camminare, creando ulteriori problemi biomeccanici e stress su altre parti del corpo come ginocchia, fianchi e schiena.
In casi estremi, la fascite plantare non trattata può portare a lesioni permanenti della fascia plantare, compresa la formazione di speroni calcaneari.

5 Quali sono le principali alternative non chirurgiche?

La fascite plantare si risolve nel 80-90% dei casi nel giro di 6-12 mesi tramite i metodi precedentemente menzionati. Nei casi di persistente sintomatologia possono essere prese in considerazione infiltrazione di corticosteroidi per alleviare il dolore riducendo l’infiammazione, op- pure si può ricorrere a tecniche di medicina rigenerativa sfruttando il potenziale delle cellule mesenchimali e/o dei fattori di crescita tramite il PRP. Entrambi possono offrire non solo sollievo dal dolore, ma anche stimolare il processo di guarigione della fascia plantare.

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Dott. Luca Carboni Dott. Luca Carboni
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